Il catfight fra Ikea e il sito che ti diceva come usare i suoi mobili con “fantasia”

Dopo aver minacciato azioni legali contro i suoi ‘hackers‘ il più noto marchio di arredamento al mondo si sta adoperando per trovare una soluzione comune. Parliamo precisamente di Ikea e del fortunato sito Ikeahackers nato nel 2006 per fornire ai fan dei prodotti della casa svedese nuove ed originali idee su come utilizzarli. L’azienda di arredamento nei giorni scorsi ha minacciato la richiesta di chiusura del sito degli ‘hackers’ a causa dell’utilizzo ritenuto improprio del proprio marchio e, in particolare, per aver sfruttato il logo a fini commerciali, allo scopo di trarne un vantaggio economico attraverso i banner pubblicitari. Ebbene, ora sembra stia cambiando l’aria, perché Ikea si dice disponibile a dialogare per trovare un accordo.

 

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IL CONFRONTO – A parlarne è la fondatrice e curatrice del sito, Jules Yap, in un post. «Ikea vorrebbe un confronto con me per trovare una strada», ha scritto. «Cosa vuol dire? Non lo so. Ma sono fiduciosa, anche se la mia guardia è ancora alta. Dalla nostra conversazione, non dovrò apportare modifiche ad Ikeahackers (annunci compresi) finché non sarà trovato un accordo», ha spiegato. Si tratta probabilmente di un segnale di resa di Ikea davanti all’impossibilità e inopportunità di proseguire in una battaglia legale. Ikeahackers è diventato in otto anni una vera e propria comunità di clienti che apprezzano molto (ed ovviamente acquistano anche) i prodotti dell’azienda svedese e bloccare il sito significherebbe perdere un simpatico spot e, contemporaneamente, danneggiare la propria immagine agli occhi di chi sfoglia con piacere i propri cataloghi. Oltretutto Ikeahacker può aiutare il produttore di mobili e oggetti per la casa a rendere cool dei prodotti poco attenzionati dal pubblico. Ma Ikea ha posto anche un’altra questione. L’azienda vuole che i clienti ripongano nel proprio marchio il più alto livello di fiducia possibile e teme che il logo possa essere utilizzato in maniera tale da limitare quel grado di fiducia, magari collegandolo ad attività commerciali che con Ikea non hanno nulla a che fare. La trattativa, insomma, è aperta.

 

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(Fonte immagini: Ikeahackers.net)

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