Perché la Lorenzin ha inaugurato un maxi allevamento? Arriva l’interrogazione parlamentare

11/10/2017 di Redazione

Venerdì 6 ottobre la Lorenzin ha inaugurato un maxi allevamento intensivo di Bonifiche Ferraresi a Jolanda di Savoia, in provincia di Ferrara. Dieci capannoni in cui verranno stipati 9.000 capi bovini, con grande preoccupazione della cittadinanza per l’inquinamento che ne deriverà. Per il grande evento era collegato in video anche Maurizio Martina. E se la partecipazione del ministro dell’Agricoltura può essere concepibile, non si comprende proprio cosa ci facesse lì la ministra della Salute. La Lorenzin – tra l’altro – nell’occasione ha definito il vegetarianismo una «moda alimentare basata sulla disinformazione», paragonandolo alla battaglia no vax. E in barba ai ripetuti allarmi che arrivano dal mondo scientifico sul pericolo collegato all’eccessivo consumo di carne, di fronte alla platea di addetti del settore zootecnico lo ha difeso e rilanciato.

LE DOMANDE DI GIORNALETTISMO ALLA LORENZIN, DOPO L’INAUGURAZIONE DEL MAXI ALLEVAMENTO INTENSIVO

«Ministra Lorenzin, mi spiega cos’è andata a fare all’inaugurazione di un nuovo allevamento intensivo?», le ha chiesto all’indomani in un editoriale la direttrice di Giornalettismo, Giulia Innocenzi. Domande diventate il contenuto di un’interrogazione parlamentare del deputato Mirko Busto (M5S), rivolta al Ministro della salute, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. L’onorevole, citando l’articolo di Giornalettismo, ha ricordato la presenza della Lorenzin a Jolanda di Savoia e le sue controverse parole: «Purtroppo ci districhiamo costantemente in mezzo alle mode, grandi ondate che bisognerebbe combattere insegnando ai cittadini la consapevolezza, la capacità di scelta di fronte a notizie fuorvianti. Come ministro sono molto preoccupata per mode alimentari basate sulla disinformazione, che nel caso delle battaglie sui vaccini ad esempio, in cui quest’ultima è arrivata a livelli tali da far sì che una grandissima parte dei cittadini rinunciasse ad un elemento primario di profilassi mettendo a rischio la salute di intere comunità».

L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE ALLA LORENZIN DOPO L’INAUGURAZIONE DEL MAXI ALLEVAMENTO INTENSIVO

Mirko Busto, nella sua interrogazione parlamentare, ha ricordato che:

la Lorenzin ha inoltre citato in maniera fuorviante la dieta mediterranea: «In mezzo ai radicalismi c’è l’equilibrio: la nostra dieta mediterranea, patrimonio dell’Unesco, con la sua piramide alimentare che vede in cima proprio la carne»; la dieta mediterranea colloca la carne in cima alla piramide alimentare come alimento da consumare saltuariamente, prediligendo per contro una dieta a base prevalentemente vegetale;

nel 2015 lo IARC ha inserito la carne rossa nella categoria 2° «probabilmente cancerogena», dopo aver confrontato 800 studi scientifici. Già in tale occasione la Ministra Lorenzin aveva provato a ridimensionare l’allarme di OMS e IARC tramite il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare, affermando la necessità del consumo di carne;

secondo il World Cancer Research Fund per limitare l’incidenza del cancro al colon retto non si dovrebbero superare i 42,9 g al giorno di carni rosse per un totale di 15,66 kg all’anno, mentre secondo le Dietary guidelines for Americans l’apporto massimo consigliato di carni ammonterebbe a 34,31 kg all’anno. Il consumo medio in Italia, invece, ammonta invece a 78 kg l’anno per abitante;

l’allarme sollevato dal problema dell’antibiotico-resistenza, la cui causa è il largo uso di antibiotici, stimati per il settore veterinario ben al 70% del consumo totale in Italia, con un ammontare di 7,2 G di tonnellate;

molteplici articoli e trasmissioni televisive, quali “Annozero” e “Animali come noi” hanno denunciato il perpetuarsi di casi di maltrattamento e disattenzione delle prescrizioni igienico-sanitarie all’interno di diversi allevamenti italiani, sollecitando l’intervento della Ministra Lorenzin;

notevoli sono le ripercussioni ambientali degli allevamenti intensivi, tra cui l’inquinamento di acque, suolo e aria a causa delle deiezioni di un elevato numero di animali in un luogo di dimensioni ridotte. L’allevamento produce, inoltre, il 14,5 per cento delle emissioni globali di gas serra, più dell’intero settore dei trasporti e delle emissioni dell’intera Europa;

sempre più cittadini scelgono un consumo consapevole e si oppongono alla costruzione di nuovi allevamenti intensivi, come nel caso di  Schivenoglia in cui i cittadini hanno espresso tramite un referendum la propria contrarietà alla costruzione di un allevamento di 10 000  maiali;

quale il motivo della presenza della Ministra Lorenzin all’inaugurazione di tale allevamento intensivo;

se il Governo non intenda avviare dei percorsi di educazione alimentare basata sulle linee sanitarie internazionali e sulla promozione della vera dieta mediterranea.

Foto copertina: da YouTube

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