I ragazzi europei restano con mamma e papà

Quasi la metà dei giovani adulti europei vive con i propri genitori. È il risultato di una ricerca condotta nei 28 paesi dell’Unione Europea da parte di Eurofound, che mostra come il 48% dei giovani europei tra i 18 e i 30 anni viva in famiglia, per un totale di 36,7% milioni di persone.

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CHI RESTA A VIVERE CON MAMMA E PAPÀ? – I numeri della ricerca di Eurofound sono riportati dal Guardian: alla base di questo dato c’è sicuramente l’altissimo tasso di disoccupazione registrato in Europa dallo scoppio della crisi un dato che, implicazioni economiche a parte, dovrebbe far riflettere l’intera Europa anche per le conseguenze sociali e demografiche del fenomeno. La situazione, tuttavia, è estremamente disomogenea e non riguarda soltanto i paesi del bacino del Mediterraneo, quelli più colpiti dalla crisi: il sondaggio ha rivelato l’esistenza di un numero sempre crescente di ventenni che restano a vivere con i genitori in paesi come Svezia, Danimarca, Francia, Belgio e Austria. In Italia, è stato registrato uno dei dati più alti: il 79% dei giovani adulti continua ad abitare con la famiglia di origine fino alla soglia dei 30 anni, una percentuale che, comunque, continua ad essere sostenuta anche tra i trentenni. In alcuni paesi, invece, si sta verificando il trend inverso: in Germania, Paesi Bassi, Irlanda e Regno Unito il numero dei ventenni che vivono con i genitori è sceso dal 30 al 26% , stando alle rilevazioni condotte nel 2011.

LE FAMIGLIE MULTIGENERAZIONALI SONO PIÙ FELICI? – «La situazione dei giovani è cambiata totalmente, ed è vista in modo differente dal punto di vista dei genitori e dei nonni – spiega Anna Ludwinek, una delle autrici del report – Non è soltanto cambiato il mondo del lavoro, ma anche la società sta cambiando. La transizione è diventata più imprevedibile: le persone non hanno più un lavoro resterà tale per tutta la vita, né un posto dove resteranno a vivere per sempre». La Ludwinek sfata anche un altro mito: e cioè che le famiglie che contano proprio interno membri di generazioni diverse siano più felici. «Al contrario abbiamo visto come le famiglie multi-generazionali abbiano un livello di soddisfazione più basso e percepiscano un forte fattore di esclusione sociale». E ancora: «Se hai trent’anni e ancora vivi con i tuoi genitori senza un progetto per creare una nuova famiglia, allora si può pensare che che è davvero difficile iniziare una vita indipendente». I dato raccolti nello studio dimostrano come la cosiddetta «Generazione Y» abbia un livello di educazione più alto rispetto alle precedenti generazioni, ciononostante sembra avere meno prospettive rispetto ai propri genitori.

 

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PERCHÉ I GIOVANI CONTINUANO A VIVERE IN FAMIGLIA? – La dipendenza dai propri genitori, spiega ancora lo studio, non può essere esclusivamente spiegata dal fatto che un giovane tende a concludere il proprio ciclo di studi più tardi rispetto a qualche decennio fa, dal momento che milioni di giovani europei tra i 25 e i 29 anni vivono ancora con mamma e papà anche dopo aver completato gli studi e aver trovato un lavoro. Tra le donne europee di età compresa tra i 25 e i 29 anni il 26% vive in famiglia e questo dato tocca il 34% quando si analizza la situazione degli uomini nella stessa fascia di età.

I BAMBOCCIONI NOSTRANI – E in Italia? I dati di Eurofound parlano chiaro: il 79% dei giovani adulti – ovvero quella fascia di età che va dai 18 ai 30 anni – vive ancora in famiglia. Un fenomeno ben noto dentro e fuori i confini della penisola e che l’ex ministro dell’economia Padoa-Schioppa aveva definito da «bamboccioni». Secondo uno studio di Coldiretti pubblicato alla fine del febbraio scorso, il 51% dei giovani italiani vive con la paghetta dei genitori, e si rende utile in casa quando il lavoro non c’è. Ma anche chi un lavoro ce l’ha e potrebbe rendersi indipendente sembrerebbe apprezzare quello che Süddeutsche Zeitung, parlando del nostro paese, aveva definito «l’hotel mamma». Qualche settimana fa il quotidiano tedesco aveva analizzato il caso italiano non senza sarcasmo, sottolineando che la tendenza dei giovani italiani a rimanere in famiglia tanto a lungo non ha nessun altro riscontro nel resto d’Europa e che non sarebbe interamente figlia della crisi.

(Photocredit: LaPresse, foto di repertorio)

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