Il mistero (risolto) del mostro sulla spiaggia
22/08/2013 di Redazione
Un mostro marino? Un dragone? Quello che è certo è che la carcassa puzzolente trovata sulla costa spagnola di Luis Siret risale ai resti di un pesce gigante o uno squalo volpe. Nessun mostro dunque ma la scoperta nel villaggio andaluso di Villaricos, che ha invaso i media, ha una spiegazione scientifica. Nbc news ha seguito il caso.
IL RITROVAMENTO – “Una signora ha trovato una parte, e ci ha aiutato a recuperare il resto”, ha raccontato la coordinatrice locale della Protezione civile Maria Sanchez. “Non avevamo idea – continua – di cosa fosse. Davvero, puzzava, era come in fase avanzata di decomposizione”. Alcuni ambientalisti del Programma in difesa degli animali marini Promar, stavano cercando di identificare i resti. Europa Press ha parlato con un coordinatore del gruppo, Francisco Toledano. L’uomo ha rivelato che l’analisi del corpo è stata fatta sulle immagini dato che gran parte dei resti è stata sepolta dalla sabbia.
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IPOTESI SQUALO VOLPE – Secondo Toledano l’analisi preliminare ha stabilito i 13 piedi di lunghezza (4 metri di lunghezza) per la carcassa. Almeria24h.com ha riportato nei giorni precedenti l’opinione di alcuni esperti, che hanno ipotizzato il corpo di uno squalo volpe (Alopias vulpinus). Questa tipologia di squali ha una pinna distintiva che può diventare ancor più lunga del corpo dello squalo stesso. David Shiffman, dell’Università di Miami è ancora perplesso. Lui, ricercatore di squali, sul suo blog e in uno scambio di tweet con l’emittente NBC News racconta: “E ‘difficile da dire, ma l’ipotesi ufficiale più plausibile rimane quella dello squalo volpe”.
SICURO SQUALO – “Il mistero è stato risolto” dichiara l’ittiologo Dean Grubbs della Florida State University. Grubbs è uno specialista biologo specializzato in squali. “Questo è sicuramente lo scheletro di uno squalo”, rivela Grubbs a NBC News in una e-mail. “Gli elementi verso la schiena – spiega – possono confondere, ma quelli situati a supporto della pinna caudale no. Sono le “corna”, le ‘scapulacoroidi’ che sostengono le pinne pettorali”.