Il pastore sardo che ha “rubato” a Berlusconi un milione di euro

15/06/2011 di Dario Ferri

Paolo Murgia pascolava le pecore in terreni del Cav. E ha avanzato l’usucapione. Finché il premier non ha dovuto pagarlo

Una storia davvero singolare, quella che Franco Bechis riporta su Libero. E’ quella di Antonio Murgia, illustre sconosciuto che ha sfilato quasi un milione di euro a Silvio Berlusconi. Grazie a delle pecore da portare al pascolo:

Murgia era il pastore sardo che dall’inizio degli anni Ottanta portava le sue pecore sotto Olbia, sui terreni che appartengono a Berlusconi attraverso una delle società del gruppo Fininvest, Edilizia Alta Italia. Lui pascolava e i manager del gruppo provavano ad allontanarlo. Anche perché quei terreni non erano destinati al pascolo, ma a uno dei progetti di sviluppo edilizio-turistico più importanti di tutta la Sardegna: quello di Costa Turchese.  A forza di pascolare Murgia sosteneva che i suoi terreni erano diventati di sua proprietà, per la legge dell’usu capione. Con i figli aveva tempestato di ricorsi il tribunale di Tempio Pausania. La società di Berlusconi, che stava spendendo un tesoro in avvocati e intanto aveva bloccato il proprio progetto turistico, aveva provato a trattare, buttando ancora nel 2009 sul piatto 250 mila euro perché Murgia e la sua famiglia portassero le pecore in altri pascoli. Lui aveva rifiutato: “que – sti soldi sono pochi. Voglio il terreno!”.

In una guerra di carta bollata che andava avanti da tre decenni Berlusconi le aveva provate proprio tutte:

Fu perfino firmato un verbale di conciliazione giudiziaria attraverso cui Edilizia Alta Italia concesse a Murgia il diritto di pascolo senza pretendere nulla in cambio su parte del terreno in località Murta Maria/Capo Ceraso. Sembrava finita lì, ma i manager di Edilizia Alta Italia colpevolmente si distrassero. Le pecore del Murgia figliarono, il gregge aumentò considerevolmente e il pastore sconfinò di un bel po’. Nessuno controllava, così dopo un po’ di anni altra causa per rivendicare quel terreno grazie all’usuca – pione. Di pascolo in pascolo alla fine Murgia si riteneva proprietario di circa 83 ettari, bloccando con le sue cause il progetto immobiliare. Alla fineproprio prima che il pastore morissei manager di Berlusconi hanno provato ad alzare la posta.

E sono riusciti a firmare l’accordo. Costosissimo:

Che- lo rivela il bilancio 2010 di Edilizia Alta Italia- è costato assai salato: 891.812 euro “per la definizione stragiudiziale del contenzioso intentato ai danni della società riguardante l’intervenuto diritto di usucapione su una rilevante quota dei terreni di proprietà”. Una botta per la società, costretta infatti a chiudere l’anno con un rosso di quasi un milione di euro. Ma i guai non sono finiti lì. Perché il caso Murgia ha scatenato l’emulazio – ne. Da un lato il povero pastore scomparso l’anno scorso è divenuto una sorta di icona politica (suo malgrado) sia dei movimenti anti-berlusconiani, sia di quelli ecologisti in senso lato che ne hanno fatto la loro bandiera contro qualsiasi speculazione edilizia, dall’altro il suo braccio di ferro ha fatto accendere una lampadina nella testa di altri pastori. Nel 2009 il tribunale di Tempio Pausania aveva già stabilito che 83 ettari di terreno di Berlusconi in località Cugnana dovevano essere trasferiti ai coniugi Putzu (altri due pastori) per intervenuta usucapione. A fine 2009 ne è spuntato un altro, il signor Elido Bua, che ha chiesto per gli stessi motivi l’usucapione su 85 ettari di Berlusconi sempre in località Cugnana. L’anno scorso Edilizia Alta Italia segnalava l’evento tranquillizzando gli azionisti: “la richiesta è assolutamente infondata”. Quest’anno il tono è assai più prudente: “il caso è ancora alle prime fasi dibattimentali e non è, pertanto, possibile formulare previsioni circa il suo esito”.

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