Le Iene agli imprenditori: «Quante nuove assunzioni faresti senza l’art. 18?»
30/10/2014 di Redazione
«Noi assumiamo se abbiamo lavoro. Ed è una cosa totalmente indipendente dall’articolo 18». È questo, in estrema sintesi, il parere degli imprenditori italiani, intervistati da Enrico Lucci in un servizio per Le Iene andato in onda ieri sera. Lucci si è recato al convegno dei giovani imprenditori italiani, chiedendo ai presenti di quantificare in che modo l’abolizione dell’articolo 18 – che abolisce l’obbligo di reintegro di quei lavoratori licenziati senza giusta causa – potrebbe riuscire a dare una scossa al mercato del lavoro italiano. La questione, come sappiamo tutti, è al centro del dibattito politico delle ultime settimane: con il premier Renzi che sostiene come, senza i vincoli imposti dall’articolo 18, le imprese nostrane potranno assumere di più. Quindi Le Iene pongono così la questione: un foglio in cui si chiede all’imprenditore intervistato di dichiarare quanti nuovi dipendenti potranno assumere grazie all’abolizione dell’articolo 18.
«IL PROBLEMA NON È L’ARTICOLO 18» – La risposta, nella quasi totalità dei casi, è sempre la stessa: zero. Il motivo è presto detto: «L’assunzione di un dipendente è indipendente dall’articolo 18 – spiega la titolare di un’azienda – Se io ho lavoro assumo, se non ho lavoro non assumo». E aggiunge: «Le azioni che mi servono sono altre: che mi costi meno il lavoratore. Un dipendente mi costa il doppio della paga che gli do. Se non pagassi l’Irap…». E ancora, fa eco un’altra imprenditrice: «Non abbiamo mai ragionato nell’ottica delle assunzioni sulla base dell’articolo 18. Il problema è l’aspetto contributivo. L’abolizione dell’art 18 è fatta per favorire le grandi aziende, le multinazionali: perché così possono liberarsi dei dipendenti quando non servono più. Ma chi ha una piccola impresa assume con l’intento di creare una squadra che duri nel tempo». (Qui il servizio completo de Le Iene)
«ARTICOLO 18? DEVE RIPARTIRE IL MERCATO INTERNO» – Ma nemmeno le multinazionali sembrano troppo convinte dell’utilità effettiva di abolire l’articolo 18 per favorire nuove assunzioni: «È un vantaggio ma non è determinante – replica un altro intervistato – L’abolizione dell’articolo 18 è facilitante, ma non è fondamentale. Deve ripartire il marcato interno». E ancora: «La questione dell articolo 18 è secondaria, il costo del lavoro è il vero problema».
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«QUANTI NE ASSUMERESTI, SENZA L’ARTICOLO 18?» – Qualcuno che si è detto favorevole all’abolizione dell’articolo 18 c’è, ma anche qui le opinioni sono talmente variegate da risultare quasi discordanti: tra chi sostiene che l’abolizione dell’articolo 18 possa essere veramente utile solo se questa azione venisse inserita in un piano di riforma più strutturato, e chi invece afferma che «senza l’articolo 18 i dipendenti diventeranno più prestazionali», perché hanno una tutela in meno, sono veramente pochi quelli che riescono a quantificare un numero di ipotetiche nuove assunzioni “sbloccate” dall’abolizione dell’articolo 18 – e anche in questo caso si tratta di numeri piuttosto modesti.
ARTICOLO 18: I COMMENTI – Anche i telespettatori – che da settimane seguono più o meno attentamente il dibattito sull’articolo 18 – sembrano confusi. E nei commenti al servizio che sono comparsi su Facebook si mescolano senza soluzione di continuità teorie economiche e insulti alla politica:
(Photocredit copertina: Mediaset / Italiauno / Le Iene)