I sondaggi confermano il Bordellum del nuovo Italicum

09/03/2014 di Andrea Mollica

L’Italicum si è trasformato in qualcosa di molto diverso dalla riforma elettorale per cui era stato pensato. Arma di pressione per tornare rapidamente al voto e consegnare all’Italia un sistema tendenzialmente bipartitico, nonostante il tripolarismo decido dagli elettori, ora invece la nuova legge elettorale sembra la migliore garanzia di quelle grandi intese finora negate da chi l’aveva proposto. Un’ipotesi confermata dall’andamento degli ultimi sondaggi, che rilevano un grande equilibrio non più rotto dagli effetti maggioritari dell’Italicum.

sondaggi italicum bordellum 8

DALL’ITALICUM AL BORDELLUM – La navigazione di ogni elettorale, in tutti i paesi del mondo, è molto complicata. Nessuna norma incide così tanto su coloro che devono scriverla ed approvarla, e di conseguenza il percorso di introduzione è quantomeno molto faticoso, come insegna la storia recente del nostro paese. Nonostante l’enfasi iniziale anche l’Italicum sta subendo la stessa sorte, con una modifica dell’impianto della proposta che ormai la sta completamente trasfigurando. La nuova legge elettorale era nato su un assunto politico molto chiaro. L’Italia, nonostante un elettorato sempre più diviso e frammentato, un tratto in realtà tipico del nostro paese, avrebbe dovuto dotarsi di una legge che forzava il sistema politico verso un tendenziale bipartitismo,o quantomeno un bipolarismo che faccia perno su due grandi forze politiche. A questo servivano e servono un premio di maggioranza corposo, che scatta con una soglia inferiore al risultato ottenuto dal solo Pdl nel 2008; clausole di sbarramento alte e variabili con ripartizione dei seggi nazionali e liste bloccate, così da costringere i piccoli partiti ad accordi con PD e Forza Italia; il doppio turno sul collegio nazionale per stabilire un unico partito, o coalizione, vincitrice delle elezioni. Una serie di correzioni in senso maggioritario del presidenzialismo sostanziale del Porcellum, basato su una pluralità di partiti coalizzati a sostegno di un candidato alla guida del governo. Uno schema che mal si adatta alla lettera, ed allo spirito, della nostra Costituzione, dove i governi dipendono dalla fiducia delle Camere, che possono essere sciolte solo dal presidente della Repubblica, attore decisivo anche nella formazione del governo. L’Italicum nasceva sopratutto come risposta maggioritaria al ripristino del sistema proporzionale introdotto dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l’illegittimità del Porcellum. Il cosiddetto Consultellum è un proporzionale con soglia di sbarramento al 4%.

DOPPIO ITALICUM – La legge elettorale uscita dalla sentenza della Consulta era stata pesantemente criticata da Matteo Renzi. Il candidato alla segretaria del Partito Democratico, leader designato, aveva trasformato le primarie in una sorta di referendum sul proporzionale, chiedendo esplicitamente ai sostenitori di questo sistema elettorale di non votarlo. La sentenza della Consulta, con la mancanza di premi di maggioranza che distorcono la volontà popolare, difficilmente potrebbe garantire la stabilità, quanto meno per come viene intesa nel nostro paese. In Italia infatti la stabilità non è cercata in un diverso modello istituzionale che valorizzi l’esecutivo, come per esempio il premierato britannico, il cancellierato tedesco oppure il presidenzialismo francese o americano; dal 1993 ad oggi si presume che questo possa essere ottenuto con un nuovo modello elettorale. L’Italicum è stato congegnato allo scopo, ma in realtà il suo probabile passaggio alla Camera dei Deputati otterrà l’effetto praticamente opposto. Grazie all’emendamento D’Attorre infatti solo se ci fosse una certo ardua abolizione del Senato della Repubblica l’Italia avrà una legge capace di garantire ad un partito oppure ad una coalizione un premio tale da assicurare la formazione di una maggioranza parlamentare. Se a Palazzo Madama non verrà quantomeno sottratto il potere di dare e ritirare la fiducia ai governi, si certificherà uno dei più denunciati vizi del Porcellum, la possibilità di creare due diverse maggioranze all’interno delle Camere italiane. Uno scenario reso ancora più paradossale dalla coesistenza di due discipline elettorali così distinte. Da una parte l’Italicum che teoricamente potrebbe dare 321 seggi alla Camera dei Deputati ad un partiti collocato sotto al 25%, come ora Forza Italia, grazie ad un premio di maggioranza ottenuto grazie alle forze politiche coalizzate. Dall’altra invece un proporzionale con una soglia di sbarramento al 4%, che garantisce una maggioranza dei seggi solo in presenza di una vera maggioranza di voti, o poco di meno considerando l’esclusione delle forze politiche che mancano il 4%.

sondaggi italicum bordellum 3

SONDAGGI E ITALICUM – Le dinamiche elettorali del nostro paese sono state piuttosto imprevedibili negli ultimi anni, anche se fino al 2013 lo schema bipolare ha retto su pilastri piuttosto consolidati, con vittorie piuttosto nette del centrodestra, e successi risicati del centrosinistra, derivanti dal diverso peso demografico delle loro roccaforti. La popolosa area della Pianura Padana ha regalato storicamente una sorta di vantaggio competitivo al centrodestra, nella versione con la Lega, rispetto al centrosinistra dominatore delle Regioni Rosse. Il tripolarismo quasi perfetto uscito dalle urne del febbraio dell’anno scorso potrebbe mutare, e quantomeno centrodestra e centrosinistra si sono rafforzati negli ultimi mesi grazie all’ennesimo fallimento del tentativo di costruire un’aggregazione moderata. In questo momento però i sondaggi rilevano ancora un grande equilibrio, che potrebbe essere ancora più pronunciato se, come accaduto nel 2013, gli incerti e gli indecisi più lontani dalla politica dovessero schierarsi nelle urne in favore del MoVimento 5 Stelle. Il M5S è rilevato infatti al 22%, una percentuale molto alta che avrebbe un effetto paralizzante sul sistema se, come pare probabile, il Senato non dovesse essere abolito e il movimento di Grillo e Casaleggio dovesse perseguire la sua strategia di opposizione totale al sistema. Le europee sanciranno il giudizio forse definitivo sul corso isolazionista del M5S, ed i primi sondaggi paiono confortare la diade milanese-genovese. Il quadro fornito dalle intenzioni di voto per le elezioni politiche invece conferma come solo un ampio premio di maggioranza potrebbe garantire al centrodestra di Berlusconi oppure al centrosinistra di Renzi una vittoria netta.

LEGGI ANCHE: Tutto quello che avresti voluto sapere sull’Italicum

sondaggi italicum bordellum 6

AMMUCCHIATA DA BORDELLUM – Secondo le ultime intenzioni di voto il Partito Democratico è, piuttosto nettamente, la prima forza del paese. Il problema del PD è che ai suoi lati è rimasto ormai poco o nulla, visto che la logica dell’Italicum rimane il premio alle forze che si aggregano in una coalizione. I sondaggi contano Sel e Centro democratico insieme ai democratici per stimare il centrosinistra, che diventerebbe, di pochissimo, la prima coalizione del paese se si aggiungesse Scelta Civica oppure quello che rimane della sfortunata esperienza della Lista Ingroia. Le elezioni appaiono molto lontane, in questo momento, anche grazie alla trasformazione dell’Italicum, ma è probabile che nel breve-medio periodo questo problema si riporrà per il PD. Con un premio di maggioranza basso, al momento collocato al 37% – la percentuale ottenuta dal solo Pdl o dalla coalizione di Veltroni nel 2008 – la chiave per la vittoria elettorale, quantomeno limitata alla Camera dei Deputati, sarebbe la costruzione di ampie coalizioni capaci di facilitare il raggiungimento della soglia. Una strategia favorita dalle liste bloccate, che permettono di ospitare partiti che magari sono già condannati a non entrare in Parlamento da soli, ma possono presentare liste che portino consensi determinanti alla coalizione. Un modello finora seguito con successo da tutte le avventure elettorali di Silvio Berlusconi, e che al momento pare poter funzionare ancora con l’Italicum. Nei sondaggi la vasta aggregazione che fa perno su Forza Italia arriva davanti al centrosinistra, seppure di poco, grazie ad una lunga serie di partiti storicamente collegati al centrodestra, e nonostante un valore di Forza Italia piuttosto contenuto. Un risultato che rimane abbastanza impressionante, considerate le difficoltà giudiziarie di Silvio Berlusconi, la mancanza, presente e futura, di eredi credibili e l’attuale boom mediatico del presidente del Consiglio Matteo Renzi.

sondaggi italicum bordellum 4

IL BORDELLUM ITALICO – Dal Mattarellum al Bordellum. Sembra questo il tragitto delle leggi elettorali italiane post referendum del 1993. All’epoca il quesito promosso dai Radicali di Pannella e sostenuto da una pluralità di formazioni politiche per trasformare in senso maggioritario l’elezione del Senato della Repubblica fu un successo trionfale. Il sì passò con più dell’80%, con un tasso di partecipazione piuttosto elevato per un referendum, il 77% di affluenza. Dalla spinta popolare nacque il Mattarellum, una sorta di incrocio tra un maggioritario uninominale di collegio puro, sul modello delle leggi elettorali dei paesi anglosassoni, e il proporzionale misto della Germania. Dai primi arrivò un riparto dei seggi maggioritario al 75% dei seggi; dal secondo invece liste bloccate su un collegio nazionale che attribuivano la restante quota dei mandati parlamentari. Nel 1999 ci fu un tentativo di trasformare in senso completamente maggioritario il Mattarellum, ma fallì per poche decine di migliaia di voti che non consentirono di raggiungere il quorum. La prima sconfitta per il fronte maggioritario trionfatore negli anni novanta, che aveva trasformato tutte le elezioni locali per comuni, province e regioni in senso presidenzialista. Da quell’insuccesso nacque la spinta per il ritorno al proporzionale con il Porcellum, per quanto corretto da un premio di maggioranza così forte da non trovare paragoni, e di conseguenza neppure catalogazione, in sistemi elettorali basati su un meccanismo di equa rappresentanza del voto. Nel 2009 un referendum tentò di modificare la legge Calderoli trasferendo il premio di maggioranza al primo partito e non alla coalizione vincente, ma il quesito fallì clamorosamente il raggiungimento del quorum. Nel 2011 la sconfitta per il fronte maggioritario arrivò per via diretta della Consulta, che bocciò i referendum che chiedevano di tornare al Mattarellum. La parola fine sul Porcellum sancita dalla Corte Costituzionale non ha però chiuso la stagione maggioritaria del nostro paese, che anzi è stata rilanciata dall’Italicum, subito però arenatosi, e diventato un sistema contradditorio e quasi sicuramente non conclusivo della lunga teoria di riforme elettorali italiane.

Share this article