«Il post di Beppe Grillo su Laura Boldrini è contro le donne»

«Chiaramente misogino»: così il commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, ha definito il “post” di Beppe Grillo sul presidente della Camera Laura Boldrini del primo febbraio scorso citandolo come esempio «di un fenomeno vasto e sottostimato – il discorso d’odio verso le donne – che deve essere affrontato con urgenza». Muizniesk, in un suo intervento alla vigilia della festa dell’8 marzo, ha poi ricordato che Boldrini, sin dal suo insediamento, «è stata il bersaglio di ripetuti discorsi d’odio». Il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa vorrebbe che i leader politici iniziassero con l’utilizzare l’8 marzo, la giornata delle donne, per inviare a tutta la società un messaggio che indichi in modo chiaro che la violenza verbale contro le donne non ha cittadinanza in una democrazia e che non sarà tollerata. «Il discorso d’odio contro le donne sta proliferando, soprattutto su internet, con inviti giornalieri a usare la violenza contro di loro e il diffondersi di minacce di stupro e omicidio» ha sottolineato Muiznieks. E se l’esempio più conosciuto è quello di Malala Yousafzai, divenuta oggi un simbolo della lotta delle donne nel mondo, osserva il commissario, «casi recenti ci rammentano che siamo assolutamente nel torto se crediamo che l’Europa sia esente da questo fenomeno». A dimostrarlo, ha aggiunto il commissario, è anche il caso italiano dove «il presidente della Camera, Laura Boldrini, è stata il bersaglio di ripetuti discorsi d’odio sin dal suo insediamento», incluso quello pubblicato recentemente dal leader del Movimento 5 Stelle sul suo blog. «E’ necessario che gli Stati mettano a punto una serie di misure legali e politiche per condannare con fermezza il discorso d’odio e punire chi ne è colpevole» ha osservato ancora il commissario invitando tutti i media, tradizionali e non, «a impegnarsi nel mostrare e marginalizzare i discorsi».

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IL POST SULLA BOLDRINI – Continua così in Europa la polemica partita in Italia dopo il post del Semplice Portavoce che linkava un video di un attivista al volante con un cartonato della Presidente della Camera. Sul blog di Grillo si lanciava un sondaggio chiedendo cosa dovrebbe fare Boldrini, sottinteso dopo essersi comportata in maniera che a Grillo e ai suoi non è piaciuta, offrendo un bel ventaglio d’opzioni:

Deve dimettersi spontaneamente
Il M5S deve presentare contro di lei una mozione di sfiducia
Deve scusarsi di fronte ai deputati per aver violato il regolamento
Deve chiedere a Napolitano formalmente di non firmare il decreto Imu-Bankitalia
Deve spiegare agli elettori di Sel i motivi del regalo di 7,5 miliardi alle banche
Deve proporre l’espulsione del questore Dambruoso per l’aggressione a una deputata del M5S

Il parere degli attivisti su Facebook veniva lanciato così:

«Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?
Guardate un po’: http://goo.gl/veFQKA
Belìn, è fantastico!»

Tra le risposte allucinanti ce ne furono parecchie che inneggiavano allo stupro del presidente della Camera, altre che invece suggerivano di picchiarla e poi costringerla a prostituirsi:

«la porti in un campo rom e la fai trombare con il capo villaggio…»

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MISOGINIA, POTENZIALI STUPRATORI E TWEET – Commenti che poi hanno sollevato il polverone e le dichiarazioni di Boldrini stessa, che ospite da Fazio ha definito “potenziali stupratori” i frequentatori del blog di Beppe Grillo. «Quello che è accaduto è una terribile onda di violenza scagliatasi contro il governo e la presidenza. Ho visto persone che non erano in grado di contenersi, due deputati mi hanno detto qualsiasi ingiuria o insulto perché non erano in grado di fermare l’azione violenta. Questo non è concepibile». Poi continua: «Dopo questo evento c’è stato anche un episodio in commissione giustizia, con l’insulto sessista alle parlamentari del Partito Democratico: tutto questo non era mai accaduto e mi fa venire alla mente qualcosa di brutto. Credo che siano atti eversivi». La polemica è poi proseguita col tweet (poi cancellato) ad opera di Claudio Messora, dello staff comunicazione Senato 5 Stelle:

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