Il leasing auto che ti salva dalle tasse

Categorie: Economia

Il noleggio auto tedesco", ovvero la locazione a lungo termine di vetture immatricolate in Germania, sta facendo parlare molto di sé a causa della reclame delle singole agenzie le quali raccomandano questa soluzione per evitare superbollo, ipt e redditometro. Il tutto nella più assoluta legalità

Eppur si muove. Lo Stato ha deciso di compattarsi contro una forma di evasione fiscale legalizzata nel mondo delle auto di grossa cilindrata. Stiamo parlando del cosiddetto “leasing tedesco”, ovvero la possibilità per singoli ed aziende di intestare vetture a soggetti provenienti dalla Germania, così da pagare le tasse al fisco teutonico, evadendo il superbollo e l’imposta provinciale, oltre a godere di una restituzione totale dell’Iva.



SEQUESTRO – Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Bolzano ha scoperto un’evasione dell’imposta sul valore aggiunto pari a 6,7 milioni di euro. Il colpevole sarebbe un’impresa di noleggio a lungo termine il quale ha subìto il sequestro su tutto il territorio nazionale di beni e disponibilità tra conti correnti ed automobili per un valore complessivo di 4 milioni Accanto alle contestazioni amministrative, nei giorni scorsi sono scattati in tutta Italia i sequestri per equivalente dei beni e delle disponibilita’ riconducibili al responsabile dell’impresa, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, tra immobili, conti correnti e autovetture. Specie in Alto-Adige negli ultimi mesi si sono moltiplicate le autovetture con targa tedesca, suscitando nella locale Guardia di Finanza più di una perplessità.



IL CASO DI MILANO – L’Alto Adige non è l’unico luogo in Italia dove tale abitudine sta prendendo piede. Mesi fa riportammo il lamento del comando di Polizia locale di Milano, il quale aveva segnalato lo strano moltiplicarsi per le strade cittadine di autovetture con targa straniera, in prevalenza bulgare. Secondo le forze dell’ordine si tratta di uno stratagemma semplice ed efficace che permette al “furbetto” di non pagare le multe, visto che le spese di riscossione per una pratica estera superano a volte il massimale dell’infrazione contestata. In secondo luogo, un’autovettura immatricolata in un paese estero “sfugge” alla mannaia fiscale italiana.

ALLA RICERCA DI UNA VIA D’USCITA – Questo ha fatto si che numerosi imprenditori in tutto il territorio nazionale abbiano cercato una specie di scappatoia, per potersi godere la propria maxi-autovettura in tutta tranquillità. Certo, una volta veniva intestata all’azienda e poi scaricata. Oggi invece le cose sono cambiate, ed è necessario trovare altre vie d’uscita. Ed ecco che si presenta pronto per l’occasione il leasing tedesco, che poi leasing non è, visto che per la legge italiana un leasing può essere erogato solo da banche e e da società finanziarie iscritte negli elenchi tenuti da Banca d’Italia.



SI VA IN GERMANIA – Allora di che si tratta? Semplice. Basta vendere la propria vettura ad una società di noleggio con sede in Germania, la quale a sua volta re-immatricola il veicolo con targa tedesca. A quel punto si stipula un contratto di noleggio a lungo termine con questa società, ed il gioco è fatto. Esiste un altro sistema, molto meno complicato: si stipula un contratto con una società che immatricola le vetture in Germania oppure ci si affida ad un intermediario il quale, sempre in terra teutonica, provvederà all’immatricolazione ed alla cessione della vettura in un noleggio a lungo termine.

RISERVATEZZA – A questo punto il nostro avrà la macchina targata come quella di Herr Fritz. Ma perché dovrebbe fare tutto questo? A spiegarlo ci pensano direttamente i responsabili delle varie agenzie dislocate in Italia, spesso emanazioni di soggetti esteri desiderosi di procacciarsi nuova clientela. Una macchina con targa tedesca rappresenta un’occasione unica in termini di riservatezza, visto che non risultano informazioni relative alle auto utilizzate nelle banche dati leasing, finanziarie od altri enti. 

LA PROCEDURA EUROPEA PER LE MULTE – Quindi niente nome e cognome in giro, nessun collegamento “soggetto-macchina”, niente di niente. Anzi, c’è di più. Niente multe. Al momento la procedura per il recupero crediti all’estro è la seguente. Gli stati membri dell’Unione Europea aderenti agli accordi di reciprocità sullo Spazio economico europeo inviano i verbali da parte delle polizie locali nei paesi di residenza degli automobilisti multati, in modo da risalire attraverso la targa ai dati dell’intestatario. Purtroppo le richieste di accertamento si perdono nei meandri della burocrazia e diventano carta straccia.

OCCHI APERTI – Basta una risposta mancata o un errore di traduzione. Anche le leggi locali possono creare problemi. Ad esempio a Gorizia non otterranno mai i dati delle autovetture immatricolate in Slovenia a meno che queste siano responsabili di un’incidente. A quel punto cosa resta? La polizia, così come i vigili urbani, si deve impegnare a tenere d’occhio la presenza di certe automobili sul territorio nonostante la targa estera. Se uno è straniero sarà di passaggio. Se inizia ad essere stanziale, allora vuol dire che qualcosa non quadra. Il confronto incrociato permette di scoprire chi fa il furbo, come dimostrato dalla Guardia di Finanza di Verona che si è accorta della presenza sul territorio provinciale di 18 “furbetti”.

MULTE SENZA FRONTIERE – Furbetti che con questo stratagemma non hanno pagato superbollo ed ipt, ovvero l’imposta provinciale di trascrizione, oltre a non essere soggetti al redditometro in quanto le società straniere non rispondono alla legislatura italiana per cui non sono soggette a multe. Nel 2013 questo problema dovrebbe essere attenuato, almeno in parte, dall’entrata in vigore di “multa senza frontiere”. Verrà istituita una banca dati comune tra gli Stati membri così da identificare la targa dell’autovettura estera responsabile di una violazione al Codice della strada. 

QUANTE SCAPPATOIE – Gli Stati membri hanno due anni di tempo per recepire la direttiva, ma già si sa che ad esempio Regno Unito e Danimarca non aderiranno. Tale direttiva poi riguarderà le infrazioni, non il possesso. Quindi il superbollo sulle vetture oltre i 250 cavalli non verrà ancora riscosso, verrà eluso l’aumento dell’Ipt, il redditometro continuerà ad essere una chimera.  Ah, tornando a “multe senza frontiere”: l’autore di una violazione stradale verrà punito anche all’estero. Se l’intestatario risulta un’azienda tedesca? Non c’è neanche il pericolo di un sequestro. Il tutto nella più completa legalità, perché l’Unione Europea autorizza questo tipo di accordi per una durata massima di 12 mesi, rinnovabili.

LA RECLAME DI ELITE LEASE – A questo punto non ci resta altro che verificare con mano se è possibile per chiunque accendere un “leasing tedesco”. Grazie ad una rapidissima ricerca con Google siamo incappati in Elite Lease, società italiana specializzata in leasing di targa tedesca. Questo è il messaggio presente nella pagina dedicata al servizio di “noleggio” a lungo termine:

Elite Lease S.r.l offre il servizio di LEASING IN TARGA TEDESCA:

Con questo sistema, vi è la possibilità di noleggiare una vettura, anche di alta gamma, non andando ad intaccare le Centrali Rischi finanziarie italiane, e non risultando fiscalmente quindi nelle linee di credito; si avrà inoltre una tassa di proprietà, il cosiddetto Bollo, molto inferiore a quello italiano (in quanto NON ESISTE IL SUPERBOLLO).

Inoltre tutte le vetture sono coperte di assicurazione FULL KASKO – RCA – FURTO INCENDIO. Questo servizio è disponibile per tutte le vetture, dalla Smart fino alla prestigiosa Ferrari 458 Italia.

Perfetto. Abbiamo tutto quello che ci serve. Niente superbollo, non si è presenti nelle linee di credito e le tasse sono più basse che in Italia. Inoltre scopriamo che tecnicamente tale “opzione” è disponibile per tutti i modelli di automobili, dalla Smart in su. In fondo viene semplicemente rispettata la legge italiana, che ammette la circolazione di autoveicoli immatricolati in Germania, concessi in locazione a cittadini italiani ed intestati a società di leasing tedesche. Essendo la vettura intestata ad una società tedesca, verrà pagata l’Iva di quel Paese, quindi al 19 per cento.

IVA DETRABILE – “La fattura emessa dal locatore tedesco, quindi, è da contabilizzarsi esclusivamente ai fini delle imposte dirette”, spiega Elite Cars. Tale imposta poi è detraibile per tutti i lavoratori soggetti ad Iva. L’importante è che la macchina abbia un uso “aziendale” e che questo sia  comunicato all’autorità fiscale tedesca. Se l’utilizzo è promiscuo, il conduttore potrà avere la restituzione dell’Iva tedesca senza pagare nulla all’Italia. Infine, se non si è soggetti ad Iva, il risparmio si limita all’aliquota più favorevole. Con buona pace della fiscalità italiana.

QUALCHE MODELLO – A questo punto è necessario comprendere giusto un’ultima cosa. Quanto costa una vettura in leasing tedesco? Rivolgiamoci ad un’altra agenzia, la Ruzzante, la quale ci rassicura con un documento di sintesi sull’efficacia del leasing tedesco stranamente uguale a quello della Elite Cars. Evidentemente una coincidenza. Andiamo a vedere cosa offre l’azienda con sede a Padova. Primo risultato: Aston Martin Db9 con cambio Touchtronic, valore commerciale 139 mila euro.

LA RATA – Questo mezzo è disponibile in modalità “leasing tedesco”, con una rata che parte da 2,800 euro mensili. In questa viene inclusa anche l’assicurazione Kasko e la deducibilità fiscale del canone e dei servizi collegati, oltre alla sicurezza di non pagare il superbollo e di non finire oggetto di una curiosità morbosa da parte degli organi di controllo finanziari. Ma come, un’autovettura da 139 mila euro che va via a 2,800? Si. Ovviamente è necessario contemplare anche il contributo iniziale, come specificato nel glossario linkato dall’agenzia Ruzzante. Il contratto come detto ha una durata di 12 mesi, rinnovabile, come previsto dalla normativa europea. Ma certo un oggetto così a 2,800 euro al mese assicurazione inclusa fa gola a molti.

BASTANO MILLE EURO AL MESE – Dite che magari un’Aston Martin potrebbe essere un oggettino un po’ troppo appariscente? Nessun problema. Puntiamo ad una Mercedes Ml350 Cdi, tremila di cilindrata, 231 cavalli. Il valore di questa vettura è di 50 mila euro, ma la rata è di soli mille euro mensili, anche qui comprensivi di kasko. A questo punto si rende necessaria una riflessione. Dato per assodato che parliamo di evasioni per milioni di euro, pensare che tali servizi possano essere pubblicizzati alla luce del sole lascia un po’ basiti.

PROBLEMA DI OPPORTUNITA’ – Certo, parliamo di servizi legali ma pubblicizzare la possibilità di poter ottenere la restituzione dell’Iva in barba alla legge italiana, definendo la storia della fiscalità italiana sull’auto nell’ultimo anno “turbolenta” potrebbe non essere moralmente accettabile, almeno in un periodo come questo in cui si chiede a tutti di fare la propria parte. Ovviamente nessuno pensa d’impartire lezioni anche perché, ribadiamo, a livello legale non viene violata alcuna legge. Ma come si può incentivare l’acquisto in leasing di autovetture al fine di non pagare le multe ed evitare superbollo, Ipt e redditometro e farlo alla luce del sole? (Photocredit Gettyimages / Lapresse / Wikipedia)