Il telescopio che scoprirà l’esistenza dei «Wormhole» nella nostra galassia
20/05/2014 di Maghdi Abo Abia

Engadget ci parla della possibilità che i telescopi del futuro possano essere in grado d’identificare, all’interno della nostra stessa galassia, dei «wormhole», ovvero cunicoli spazio-temporali conosciuti anche con il nome di «Ponte di Einstein-Rosen».

COS’É UN WORMHOLE – A rendere possibile la scoperta saranno telescopi radio che potrebbero identificare la materia compressa o addirittura vaporizzata all’interno di uno di questi passaggi, al momento ancora ipotetici, che dovrebbero collegare due punti diversi dell’universo attraverso lo spazio ed il tempo ad una velocità maggiore di quella della luce. Nello specifico sarà possibile verificare l’esistenza di questi condotti grazie al telescopio Gravity, installato nel nord del Cile, che potrà verificare se il buco nero «Sagittarius A», posto al centro della via Lattea, nella costellazione del Sagittario, sia in realtà un cunicolo spazio-temporale.
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IL RUOLO DELL’EVENT HORIZON TELESCOPE – Il telescopio in questione, conosciuto come Event Horizon Telescope, è nato per studiare la struttura dei buchi neri normali. Nel complesso combina l’azione di telescopi radio piazzati in tutto il mondo con la precisione di un orologio atomico trasformandosi di fatto in un telescopio che investe tutto il mondo. Ed oltre a rappresentare i buchi neri deve guardare al loro interno per capire cosa succede alla materia dopo che entra in quel gorgo nero all’apparenza senza fondo capace di distruggere qualsiasi cosa. Tuttavia Gravity è anche in grado di andare oltre alla semplice scoperta di un buco nero.
COS’È DAVVERO SAGITTARIUS A? – Il suo compito è anche quello di capire se Sagittarius A è un wormhole. Rispetto al buco nero classico, entrambi contengono un orizzonte impenetrabile ma nello specifico sono molto diversi tra di loro. I secondi in genere nascondo dopo un lungo periodo di gestazione seguito al collasso delle stelle giganti rosse. I cunicoli spazio-temporali invece sono ammessi dalla teoria della relatività generale ma nel caso fossero effettivamente nati si sarebbero formati un secondo dopo il big-bang e sarebbero più piccoli. Il compito di Gravity è quello di capire se esistono tali strutture create da plasma orbitale che consentono anche un viaggio da un universo ad un altro. La missione è difficile. Ma gli scienziati vogliono provare.