Il sesso a 14 anni e la perdità della verginità di Beatrice Borromeo

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Nell'inchiesta, dicono, del Fatto

Il Fatto Quotidiano pubblica oggi un articolo a firma di Beatrice Borromeo nel quale si parla, prendendo spunto dal caso delle baby prostitute, del sesso nell’età della scuola superiore. Il primo articolo parla di sesso a 14 anni e di perdità della verginità, in modo piuttosto “colorito”:



L’articolo, ovviamente, entra nel merito della questione:



Ai preliminari, spiega Chiara, non si dà alcun peso: “Se esci con un ragazzo per un paio di settimane, è normale fargli almeno una sega. Sì, lo racconti in classe, ma non è una gran notizia: nessuno si stupisce”. Non si diventa popolari nemmeno per il sesso orale: “Le mie amiche lo fanno spesso nei bagni delle discoteche, il sabato sera. Poi ci ridono su: ‘Tanto ero ubriaca’, dicono. Anche perché, quando si esce, si parte subito con i vodka-pesca o gli shot di rum e pera, quindi non ci vuole molto per perdere il controllo. L’altra scusa è che si erano fumate tre o quattro canne, che erano fatte. Ma nessuna si pente, e pochissime si ricordano anche solo il nome del ragazzo a cui hanno fatto un pompino”. Se si incontrano il weekend dopo, spiega, i due nemmeno si salutano. E ancora, a scuola l’argomento non esalta un granché: “Una di quinta ginnasio ha avuto un rapporto orale a tre prima di perdere la verginità, per prepararsi, e il racconto non ha creato grande scalpore”. Poi, i ragazzi sono gli unici a beneficiare dei preliminari: “Su di noi? Figurati, i maschi non sanno nemmeno da che parte cominciare. Non ho mai sentito parlare di sesso orale su una mia amica. Magari se esci con quelli più grandi, ma dubito”.

E la sensazione è che queste tragedie facciano orrore come il cacio sui maccheroni.



(l’intero articolo è disponibile sul quotidiano in edicola)