ISIS, centinaia di sucidi tra le schiave yazide del califfato

Centinaia di yazide si sono suicidate dopo essere finite nelle mani dell’ISIS. La crisi umanitaria che riguarda questa minoranza etnica e religiosa dell’Iraq è ancora drammatica, come testimonia l’attività di Ameena Saeed Hasan, una donna yazida che ha creato un network per aiutare le schiave dell’ISIS e strapparle al loro tragico destino.

ISIS

– Nel 2014 l’ISIS ha attaccato l’area del Sinjar, una zona montuosa dell’Iraq del Nord dove vive una minoranza etnica e religiosa, gli yazidi, che non segue la religione islamica. Secondo la barbara interpretazione del Corano sostenuta dall’organizzazione terroristica di al-Baghdadi gli yazidi possono essere trattati come subumani alla luce del loro culto non legato alle religioni monoteistiche tradizionali. L’ISIS ha deciso di far strage degli yazidi, uccisi a decine di migliaia, mentre le yazide sono state rapite e ridotte in schiavitù. Migliaia di donne sono state costrette a sposarsi ai guerriglieri del sedicente califfato, dopo ripetute violenze. Un dramma umanitario che continua a tutt’oggi, e che costa ancora molte vite. Ameena Saeed Hasan ha spiegato a CNN come negli ultimi mesi centinaia di donne schiave dell’ISIS si siano suicidate per sfuggire a condizioni di vita completamente insostenibile. Anch’essa una donna yazida, Ameena Saeed Hasan ha creato un network per soccorrere le yazide imprigionate nella schiavitù del califfato islamico. Numero di loro sono sposate coi guerriglieri, altre invece sono state vendute sul mercato nero per strappare cifre importanti a ricchi arabi. Ameena Saeed Hasan è stata premiata dal segretario di Stato John Kerry per il suo impegno umanitario in favore di una minoranza contro cui, come ha già riconosciuto l’Onu, ISIS ha commesso un vero e proprio genocidio.

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Photo credit: AHMAD AL-RUBAYE/AFP/Getty Images

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