Il cerchio magico di Matteo Salvini

Grazie a Matteo Salvini la Lega Nord vola nei sondaggi, tornando ai livelli di consenso dell’era Bossi del carroccio. Il segretario padano spopola tra gli elettori del centrodestra, ma all’interno del partito la sua leadership non è indiscussa. Non solo per la rivalità con il sindaco di Verona Flavio Tosi, ma anche per il fatto che Salvini non è mai tanto stato un uomo di Palazzo. In passato è stato eletto una paio di volte alla Camera, ma dopo brevi periodi ha sempre mollato la poltrona, preferendo a Roma gli impegni da deputato europeo e quelli milanesi, prima come capogruppo in Consiglio comunale, poi come segretario cittadino. Ne parla Libero.

Foto: Stefano De Grandis/LaPresse
Foto: Stefano De Grandis/LaPresse

I FEDELISSIMI DI SALVINI – Salvini quindi, se ha davvero intenzione di sfondare, avrebbe bisogno di un esercito di fedelissimi, ma attualmente, secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano, i suoi sodali si conterebbero sulle dita di due mani. mani. A Montecitorio ci sono Gian Marco Centinaio, che ha preso il posto di Giancarlo Giorgetti come capogruppo, e poi Paolo Grimoldi e Stefano Borghesi che arrivano entrambi da quel Movimento dei Giovani padani del quale Salvini è stato segretario per ben un decennio. Al Senato, oltre al capogruppo Massimiliano Fedriga, la minipattuglia di fedelissimi conta i nomi di Raffaele Volpi, Jonny Crosio e Sergio Divina.

Leggi anche: I “belli capelli” di Matteo Salvini, concorrente a “Il Pranzo è Servito”

SALVINI E IL VENETO – Come se non bastasse il consenso di Salvini sul territorio sarebbe limitato, soprattutto in Veneto, dove non è mai stata digerita l’anessione della Liga Veneta alla Lega di Bossi. Inoltre pochi giorni fa il sindaco di Verona ha rivendicato un suo “diritto” a correre per la leadership del centrodestra in caso di primarie. In Lombardia le cose vanno molto meglio, anche se gira la voce che il governatore Roberto Maroni non abbia digerito la decisione di Salvini di non costituirsi parte civile nel processo contro l’ex tesoriere Francesco Belsito e il licenziamento dei 71 dipendenti di via Bellerio.

(Photocredit: Stefano De Grandis/Lapresse)

Share this article