Ilva, a Taranto si muore più che nella terra dei Fuochi

Ilva di Taranto, i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità confermano le peggiori paure: nel capoluogo pugliese si muore, e tanto, di tumore; sopratutto i bambini, che mostrano un dato di mortalità superiore alla media sia nazionale che pugliese. Nemmeno a dirlo, il picco si ha nel quartiere di Tamburi, quello più esposto agli agenti inquinanti provenienti dall’acciaieria.

A TARANTO SI MUORE – “A Taranto muore il 21% in più di bambini”, scrive la Stampa, sopratutto nella fascia 0-14 anni dove l’incidenza dei tumori è “addirittura superiore del 54% alla media e nel primo anno di vita del bambino l’incidenza di qualsiasi causa di morte è “del 20% superiore alla media”, mentre alcune malattie prenatali hanno un’incidenza del 45% superiore alla media. Dati, ricordiamo, ufficiali dell’ISS rivelati nello studio epidemiologico “Sentieri”. “Lo studio conferma le criticità del profilo sanitario della popolazione di Taranto” e “le analisi, effettuate utilizzando i tre indicatori sanitari, sono coerenti nel segnalare eccessi di rischio per i quali è verosimile presupporre un contributo eziologico delle contaminazioni ambientali”.

 

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PEGGIO CHE IN CAMPANIA – Insomma, dice l’Iss: a Taranto si muore, muoiono i bambini e muoiono di Ilva, sopratutto di tumori e di malattie respiratorie. E si muore, per di più, in misura molto maggiore che nella famigerata terra dei Fuochi di cui parla lo stesso rapporto: a Napoli “la mortalità è maggiore del 10% per gli uomini e del 13% per le donne in provincia di Napoli, e del 4 e del 6% in provincia di Caserta”.

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