Imu e Tasi, come pagare il saldo entro il 16 dicembre
12/12/2014 di Redazione
Tasse sulla casa, si avvicina la scadenza del 16 dicembre, l’ultima dell’anno, destinata al pagamento dei saldi Imu e Tasi, un pagamento doppio che dal prossimo anno potrebbe essere cancellato e sostituito dalla Local Tax. A quattro giorni dalla scadenza approfittiamone per fare un riepilogo delle regole generali e delle specifiche verifiche da fare prima di pagare. Partiamo da un presupposto: se l’importo dovuto è inferiore a 12 euro non si devono versare né Imu né Tasi.
IMU E TASI, LA SCADENZA DEL 16 DICEMBRE – La prima rata della Tasi scadeva il 16 ottobre e per molti il ricordo del pagamento è ancora fresco. Due mesi fa hanno pagato i residenti di 5.220 comuni nei quali era saltato l’appuntamento di giugno per il ritardo nell’approvazione di aliquote e detrazioni. Sono 659 i comuni in cui non è stata presa alcuna delibera e che prevedono quindi il pagamento dell’imposta in una soluzione unica a dicembre. Coloro che hanno pagato a giugno o a ottobre devono pagare lo stesso importo versato per l’acconto con le stesse regole, se la situazione in riferimento alla casa non è cambiata.
IMU E TASI, IL NODO DELLA PRIMA CASA – Per coloro che invece pagano per la prima volta, è bene ricordare che le regole della Tasi sono le stesse dell’Imu sia per la determinazione per la base imponibile, data dal valore catastale rivalutato del 5 per cento e moltiplicato per 160, sia per le abitazioni che per le pertinenze, sia per quello che riguarda il concetto di «prima casa», l’abitazione nel quale il proprietario è anagraficamente residente, a prescindere dal numero d’immobili posseduti. Concetto sul quale, per la Tasi, si applica un’aliquota più elevata rispetto a quella prevista per le abitazioni che pagano anche l’Imu.
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LE ALIQUOTE DECISE DAI SINGOLI COMUNI – La legge consente ai comuni di assimilare a prima casa, ai fini dell’imposta, gli immobili degli anziani in casa di cura, le abitazioni dei residenti all’estero, le case date in uso ai figli o ai genitori, purché con rendita catastale bassa, ovvero fino a 500 euro, o con Isee di chi vi abita non superiore a 15.000 euro. L’eventuale assimilazione deve essere sempre espressamente specificata nella delibera di approvazione delle aliquote. Tutti i comuni inoltre hanno previsto specifiche detrazioni per la Tasi sulla prima casa, detrazioni che possono variare in base alla rendita catastale, al reddito Isee dei proprietari, al numero dei figli o in qualsiasi altro parametro scelto.
TASI, IL RAPPORTO PROPRIETARI-INQUILINI – I comuni hanno avuto libertà di scelta anche per quanto riguarda la quota di Tasi dovuta dagli affittuari. La legge prevede una quota a carico dell’inquilino variabile dal 10 al 30 per cento, a patto che il contratto duri più di sei mesi nell’anno. La percentuale è però definita dai comuni, con il proprietario che deve pagare il suo senza preoccuparsi di quanto dovuto dagli inquilini. Se questi ultimi non pagano, il Comune non puo’ rivalersi sul proprietario, e viceversa.
COME PAGARE L’IMU – Il 16 dicembre scade anche il pagamento del saldo Imu per gli immobili diversi dalla prima casa. Anche qui serve verificare la specifica delibera visto che i comuni hanno avuto la possibilità di decidere in ritardo. Al saldo, a differenza dell’acconto pagato con l’aliquota del 2013, si dovrà pagare con l’aliquota 2014 e quindi bisognerà ricalcolare la tassa su base annua, versando quindi eventuali quote residue sull’acconto. Per quanto riguarda i terreni agricoli in collina, sono esenti i terreni ad un’altitudine superiore a 600 metri. Se questi sono ad una quota superiore a 280 metri, l’esenzione è riconosciuta quando il proprietario è coltivatore mentre gli altri devono pagare.
BOLLETTINO O F24? – Per quanto riguarda le modalità di pagamento, i comuni avevano la possibilità d’inviare ai contribuenti bollettini pre-complilati. Se non è stato fatto si può usare un bollettino normale o un modello F24, ricordando che Imu e Tasi sono imposte diverse. Servono quindi due moduli distinti. Con l’F24 è possibile compensare eventuali crediti Irpef. In questo caso però il pagamento va fatto tramite home banking, altrimenti non verrà accettato. Stessa cosa se il pagamento supera i 1000 euro. (Photocredit copertina Christopher Furlong/Getty Images)