Il Movimento 5 Stelle? Non è più (solo) roba da giovani

09/05/2014 di Donato De Sena

Vai in piazza per seguire un comizio di Beppe Grillo e ti aspetti di incontrare una folla quasi monopolizzata da irriducibili e giovani militanti, da quei ventenni o trentenni che conoscono alla perfezione il mondo della rete e dei social network e che rappresentano – lo dicono tutti i sondaggi – il principale bacino elettorale del Movimento 5 Stelle. Ti aspetti di incrociare gli sguardi di qualche anziano un po’ spaesato o a disagio per la sua età troppo lontano dalla media anagrafica. Oppure ti aspetti di ascoltare solo quelle lamentele verso il mondo della politica legate all’incapacità dei partiti tradizionali di dare risposte adeguate alle nuove generazioni. E invece no, scopri qualcosa di diverso. Loro, i ragazzi che hanno imparato a conoscersi ed organizzarsi nei Meetup, rappresentano sicuramente la spina dorsale del Movimento 5 Stelle. Sono i più attivi. I più numerosi. E senza dubbio quelli maggiormente capaci di coinvolgere altre persone a partecipare in prima persona agi incontri, ai gazebo, al passaparola. Ma scopri anche che non sono soli, che da movimento della rete il 5 Stelle sembra aver assunto sempre più, anche tra gli attivisti, le sembianze di movimento rappresentativo dell’intera popolazione, per età, estrazione sociale, cultura.

 

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LA LOTTA CONTRO L’INFORMAZIONE «BUGIARDA» – Abbiamo notato questo, ieri, a Napoli, nel cuore del Rione Sanità, in una delle zone più disagiate del capoluogo campano, dove Beppe Grillo insieme ad un nutrito gruppo di parlamentari è intervenuto per il #VinciamoNoiTour, il tour di comizi organizzato in vista delle Elezioni Europee del 25 maggio. Cinquantenni e sessantenni, pensionati o prossimi alla pensione, uomini e donne, si sono ritagliati uno spazio rilevante non solo nell’elettorato (è ovvio che il raggiungimento di una quota di consenso del 25% presuppone il sostegno di ogni fascia della popolazione) ma anche e soprattutto tra quei militanti che, spilla del Movimento al petto, già una o due ore prima dell’inizio della manifestazione si prodigano affinché tutto fili liscio nel corso dell’evento. È il caso di Gaspare, ad esempio, ex operaio 52enne di Calvizzano ed ex elettore di sinistra che al comizio di Grillo si è presentato con tutta la sua famiglia. «Votavo Pd, ma mi sono accorto che sono dei bugiardi, falsi e ipocriti», afferma con tono forte quando gli chiediamo per chi votasse prima dell’arrivo dei 5 Stelle. È la prima di una serie di riflessioni che ascolteremo da diversi militanti. Gaspare come altri, ci tiene ad esempio a precisare il proprio interesse per la partecipazione. «Grillo è solo il nostro portavoce, noi non crediamo alla singola persona, al leader, crediamo al gioco di squadra», ci spiega. E ancora, sul suo attivismo, dice: «Io faccio informazione, lo faccio da un anno e mezzo, mi sono preso l’impegno di andare di casa in casa da parenti e amici per fare passaparola. La gente credeva nell’informazione italiana, ma è un’informazione bugiarda che ci prende in giro da anni».

 

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L’INTEGRAZIONE TRA RAGAZZI E ANZIANI – A lavorare in prima persona sul territorio c’è anche il 68enne Aldo, un ex elettore di destra e di sinistra, ex elettore perfino della Lega Nord, che vive nel quartiere Vomero e che dice di essersi messo con convinzione al servizio del Movimento «per i figli e per i nipoti». «Ho iniziato come elettore – racconta – poi mi sono sempre più riconosciuto nel Movimento, mi sono iscritto e appena ho un po’ di tempo libero vengo qua, vado ai gazebo, vado a parlare con le persone, che non sono adeguatamente informate dalla televisione. Pensi che mia moglie è ricoverata, l’ho lasciata in ospedale per venire in piazza e fare il mio dovere di cittadino». E i giovani? «Mi trovo benissimo con loro, io e il mio amico che ha la mia età – spiega – ci siamo integrati alla perfezione». Aldo parla di Elio, 67enne, ex elettore di centro e destra, che parlando con noi spiega: «C’è sicuramente una prevalenza dei giovani, ma oltre a loro ci sono gli anziani come me che danno un contributo». «Io – continua – come tanti altri della mia età, schifato e deluso dalla politica circa 2 anni fa ho deciso di andare a seguire questi giovani, ho partecipato a 3 o 4 meeting che organizzavano ai bar o ai giardinetti. Ho ascoltato in silenzio e ho cercato di capire lo spirito che li animava. Alla fine mi son trovato a condividere il loro spirito e soprattutto l’onestà intellettuale, una cosa che i nostri politici non sanno nemmeno dove sta di casa. Oltre che diffondere l’informazione ora cerco di attivarmi per creare settimanalmente degli incontri in cui si spiegano le logiche del Movimento».

 

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IL RIFIUTO DELLA VECCHIA POLITICA Annamaria, ex docente e capo d’istituto ed ex elettrice di sinistra, dice invece di essere impegnata da poco tempo per il Movimento, e di essersi avvicinata all’attivismo prima seguendo gruppi di discussione sul Meeup Napoli e solo in seguito partecipando alle riunioni. Anche per lei etichettare il Movimento come cosa da giovani è un po’ riduttivo, visto che sostiene che il rapporto di forze tra i più anziani e i giovani «potrebbe essere addirittura di 60 a 40 o 70 a 30 a favore delle persone adulte», almeno – precisa – nei gruppi da lei frequentati. Incontriamo poi Antonio, altro pensionato 66enne, ex elettore di Forza Italia, che però non partecipa ai Meetup e che ha qualcosa da dire al deputato e presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico. «Perché si parla sempre dei giovani e mai dei pensionati? Per la riforma Fornero devo aspettare ancora per andare in pensione», ci dice Antonio dopo aver parlato con il cittadino portavoce che siede in Parlamento. Poi tocca a Cesare, 63 anni, pensionato, ex dipendente dell’Università, attivista nell’Ottava Municipalità di Napoli, anch’egli impegnato a fare gazebo e propaganda per divulgare il programma. Cesare ci dice che proviene dal mondo del sindacato e che per lui il rapporto di forza tra giovani e meno giovani è di 65 a 35: l’ennesima conferma di un forte flusso di consensi dal mondo della sinistra. L’ennesima, ma non l’ultima. Ad accompagnare Cesare al comizio c’è un altro coetaneo, Enzo, 60enne elettore 5 Stelle ma non attivista, il quale, quando gli chiediamo i motivi della sua scelta di voto, esclama senza mezze misure: «Il Movimento 5 Stelle è l’unico movimento popolare spontaneo che può battere la politica ladruncola romana. Io votavo Pd. Sono stato deluso da tutto!».

 

LA DOMANDA DI LAVORO E DI FUTURO – Parole inequivocabili come quelle di Grillo e dei suoi più giovani sostenitori. Se interpellati anche i ragazzi non esitano a far sentire la propria voce con l’unica differenza che per alcuni di loro, vista la giovanissima età, è spesso impossibile porre domanda su quale sia stato il loro orientamento politico in passato. La questione più scottante è dunque quella del lavoro, del futuro, della speranza da ritrovare in un paese martoriato da decenni di malapolitica. Già, la malapolitica. Durante l’intervento di Grillo sono soprattutto i più giovani tra il pubblico ad assecondare l’invito del comico genovese e gridare «Tutti a casa!». Sono i giovani a provare a far partire il coro «Fuori la mafia dallo Stato!». Sono loro in particolar modo ad urlare quando viene ricordata la possibilità di mandare a casa il governo e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un sol colpo. Insomma: la piazzetta del Rione Sanità ieri sera non era affatto gremita. Ma il messaggio per il Pd e la maggioranza di piccole o grandi intese è stato chiaro. Il boom grillino dello scorso anno non è da considerare affatto come evento passeggero, e va ritenuto (almeno parzialmente) fallito il tentativo renziano di sanare il malessere degli ex elettori del suo partito. Sia quello dei 20enni che dei 60enni.

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