Ma quanto è triste il funerale al tempo della crisi?

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A causa delle difficoltà economiche patite dalle famiglie le aziende di servizi funebri si stanno adeguando abbassando i loro prezzi nel tentativo d'intercettare una clientela vittima spesso dell'emozione

Una di quelle cose a cui nessuno pensa, probabilmente anche a causa della scaramanzia, è immaginare quanto possa costare il funerale di una persona cara. In genere l’argomento inizia a palesarsi quando un congiunto inizia a soffrire di problemi di salute. A volte però una disgrazia improvvisa costringe gli interessati a “prendere confidenza” con l’argomento.



L’AUMENTO – L’Adoc, l’associazione difesa orientamento consumatori, nel dicembre 2011 diffuse una notizia per certi versi allarmante. Un funerale può arrivare a costare 5600 euro. Secondo l’associazione, il cui testo è stato diffuso da Dromo, oggi anche morire è diventato un lusso. Nel 2001 i servizi funebri costavano 3650 euro. Oggi invece, con un aumento medio del 53, 6 per cento, per un totale di 5610 euro. Analizzando i dati nello specifico, risulta che le bare sono aumentate nel decennio 2001 – 2011 del 120 per cento, i fiori sono arrivati fino all’87 per cento, le lapidi del 26 % mentre per la chiesa si possono anche pagare 300 euro in offerte.



LE TARIFFE PER LE CREMAZIONI – Visto l’importanza di certe cifre, succede che poi qualcuno (e parliamo del 34 per cento dei clienti) paga il funerale a rate. Se si volesse risparmiare ci si potrebbe rivolgere al servizio comunale, risparmiando così il 30 per cento. Qualora si volesse risparmiare si può puntare sulla cremazione, considerata come un servizio pubblico locale sottoposto ad un regime di prezzi controllato. L’Agec ci spiega che per quanto riguarda la cremazione, il massimale previsto dalla legge per i cadaveri è di 485,34 euro. Per quanto riguarda i resti mortali il costo massimo è di 388,27 euro mentre le parti anatomiche riconoscibili costano 364 euro. I comuni spesso scelgono di rimanere al di sotto di questa cifra anche per agevolare le necessità dei cittadini. A dimostrazione di ciò l’Agec ha diffuso le tariffe di Verona, per il 2013. La cremazione di un defunto costa 218 euro, inteso come residente nel Comune. A Milano invece si pagano 262,71 euro. A Roma invece si paga, solo per la cremazione, 310 euro.

I COSTI DELLE SEPOLTURE – A vedere tali cifre risulta quasi strano immaginare che si possa arrivare a spendere mediamente 5600 euro per una tumulazione. Tmnews ci spiega come sia possibile arrivare a tale cifra, fornendo i dati di Help Consumatori. A Milano un colombaro, ovvero un loculo realizzato dal Comune per ospitare il feretro del defunto dalla durata 40ennale costa, in prima fila al Cimitero Monumentale, 4.033,18 euro, oltre agli oneri accessori. Il colombaro più economico è invece quello in ottava fila nelle gallerie inferiori, il cui costo è di 1056,07 euro. La sepoltura novantennale invece costa 7.892,29 euro, pari al valore del terreno nel giardino. Più cara la sepoltura novantennale: il costo del terreno nel giardino singolo è di 7.892,29 euro.



I PACCHETTI – A Roma invece il loculo costa massimo 3.476,42 euro mentre il minimo è di 898,76. Il top? Un loculo di fascia di pregio in seconda fila: 8.240,52 euro per una concessione quarantennale. Questi sono quindi i costi di un loculo, caro come un appartamento, se prendiamo il semplice valore al metro quadro. Poi ci sono le spese accessorie, ovvero il trasporto, la cassa, la lapide. Costo Funerale propone una serie di “pacchetti” a partire dal tipo “A”, il quale al costo di 600 euro prevede l’uso di un auto funebre comunale per tutti i cimiteri del comune di Roma, oltre alla Denuncia di morte ed alla documentazione di rito. La bara è in abete ed è completa di accessori.

SE PAGHI ECCO IL MERCEDES – Il top invece è rappresentato dal pacchetto “H”. Con 3000 euro si puo’ contare, sempre sul territorio romano, su un’auto funebre Mercedes, una bara di rovere e l’assistenza ai familiari. Ciò significa che per una funzione funebre nella città di Roma, al netto delle tasse amministrative, dei diritti comunali e delle pratiche cimiteriali, di alta gamma, si raggiungerebbe una cifra di 6.476,72 euro, alle quali poi andrebbero aggiunte anche 300 euro di offerte per la Chiesa. Ed ecco che si è superato il limite “psicologico” dei 5.610 euro.

L’OUTLET DEL FUNERALE – Parliamo quindi di cifre sicuramente importanti che hanno portato ad una nuova definizione del concetto di funerale, con tanto di risparmio. Negli ultimi mesi, complice la crisi economica imperante, sono sorte un po’ in tutta Italia aziende che praticano funerali “low cost”, ovvero servizi ad un prezzo “calmierato” e dal servizio efficace. Ha fatto scuola a Milano ed in Lombardia, grazie anche a campagne pubblicitarie aggressive sui mezzi pubblici, l‘outlet del funerale, ovvero un’azienda fornitrice di servizi funebri a partire da 1499 euro a salire, a seconda di quelle che sono le necessità di ogni cliente.

MARKETING AGGRESSIVO – Infoiva ha intervistato Daniele Contessi, presidente del Cda della società il quale spiega che è difficile in un settore come quello dei funerali poter avere una certezza del prezzo finale in quanto si tratta spesso di una “civetta” utile per agganciare il cliente. Per questo loro partono dal prezzo al quale poi verranno aggiunti dei pacchetti a seconda delle necessità. Il modo per sopravvivere? Il marketing aggressivo perché non si propone la bassa qualità come nel caso di un servizio low cost ma solo un contenimento dei costi puntando sulla trasparenza degli stessi. 

IL RUOLO DELLA PSICOLOGIA – Perché, come spiega Contessi, in questo caso la psicologia gioca un ruolo molto importante:

vendere qualcosa a chi è in una situazione di fragilità psicologica è facile, se poi il venditore è bravo ti fa pure venire il rimorso se risparmi sul funerale del tuo caro. Ragion per cui si vendono servizi a prezzi folli: la media dei prezzi di mercato non è in linea col ritorno effettivo che uno ha, a mio avviso.

Per Contessi le imprese funebri cercano di fare qualsiasi cosa pur di non dare un’immagine di trasparenza evitando di parlare di un argomento spesso e volentieri tabù. A proposito di trasparenza, viene proposto anche un vademecum anti-truffa nel tentativo di proteggere le persone dalle “segnalazioni” da parte di infermieri e portantini ai responsabili delle onoranze funebri in quanto, per usare le loro parole, “chi tenta di acquisire in modo non corretto un Cliente, ben difficilmente sarà corretto successivamente”.

FERMATEVI E RIFLETTETE – Insomma, sembra quasi che l’obiettivo dell’outlet del funerale sia quello di denunciare ciò che è definito come “malcostume” di coloro che tentano di “accaparrarsi” il caro estinto. Continua Contessi:

Se la gente si fermasse a riflettere e si informasse, manderebbe in rovina buona parte degli operatori; purtoppo rimane la remora a chiedere i prezzi in anticipo, resta il rimorso di sentirsi, mi scusi il termine, dei pezzenti se si risparmia sull’estremo saluto al caro morto. Le pompe funebri sono aziende di servizi, bisogna avere il coraggio di parlare chiaro in termini di valore di ciò che si vende. Come mi si può dire che una cassa costa 5mila euro? Sono 4 assi di legno inchiodate, se ne costa 300-400 è tanto.

perché in fondo

spesso un servizio da 1500 euro nei fatti è pari a uno da 10mila. Quello da 10mila deve valere effettivamente quella cifra per essere erogato, ma quasi sempre non è così […] Stiamo facendo quello che Ikea fa con i mobili e il design. Se qualcuno vuole comprarsi una cucina ben fatta spendendo 3mila euro va da Ikea, se la vuole da 15mila va da un artigiano in Brianza. Lei pensa che uomini e carri che escono per un servizio da 1500 euro e per uno da 5-6mila euro siano diversi? No, sono gli stessi.

VOGLIA DI TRASPARENZA – In fondo Contessi sostiene che il loro servizio, a differenza di altri, non si perde in chiacchere ma fornisce prima di tutto un prezzo dal quale poi si parte a seconda delle necessità. E spesso ciò non avviene con altre compagnie. Ad esempio l’impresa San Siro, una delle più importanti di Milano, nel suo sito internet non mette accenni di prezzi, almeno in prima pagina e nei link diretti. S’invita invece a chiamare un incaricato che metterà al servizio del cliente la sua esperienza, sicuramente certificata dalla storia e dal prestigio della stessa.

FUNERALI LOW COST – Perché ad oggi l’importante è riuscire a fare quadrare i conti mettendo insieme un buon loculo -o una buona cremazione con tanto di risparmi sia per la celletta il cui costo a Roma si aggira sui 310 euro- ed un buon servizio. A Bologna, come spiega Virgilio.it,  le aziende cittadine del settore offriranno un servizio “base” a partire da 1.380 euro, comprensivi di auto funebre e trasporto, cassa a scelta fra tre modelli prodotti da un’azienda italiana e composizione floreale, al netto delle tasse comunali. La bara sarà in abete italiano e non in mogano e non ci sarà scelta sulla location. Parliamo quindi di un bel risparmi, visto che a Bologna il costo di un funerale parte da 1.524 euro mentre per la tumulazione si spende un minimo di 1.736 euro. Alla tariffa minima vanno poi aggiunte tasse comunali, marche da bollo, pratiche ed eventuali attività di agenzia, che possono far lievitare il prezzo oltre i 2mila euro.

IL SERVIZIO DI MILANO – Il Comune di Milano invece fornisce un funerale calmierato al prezzo di 1.054 euro. Il servizio è gratuito in caso di persone assistite da Palazzo Marino o poste al di sotto della soglia di povertà. In questo caso viene fornito l’incassamento del defunto, se non è stato già eseguito dal personale sanitario, la chiusura del feretro, la fornitura della cassa in legno di abete, spallata, dotata di quattro piedini e di quattro maniglie portanti, accessoriata di imbottitura e coltrino biodegradabile, la fornitura della piastra identificativa del defunto e, su richiesta dei famigliari, della croce o di altro simbolo religioso, il trasporto del feretro dal luogo del decesso al luogo di Onoranze indi al luogo di sepoltura, l’auto funebre e quattro necrofori di cui uno addetto alla conduzione del mezzo, il trasporto dei familiari del defunto sull’auto funebre. In aggiunta possono essere chiesti fiori, addobbi, un autobus per parenti e la vestizione della salma.

LA SEPOLTURA IN TERRA A TRENTO – A questo punto segnaliamo anche il servizio offerto dal Comune di Trento, il quale offre una sepoltura in terra comprensivo di cofano, inumazione, prelievo, trasporto e sorveglianza per un totale di 1340,61 euro. Con 50 euro in più a Roma si può contare sul servizio low cost “The End”  il quale fornisce una rateizzazione a partire da 99 euro mensili e l’aggiunta di spese qualora si voglia puntare a qualcosa di più. In sostanza è difficile però quantificare veramente quanto possa costare un funerale.

RIMANETE VIGILI – Sono troppe le variabili in gioco e come sottolineava Daniele Contessi -ma com’è accaduto a chiunque abbia perso un congiunto- nei momenti successivi alla morte di una persona non si pensa né ai soldi né alla forma. C’è la paura di passare per “tirchi” e di non fornire un adeguato servizio al proprio congiunto salvo poi trovarsi sorprese. A questo punto l’unica cosa da fare qualora ci si trovi alle prese con un evento luttuoso è quello di rimanere il più possibile vigili e verificare con attenzione le condizioni di qualsiasi offerta informandosi bene su prezzi e condizioni sopratutto valutando quelle che sono le proprie possibilità. (Photocredit Lapresse)