Il letargo ti allunga la vita

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Il periodo d'ibernazione di alcuni animali nasconde segreti che potrebbero tornare utili anche alla nostra salute

Avreste mai immaginato che il letargo potrebbe nascondere alcuni segreti che potrebbero essere utili all’uomo in caso di malattie cardiache, osteoporosi e distrofia muscolare?



COS’E’ IL LETARGO? – Sciencenews ci spiega che il letargo non significa dormire per sei mesi, ma si tratta di una specie di “congelamento” di emergenza per mantenere i ritmi vitali attivi. Potremmo quasi definirlo uno stato di “coma” interrotto di tanto in tanto per andare a fare i bisognini. La maggior parte degli animali in letargo non mangia e non beve e sopravvive grazie al grasso accumulato nei mesi di veglia. Il metabolismo rallenta, la temperatura corporea si abbassa fino ad arrivare al caso degli scoiattoli dell’artico la cui temperatura arriva quasi a zero.

IL RUOLO DELLA SCIENZA – Quasi non respirano più, il corpo si spegne eppure non muoiono, mentre un uomo se ne andrebbe in poche ore. Perché? E soprattutto, visto che l’uomo a modo suo conosce un ciclo letargico con aumenti e diminuzioni di peso, potrebbe a suo modo sfruttare i cicli degli animali. La scienza ha cercato negli anni di stimolare nelle cavie i problemi tipici degli uomini come infarto e distrofia muscolare per capire come questi possano curarsi e si è scoperto che molto è possibile attraverso il letargo.



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IL RUOLO DEL COLESTEROLO – Un esempio arriva dall’orso bruno che va a dormire per molti mesi, conserva un alto tasso di colesterolo ma non sviluppa disturbi cardiaci visto che il colesterolo non si accumula nei vasi sanguigni né problemi alle ossa. Se gli scienziati capissero qual è il meccanismo che governa questo passaggio, questo potrebbe essere usato per gli astronauti e per i bambini con problemi muscolari. La stessa cosa vale per il grasso, il serbatoio di energia di questi animali per i quali è come portarsi dietro un panino, e tanto più grasso riescono ad accumulare, tanto è più facile che sopravvivino all’inverno.



CONTRO L’OSTEOPOROSI – Inoltre il letargo dovrebbe portare problemi ossei come accennato precedentemente, visto la permanenza per mesi nella stessa posizione e senza alcuna attività. Per un uomo sarebbe quasi nocivo visto che gli arti andrebbero ad atrofizzarsi. Questo non succede con gli orsi bruni del nordamerica i quali dimostrano come il letargo non influisca minimamente nella tenuta fisica dell’animale. Anche l’azione delle cellule deputate al mantenimento delle ossa seppur siano meno attive durante il periodo letargico fanno bene il loro dovere.

COMBATTEREMO LA TROMBOSI? – Queste proprietà degli orsi secondo gli scienziati potrebbero essere traslate presto agli esseri umani così da curare in futuro l’osteoporosi attraverso l’uso del paratormone, la sostanza che permette agli orsi di mantenersi in salute, come dimostrato anche dalle cavie di laboratorio. E probabilmente gli orsi detengono il segreto che impedisce la trombosi visto che il loro sangue non coagula come il nostro dopo molte ore d’inattività.

GABBIA FREDDA – Gli scoiattoli poi potrebbero aiutare a capire un altro aspetto fondamentale del letargo, ovvero la perdita di sangue. Gli scoiattoli durante il letargo respirano solo dalle due alle quattro volte al minuto, e il loro cuore compie altrettanti battiti. L’animale si pone in una sorta di gabbia fredda per potersi proteggere a sua volta, si adegua quindi alla realtà circostante. Ogni due settimane però si riattivano, si muovono e tornano a “dormire” consumando energia, facendo i bisogni ma senza mangiare.

MELATONINA PER TUTTI – E il loro corpo vive una sorta di ciclo del sangue, per cui questo tende a diminuire durante il periodo del letargo. Nell’uomo la mancanza di sangue porta alla morte visto che non è più possibile l’ossigenazione, ma questo non succede con gli scoiattoli il cui corpo secerne melatonina per dare il via ai muscoli. Una sorta di spinta per attivarsi e camminare. Quindi se venissero somministrati ai soldati feriti in battaglia dei cocktail di melatonina questi potrebbero sopravvivere in attesa di una trasfusione come successo per le cavie. In un esperimento hanno tolto il 60 per cento del loro sangue e queste sono morte in un’ora. Invece ripetendo lo stesso esperimento con altre cavie alle quali era stata fatta assumere della melatonina, queste hanno vissuto per oltre tre ore.

 

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