In Giappone, puntualmente, all’inizio di ogni nuovo anno si ripresenta la tragedia dovuta al “riso dolce”. Quest’anno il bilancio segnala un morto e molti ricoveri in ospedale
IL RISO KILLER – Sabato scorso, una donna di 66 anni che abitava alla periferia di Tokyo, è morta proprio a causa di un’intossicazione dovuta al tipico alimento giapponese. Un pericolo conosciuto e che pure, ancora oggi, in molti sottovalutano nel paese asiatico. Il giapponese medio consuma circa 1 kg di mochi ogni anno, la maggior parte dei quali è consumato durante la prima settimana del nuovo anno. Anche se innocuo per la maggior parte, puntualmente ogni anno, in particolare nel periodo delle feste, ci sono delle vittime. I motivi sono però molteplici tra cui, soprattutto, il fatto che il riso tende a depositarsi nella gola e a bloccare le vie aeree specie delle persone più anziane, la cui capacità di masticazione e la stessa secrezione della saliva con gli anni si indebolisce. Questo cibo tradizionale, ogni anno, causa il ricovero in ospedale di circa un centinaio di pazienti nella sola Tokio.
COLPA DI UN GERMOGLIO – il problema, quindi è l’alta viscosità della pietanza dovuta proprio ai germogli di riso. Il mochi viene servito immerso nel brodo caldo in una zuppa nota, come detto, col nome di Zoni, il che non fa altro che aumentare la viscosità. Quasi la metà dei danni inflitti dal mochi, nella sola Tokyo, si verificano nel mese di gennaio. I media giapponese ha riferito di otto morti per mochi a Tokyo, nei primi tre giorni dell’anno nuovo. Morti evitabili, se la pietanza fosse cucinata in modo diverso. Tuttavia,alcuni stanno iniziando a mettere in discussionela tipica pietanza. Tuttavia, per rendere l’idea, sarebbe come da noi, di punto in bianco, si vietasse a Capodanno lo zampone, gli agnolotti in brodo, il capitone o il panettone a Natale. Del resto le intossicazioni alimentari in Giappone non sono una rarità. Nel 2008, uno studio ha segnalato che la polvere di gelatina di frutta “Yam konjac” ha causato la morte per soffocamento di 22 persone nell’arco di 13 anni.