Immunità parlamentare: la mappa delle posizioni (prima e dopo)
23/06/2014 di Stefania Carboni

“Non è roba nostra, non siamo stati noi, non l’avevamo inserito nel ddl” Nessuno lo rivendica, ma l’immunità per i rappresentanti del nuovo Senato fa discutere. E rimane. Per il governo Renzi «non è un tema centrale», né «si può compromettere un obiettivo storico» come la riforma di Palazzo Madama. Eppure la paternità della proposta sembra un mistero. A non smarcarsi dalle etichette è il leghista Roberto Calderoli, primo firmatario dell’emendamento e relatore del provvedimento con la democratica Angela Finocchiaro.
IMMUNITÀ PARLAMENTARE, CHE COSA CI VUOI FARE – «Se suscita perplessità – ha spiegato Calderoli – il fatto che deputati e senatori abbiano la medesima forma di immunità allora come relatore mi sento di fare una proposta e di verificare l’eventuale condivisione: togliamo l’immunità sia a deputati che a senatori. Tutti siano trattati come cittadini comuni». Intanto è scaricabarile tra esecutivo, relatori e forze politiche. «Il nostro progetto non prevedeva quella norma, io non la volevo», ha replicato il ministro Maria Elena Boschi. «Non l’abbiamo chiesta noi», si è dissociata Forza Italia.

IMMUNITÀ PARLAMENTARE E LO SCARICABARILE NEL PD – Anna Finocchiaro non ci sta. «L’esecutivo – ha spiegato stamane sul quotidiano la Repubblica – ha vistato due volte i nostri testi, sapeva tutto, ora mi fanno passare per quella che protegge corrotti e delinquenti». La senatrice si è detta dispiaciuta perché del lavoro fatto «è rimasto soltanto questa storia». Sul quotidiano ha precisato come l’emendamento della discordia non rispecchi la sua posizione personale: «Avevo proposto che a decidere sulle autorizzazioni all’arresto e alle intercettazioni dovesse essere una sezione della Corte costituzionale e non il Parlamento. Valeva sia per il Senato sia per la Camera. È chiara la mia posizione? Stavolta l’avevo scritta in un emendamento». Il deputato Roberto Giacchetti intanto ha rilanciato oggi dal suo blog la sua proposta di abolizione: «L’ho presentata la prima volta nell’ottobre del 2008 e poi di nuovo in questa legislatura appena eletto. Vedo che oggi si apre un appassionante dibattito sul tema. Peccato che in tutti questi anni nessuno, a quel che mi risulta, abbia mai presentato una proposta di riforma formale». Il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini ha minimizzato: «Calderoli ha il gusto della provocazione, fa parte del personaggio». Anche secondo lui l’immunità non è un «punto centrale della riforma».
Qui sotto qualche opinione dall’universo dem:
“Immunità” per sindaci e presidenti regione componenti del senato puó concedersi solo per i reati commessi nella qualità di senatori
— Michele Emiliano (@micheleemiliano) 22 Giugno 2014
L’ #immunità parlamentare va tolta a tutti. Semplicemente. — Enrico Rossi (@rossipresidente) 23 Giugno 2014
E il governo? Non rivendica la paternità dell’emendamento. Anzi: non lo pone come questione centrale. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha preso un po’ le distanze dalla genesi della modifica: «Il governo aveva fatto una scelta opposta, perché si sarebbe creata una distinzione tra i consiglieri regionali e i sindaci che sono senatori e tutti gli altri». E ha precisato: «Sul punto si può discutere, ma non è centrale».
IMMUNITÀ: FORZA ITALIA SCHIZOFRENICA – Dentro le fila di Forza Italia si prende distanza dalla questione. Paolo Romani, capogruppo dei senatori azzurri, ha precisato quanto il suo partito non c’entri nulla con l’immunità. «E io non ne ho mai parlato -ha precisato sull’Huffpost -. È una norma messa dai due relatori Calderoli e Finocchiaro (Pd) senza dire niente a nessuno. Né mai abbiamo fatto cenno alla Boschi dell’immunità per i senatori».
“@IlMattinale: #Immunità – Falso problema, per noi non esiste. A noi importa essere immuni dal renzismo.”
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) 23 Giugno 2014
Intanto Maurizio Gasparri twitta…
Il Senato va abolito. Lo dico da tempo. Questa roba non è molto seria
— Maurizio Gasparri (@gasparripdl) 23 Giugno 2014
Mentre il senatore Francesco Sisto precisa come l’immunità per i senatori debba rimanere:
Non eliminiamo il Senato ma il bicameralismo perfetto. Il Senato rimane con diverse importanti prerogative, quindi il Senato c’e’, rimangono i senatori, deve restare anche l’immunità, nel rispetto dell’articolo 3 della Costituzione. Sulla proposta Calderoli di abolire l’immunità anche per i deputati, siamo alla follia, allora abroghiamo del tutto Camera e Senato e andiamocene al mare
TUTTI I NO ALL’IMMUNITÀ – «Non si vuole più una seconda Camera allora non si capisce perché dobbiamo dare l’immunità creandone una. Hanno fatto un pasticcio al Senato», ha precisato ora su Sky Mariano Rabino, deputato di Scelta Civica. Intanto secondo il Movimento 5 stelle la questione va chiarita all’istante. «A noi non appartiene», ha spiegato il vicepresidente alla Camera Luigi Di Maio. «Non la utilizziamo anche se ne abbiano diritto. Deve scomparire», ha precisato il pentastellato a margine di un incontro con il leader del Movimento Beppe Grillo, a Roma.
IMMUNITÀ: I SPAVALDI DI NCD – Gli unici a sostenere apertamente e in modo unitario l’immunità a Palazzo Madama è il Nuovo centrodestra. Il deputato della squadra di Angelino Alfano Fabrizio Cicchitto ha precisato: «Non si capisce perché dovrebbe essere totalmente eliminata la questione immunità. Sarà impegno di ogni forza politica non eleggere in Senato chi ne potrebbe usufruire strumentalmente per fini della propria situazione giudiziaria». Intanto sul caso i tecnici del Senato precisano nella relazione hanno espresso i loro dubbi sulla costituzionalità dell’immunità per il nuovo senato. Nel dossier sulle riforme come il ddl «introduca una non marginale differenziazione» tra deputati e senatori». «L’assetto costituzionale risultante – spiega il dossier – sul punto si risolve in una sostanziale equiparazione del trattamento normativo previsto per i senatori a quello previsto per i consiglieri regionali. Per i senatori in carica in quanto sindaci si tratterebbe, comunque, di un ampliamento del relativo status dal punto di vista dell’immunità, attualmente non spettante».