Il governo è pronto ad un nuovo piano per gli investimenti che darà avvio ad opere in diversi ambiti, dala banda larga alle austostrade, dalle ferrovie alla scuola, fino i piani antidissesto. Gli interventi per 5 miliardi di euro saranno cofinanziati dall’Ue sfruttando la clausola di flessibilità. Riguarda gli investimenti infatti quasi un terzo della flessibilità che il governo pensa di ottenere da Bruxelles (circa 5 miliardi, ai quali dovrebbero aggiungersi anche altri 5 miliardi dai fondi per la coesione erogati dall’Ue).
Lo spiega Paolo baroni sulla Stampa. I progetti da sottoporre all’Europa sono sia materiali che immateriali:
Già un anno fa, inviando a Bruxelles una prima lista di progetti selezionati dalla Task force nazionale per gli investimenti coordinata dal Mef da inserire nel famoso piano-Juncker, il governo aveva messo a punto un pacchetto che comprendeva circa 2200 interventi, per un controvalore di circa 40 miliardi di euro: 120 grandi progetti, soprattutto nel campo delle infrastrutture (Torino-Lione, Brennero, l’alta velocità Brescia-Padova e ferrovie come la Napoli-Bari, la Messina-Catania e la Ragusa-Catania), e poi una miriade di piccoli interventi nell’ambito del piano anti-dissesto ed oltre 3 miliardi per le scuole tra interventi sugli immobili e informatizzazione.
Ci sono incentivi per la banda larga:
Il piano per la banda larga vale in tutto circa 7 miliardi di investimenti pubblici su un totale di 12. Tra l’altro è possibile che già nella legge di stabilità vengano inseriti una serie di interventi contenuti nel Piano (dai voucher al credito di imposta) per incentivare la domanda.
Novità anche per il Sud, con una riduzione dell’Ires:
Per accelerare la ripresa dell’occupazione al Sud, tra gli altri interventi, il governo sta studiando la possibilità di assestare un taglio netto all’Ires a carico delle Pmi meridionali riducendo già dal 2016 l’aliquota dal 27,5 al 20%. Per rendere praticabile questa misura occorre però reperire 450 milioni.
(Foto di copertina: ANSA / MATTEO BAZZI)