Le automobili in leasing per i privati

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Le case automobilistiche schiacciate dalla crisi ora propongono nuovi prodotti che contemplano il pagamento di una vettura in vari anni grazie al meccanismo dell'anticipo condito da mini rate mensili e concluso dal riscatto. Sperando che questo possa frenare la crisi violenta del settore. Servirà?

Non è un bel momento per i produttori di automobili. A causa della crisi e dell’aumento del costo della benzina le case sono alle prese con uno dei periodi più neri della breve storia dell’automobile.



LE CIFRE DELLA CRISI – L’anno si è aperto in un modo orribile. Lo scorso 2 gennaio abbiamo saputo che nel 2012 il mercato dell’auto in Italia è crollato del 19,87 per cento rispetto al 2011, tornando ai livelli del 1979, ovvero con l’immatricolazione di 1,402,089 vetture in 12 mesi, pari a 116,800 auto al mese, circa. Il calo delle vendite, limitatamente al dicembre 2012, è stato del 22,51 per cento a 86,735 unità, quindi meno della media mensile. Il calo ha coinvolto anche il gruppo Fiat il quale ha immatricolato. sempre nel 2011, 414.920 vetture, con un calo del 19,4 per cento rispetto al 2011, in linea quindi con quella che è stata la diminuzione media del mercato.



L’OTTIMISMO DI FIAT – Per il Lingotto invece le cose sono andate in maniera leggermente diversa: “Nel 2012, in uno scenario mai così negativo dal 1979, il Gruppo Fiat ha fatto meglio del mercato, sceso del 19,9 per cento, e ha aumentato la quota di 0,2 punti percentuali, attestandosi al 29,6 per cento”. Lo precisa in una nota il Lingotto a commento dei dati diffusi dal ministero dei Trasporti”. Un po’ come quando le questure diffondono il numero dei partecipanti ad una manifestazione, puntualmente smentiti dagli organizzatori. Lasciamo solo un dato. Se paragoniamo le vendite al mese di dicembre tra 2011 e 2012 scopriamo che a Torino si sono perse 6.424 vetture, passando dalle 31.808 di un anno fa alle 25.384 del mese scorso. Ma l’importante è guardare le cose da una giusta prospettiva.

CRISI NERA – Prendendo i conti a livello complessivo ci accorgiamo che nel 2011 sono state vendute 1,749,739 vetture. Ciò significa che si sono perse in 12 mesi 347.650 unità. In soldoni significa che sono stati persi 7 miliardi di euro in fatturato. Evviva. E non è tutto. Secondo Federauto il mercato dell’auto ha sofferto una contrazione molto più pesante dell’intera economia italiana. Se consideriamo che dal 2007 ad oggi il Pil è diminuito del 7 per cento, la perdita delle immatricolazioni è stata invece del 43 per cento. In più aggiungiamoci il dimezzamento del mercato dei veicoli commerciali ed il gioco è fatto.



I CONSUMATORI NON HANNO PIU’ FIDUCIA – Le parole dell’Osservatorio Federauto, espresse dal presidente Filippo Pavan Bernacchi, sono purtroppo chiare:

“Si chiude un anno amaro per la filiera degli autoveicoli in Italia. Purtroppo, e sottolineo purtroppo, le previsioni dell’Osservatorio Federauto sono state rispettate. Con questo dato conclusivo è chiaro a tutti che non basta prevedere numeri più ottimistici per vendere più vetture. La fiducia del consumatore, o la sfiducia, si forma non sulle dichiarazioni delle parti in campo, ma su ben altri parametri e percezioni. La diffusa disoccupazione, le aziende che chiudono, la pressione fiscale, il drastico calo del consumo interno, l’incertezza politica, il prossimo aumento dell’Iva previsto a luglio. Tutto questo insieme ci fa prevedere, per il 2013, un mercato vicino a 1.330.000 unità”

LA PIOGGIA DI TASSE – Per Federauto il problema è molto grave e la colpa sarebbe degli ultimi governi succedutisi alla guida del nostro Paese. “Il mercato dell’auto -ha continuato Pavan Bernacchi- subisce l’overdose d’imposte indirizzate a colpire, se non criminalizzare, l’acquisto, il possesso e l’uso degli autoveicoli”. Tra aumento dei pedaggi, crescita dei premi per le Rca, rincaro di accise, bolli, imposte provinciali di trascrizione l’aumento dell’Iva e la nascita del superbollo, il mercato è stato appesantito e depresso senza che chi di dovere si sia preoccupato. Anzi, il governo Monti ha pure ridotto la deducibilità delle vetture aziendali portandola dal 40 al 20 per cento, mentre in Europa chi acquista una vettura si può scaricare il 100%, vedi in Germania.

CAMBIATE LA MACCHINA – Allora bisogna rassegnarsi all’ineluttabile, ovvero al crollo delle vendite ed alla fine di un mercato che per anni ha trainato l’economia mondiale? No. A questo punto tocca ai produttori “risvegliare” l’interesse delle persone per l’acquisto di una vettura spingendoli a cambiare la loro auto, vecchia di almeno 10 anni ed affetta da una serie di acciacchi, nonostante la congiuntura negativa, e per farlo hanno deciso di proporre un servizio molto simile ad un leasing, nella speranza che l’illusione di pagare meno un bene possa servire per risvegliare un mercato ormai finito in coma farmacologico.

IL LEASING – Prima di spiegare meglio la situazione cerchiamo di spiegare bene che cosa s’intende per leasing. Tale parola deriva dal verbo inglese “to lease”, ovvero “affittare”, ed indica la pratica per cui un soggetto, ovvero il locatore, concede all’utilizzatore il diritto di usare un bene a fronte di un canone periodico. Scaduto il contratto si può restituire il suddetto bene o acquistarlo attraverso un riscatto. Il primo canone è generalmente più alto di quelli successivi e per questo viene chiamato “maxicanone iniziale” così da premunirsi in caso di un’eventuale difficoltà dell’utilizzatore ad onorare le rate (con conseguente ritiro del bene locato). Per quanto riguarda le automobili parliamo di leasing “operativo”, ovvero sono le case a cedere il bene o direttamente all’utilizzatore o attraverso un soggetto terzo, ovvero una società finanziaria. In questo caso si chiama “leasing trilaterale”.

LE RATE – Questa lezione è stata necessaria così da spiegare cosa sta succedendo in questi mesi nel mercato dell’auto. Le pubblicità in tv, sui giornali e sui cartelloni in strada stanno mostrando sempre più case pronte a proporre dei canoni di locazione con un maxicanone iniziale, un pagamento rateale di due o tre anni ed una maxirata finale in caso di riscatto del bene. Parliamo ad esempio di Opel, di Mercedes, di Smart, Ford. Tutte queste case propongono soluzioni che sono di fatto dei leasing per invogliare l’acquisto di un’auto nuova esaltando le rate e mettendo in “piccolo” l’entità del contributo iniziale e della maxirata finale. Parliamo pur sempre di pubblicità, eh.

A 98 EURO AL MESE – Da qualche giorno campeggia in tutta Italia questa pubblicità di Smart che vi invita ad acquistare una nuova Fourtwo a 98 euro al mese con possibilità di restituire la vettura tra due anni. Ad un calcolo superficiale quindi si può pensare che si riesce a guidare un’auto nuova per poi liberarsene dopo 24 mesi per un totale di 2136 euro. Una pacchia. Già, ma come tutte le cose troppo belle è necessario spolverare il cerone per vedere la realtà dei fatti, sapientemente illustrata da questa pagina web.

QUALCHE CONTO – Intanto partiamo dall’ammontare del maxicanone iniziale: 2500 euro. E già s’iniziano a nutrire dubbi. Il maxicanone finale è di 6.202 euro, che ricordiamo verranno pagati per una vettura che avrà già due anni. Un po’ come comprarla usata, se consideriamo la svalutazione del 20 per cento appena acquistata più un altro 20 per cento per anno. Del resto il prezzo chiavi in mano è di 10.077 euro, Ipt esclusa. Quindi i conti tornano. La chicca arriva dopo. Sommando rate e riscatto finale si scopre che il consumatore dovrà a Smart 8.898 euro comprensive di spese d’istruttoria, pari a 363 euro, oltre al bollo da 14,62 ed il Rid da 2,66 da pagare ad ogni rata. Il tutto ovviamente Iva inclusa. Ok, manca un pezzo. Ed i 2.500 euro di anticipo? Eccoli. 8.898 + 2.500 = 11.398. Vi abbiamo presentato il primo caso di macchina che viene pagata più del suo valore a soli due anni dall’acquisto. Merito del tan fisso al 6,40 per cento e del taeg al 10.34. La restituiamo prima? Ok, togliamo dagli 11,398 la maxirata finale da 6.202: 5196 euro per una macchina tenuta due anni.

IL LEASING TARGATO MERCEDES – Il tutto salvo approvazione di Mercedes – Benz Financial Services. E rimaniamo in casa della stella a tre punte. A Stoccarda si sono inventati una formula innovativa, chiamata Drive Pass, ovvero un leasing aperto a tutti e che riguarda tutti i modelli. Il funzionamento è lo stesso di quello previsto da Smart ma l’importo e la durata delle rate cambia a seconda della vettura scelta. Andiamo con una Classe B:

COSTA COME UN NUOVO ED UN USATO – Il valore di mercato del modello in questione, una B180 Efficency, è di 21.862 euro inclusive di Ipt. Mercedes propone un anticipo di 4,200 euro ed un finanziamento di 24 mesi o 40 mila chilometri di 249 euro per 23 canoni, quindi 5.727 euro, grazie al Tan al 5,99 per cento ed il Taeg al 7,74. Il riscatto finale è di 13,810 euro, per un totale quindi di 23.737 euro ai quali vanno aggiunti i 363 di apertura pratica, i 14,62 di bollo ed i 2,66 di Rid per ogni incasso. Questi due esempi cosa indicano? Come è visibile dai siti si cerca di dire a tutti, anche a coloro che generalmente non comprerebbero una Mercedes, che si può fare perché i prezzi sono bassi. Già, poi si fa un conto delle spese complessive e si capisce che le cose stanno in maniera differente. Quasi conviene aspettarla usata dopo 3-4 anni.

IL TASSO ZERO DI OPEL – Terzo esempio. Da qualche giorno Opel ha iniziato un battage pubblicitario particolarmente aggressivo relativo alla possibilità di finanziare l’acquisto di un’auto nuova a tasso zero. Nello specifico l’offerta riguarda le vetture “Gpl Tech”, quindi con doppia alimentazione per una rata che parte da 99 euro al mese. Prendiamo ad esempio la vettura che offre questa possibilità, ovvero l’Opel Corsa.

Partiamo dal messaggio: 26 euro per un pieno di Gpl (al quale sommiamo il costo della benzina che va nell’altro serbatoio), nessuna manutenzione straordinaria e 1,200 chilometri di autonomia. Poi andiamo a spulciare nel dettaglio per capire cosa ci propongono i costi. Il prezzo promozionale della vettura è di 11,550 euro mentre le rate da 98.89 euro sono 35, per un totale di 8,006 euro, maxirata finale è di 4,389 euro inclusa. Poi ci sono i 300 euro di istruttoria -esclusi- i 14,62 euro della marca da bollo, i 3,50 euro dell’incasso rata, le periodiche di 3 euro e l’attivazione del contratto che vale un euro. Sommiamoci l’anticipo di 4000. E’ vero, è a tasso zero con un Taeg da 2,57 euro. Ma se sommiamo tutto scopriamo che ma se sommiamo le tre voci scopriamo che la macchina ci viene a costare 12,306 euro. 800 euro in più, niente da dire. Ma anche qui dopo tre anni paghiamo il valore di una vettura che qualcuno potrebbe già venderci come usata.

LE TRE POSSIBILITA’ DI FORD – Infine analizziamo un’altra tipologia garantita da Ford, chiamata “idea Ford”.

L’esempio è relativo all’acquisto di una nuova Fiesta. Secondo questo programma la sezione tedesca della casa americana consente, secondo le intenzione, di guidare un veicolo nuovo ogni due o tre anni “sfruttando al meglio le proprie capacità finanziarie”. Anche qui esiste la formula dell’anticipo con 24 o 36 rate ma alla fine del periodo si può scegliere tra tre opzioni. Prima dell’acquisto la casa comunica quello che verrà la macchina dopo due-tre anni e questo potrà servire per la valutazione finale dell’offerta. Allo scadere delle rate si può scegliere se rinnovare il contratto per un’altra Ford, tenersi la macchina pagando la maxirata finale, magari con un nuovo finanziamento o restituire la macchina.

ECCO COME STANNO LE COSE – Quindi, parlando di una Ford Fiesta, avremmo 24 rate da 281,31 euro con un anticipo di 1800 ed un saldo finale di 5,052 euro pari al valore ipotizzato dell’usato. Questi confronti ci dimostrano però tutte le difficoltà di pervenire all’acquisto di un’auto nuova e la motivazione di questa riflessione la si trova nella maxirata finale. Anzi, paradossalmente Ford ci spiega come stanno realmente le cose. Le case chiedono agli automobilisti di pagare alla fine il valore presunto dell’auto al termine del finanziamento. Ma a questo punto un automobilista può contare su una compravendita da un privato spendendo effettivamente quei soldi per una macchina che non ha pagato prima. Insomma, perché devo pagare due volte una vettura, la prima per i primi due anni e la seconda per il resto della sua vita?

IN ATTESA DELLA CRESCITA – Le case però cercano di fare quanto più in loro potere per incentivare l’acquisto, spalmando anche il costo del debito. Ma è necessario ricordare che ad oggi il prezzo di un’automobile media è diventato insostenibile per la maggioranza degli italiani e lo dimostrano i dati di vendita comunicati lo scorso due gennaio. Finché la mia “vecchietta” va bene non vedo perché debba cambiarla. Le case si sono accorte del trend e cercano di correre ai ripari pubblicizzando offerte interessanti ma solo in apparenza. Probabilmente anche questo settore dovrà aspettare la ripartenza ma in attesa del momento tanto agognato si dovrà andare avanti con quel che si ha, sperando che tutte le auto del mondo si rompano allo stesso momento. Allora si che il mercato tornerà a crescere.