Il sito porno che vuole salvare il mondo

Categorie: Tecnologia

Come4 è una startup italiana. Un sito amatoriale come Youporn. Ma per ogni video guardato, si può finanziare una causa di beneficenza. Ne parliamo con gli ideatori.

“Ma state scherzando?”. No: glielo chiedono sempre, ma no, non stanno scherzando. E con ogni probabilità, arriveranno dove vogliono arrivare. Loro sono due startupper italiani, si chiamano Marco Annoni e Riccardo Zilli: hanno fondato, e stanno facendo in modo di coltivare, far crescere uno dei più interessanti progetti che la rete italiana – se non globale – abbia mai visto.



COME4 – Si chiamerà Come4 e sarà, essenzialmente, un sito porno. Sull’esempio di YouPorn e degli altri siti amatoriali che consentono agli utenti di caricare liberamente i loro contenuti pornografici. Tuttavia, ad ogni video caricato su Come4 sarà associata una causa benefica.

Insomma, il porno che si trasforma in beneficenza: “Tutto nasce più o meno così, quasi per scherzo” ci dice Riccardo Zilli che abbiamo contattato  ieri per un colloquio telematico. “Ci siamo messi a riflettere su quale potesse essere il mercato più grosso per generare donazioni online: insomma, il porno fattura miliardi”, ci dice Riccardo: “Ed è venuto fuori quasi subito il collegamento pazzo tra questi due ambiti. Da lì è nato il progetto, e la motivazione ultima era quella che ci saremmo sicuramente divertiti a provocare le menti con questa cosa”. Così è stato: e come dice il sito internet di Come4, il porno non sarà più lo stesso.



100 MILIARDI AL GIORNO – Il portale, già aperto, tiene il conto delle donazioni. Il progetto ha la sua pagina personale su Ulule, la piattaforma di promozione delle startup: chi dona mille euro avrà la membership a vita del nuovo Come4. Riccardo ha fatto studi in urbanistica, ma si occupa “già da qualche tempo di startup”; Marco è di formazione filosofo. Insieme, hanno creato quello che, Riccardo ci tiene a ribadirlo, sarà essenzialmente “un sito porno: ci teniamo che rimanga questo”. L’idea di base, dicevamo, “è che si colleghino contenuti amatoriali con cause benefiche, e che gli utenti partecipando e guardando possano donare liberamente cifre per sostenere le varie cause proposte”. Non sono scherzi, di soldi da acchiappare ce ne sono eccome.



La pornografia online genera un fatturato annuo di circa 100 miliardi di dollari l’anno. Davanti a tutti i problemi che affliggono il mondo quotidianamente, dalle catastrofi naturali alla sempre piu’ diffusa poverta’, noi pensiamo che non ci sia niente di male nel cercare di deviare una piccolissima parte di quel flusso verso una fina piu’ etica. Immagina se solo potessimo utilizzare anche solo l’un per cento di quei soldi: Quante e quali cose buone e intelligenti potremmo finaziare con un miliardo di dollari l’anno? Chi aiutereste voi con quei soldi?

E dunque, user generated content. Pornografia amatoriale: si carica un video, si sceglie una causa da supportare e tutti gli utenti che visualizzano il video sono invitati a sostenere la causa collegata; tutti gli inserzionisti che scelgono di pubblicizzare il video, sostengono, analogamente, la causa individuata.

PORNO ETICO – Ma non è l’unica idea. “Stiamo pensando di creare un marchio”, ci spiega Riccardo: “Da associare ai produttori. Loro ci garantiscono un pezzettino dei proventi dei loro film e con noi guadagnano in immagine, e noi ci occupiamo di distribuire i soldi nelle cause”. Insomma, una sorta di bollino, di certificazione: “Questo è un porno etico”. Su Twitter l’idea ha già iniziato a circolare: c’è chi la definisce la versione moderna di “fate l’amore, non la guerra”. Lo staff di Come4 si è già dato una policy, riassunta nelle “quattro promesse all’utenza”. “Primo, il flusso di cassa di Come4 sarà assolutamente trasparente. Secondo, faremo del nostro meglio per creare un’interfaccia grafica dolce, godibile, amichevole. Terzo, rispetteremo la privacy degli utenti e i dati personali. Quarto, tutti i contenuti inappropriati e non in linea con le nostre linee guida etiche saranno immediatamente rimossi dal sito”.

NESSUNA SPORCIZIA – Insomma, l’obiettivo è drenare anche solo l’1% del traffico del porno mondiale e di dirottarlo su cause benefiche. “Ci terrei che scrivessi questo”, mi dice Riccardo: “Non ci interessa pulire coscienze. Ci interessa aiutare praticamente le persone”; in molti in questi mesi di progettazione hanno affermato, infatti, che il progetto poteva giusto servire a “lavare le coscienze”, ci dice Riccardo, dei tanti porno-dipendenti sul web. Lo spirito di base dell’idea Come4, l’intuizione, si basa sul presupposto che il porno non sia affatto una cosa né sporca né censurabile.

La pornografia è intrisecamente cattiva?
C’e’un modo breve e uno lungo per rispondere a questa domanda. La risposta più immediata è NO, la pornografia non è qualcosa di intrinsecamente cattivo. La risposta più lunga, invece, sottolinea innanzi tutto che la pornografia rappresenta una questione cruciale per la sociologia, la psicologia, l’etica, la politica e la filosofia. Ma alla fine il risultato e’ il medesimo.

Il team di Come 4 è già radunato, il progetto è in stato avanzato di promozione: i manifesti, le magliette, le spillette, le fotografie, sono tutte online – come i preservativi branded, d’altronde. La campagna pubblicitaria, divertentissima, è stata curata dall’agenzia pubblicitaria le Balene, “in maniera completamente gratuita”, e anche qui, il ringraziamento del fondatore di Come4 è sentito. “Se la campagna va a buon fine, nel giro di 6 mesi siamo online”, auspica l’urbanista-startupper.

DIRITTO AL SESSO – E se qualcuno pensa che “nessuno vorrebbe ricevere dei soldi da un sito porno”, come in effetti in molti, ci dice Riccardo, hanno già obiettato, i ragazzi di Come4 sanno come stupire: hanno già individuato una fondazione che sarebbe onorata di essere finanziata dai proventi di Come4. Si tratta della Fondazione Asta Philpot, una realtà inglese che meriterebbe un racconto a parte: fondata da un malato di artrogrifosi, appunto Asta Philpot, si propone di difendere e promuovere il diritto dei disabili ad una vita sessualmente attiva, anche dunque attraverso sesso a pagamento. Nel 2006, dopo aver trovato un bordello in Spagna pronto ad accoglierlo nonostante la sua disabilità, ha preso ad organizzare viaggi con la comunità disabile verso paesi dove l’accesso al sesso è più libero.

CROWDSOURCING – Il team di Come4, ci dice Riccardo, è praticamente al completo. Quel che manca – ed è stupefacente, in un certo senso – è la materia prima: servono video porno. “In Italia il crowdsourcing è molto indietro”, ci spiega Riccardo: “Dobbiamo inventarci qualcosa. Ci serve qualcuno che abbia voglia di farci la parte commerciale, che animi la comunità”, che invogli dunque le persone ad inviare un video intimo che possa servire a cambiare la vita di qualcuno. “Tantissimi stanno dicendo: hey,bel progetto. Ma poi alla fine in pochi partecipano”. A questi startupper rivoluzionari servono donazioni (“sono fondamentali”) e una bella ripresa pornografica che qualche utente abbia voglia di condividere. Insomma, serve una mano: “Pulita”, se possibile, ironizza la campagna pubblicitaria.