La Bundesbank critica l’Italia: basta all’abuso di flessibilità. La priorità è la riduzione del debito

19/09/2016 di Redazione

Jens Weidmann contro l’Italia, parte…30esima, più o meno. Il presidente della Bundesbank ha concesso una intervista alle principali testate europee, tra cui la Stampa, in cui ha espresso numerose critiche al nostro Paese. Per Weidmann la flessibilità sui conti pubblici è stata travolta e abusata, visto che per un’economia ad alto debito come l’Italia la priorità è la riduzione del debito. Il presidente della Bundesbank ha invitato il governo Renzi a proseguire sulla via delle riforme, come Jobs Act e curiosamente anche Italicum.

LE CRITICHE DELLA BUNDESBANK SUL DEBITO DELL’ITALIA

Jens Weidmann è da tempo il « volto cattivo» dell’establishment tedesco, il più severo censore degli eccessi di spese e debiti dell’area periferica dell’eurozona. Nell’intervista congiunta a La Stampa, The Guardian, Le Monde e Süddeutsche Zeitung il presidente della BuBa non smentisce, anzi rafforza, la sua fama di falco criticando in modo severo l’abuso della flessibilità concesso ai Paesi dell’eurozona. Una critica rivolta all’Italia ma anche alla Commissione Juncker, troppo generosa verso gli Stati che non rispettano il percorso di riduzione di disavanzo e debito fissato dai Trattati europei.

Tale flessibilità è già stata stravolta e abusata, la funzione disciplinante del patto sui bilanci pubblici ne ha risentito notevolmente. Finanze statali solide sono però importanti per la sostenibilità futura dei singoli Paesi e per la stabilità dell’unione monetaria. Un fuoco di paglia congiunturale finanziato col debito non rimuoverebbe la debolezza strutturale della crescita in Italia

LEGGI ANCHE

Quantitative easing della Bce: cosa è e come funziona

JOBS ACT ELOGIATO DA WEIDMANN, COME L’ITALICUM

Jens Weidmann dimostra di conoscere l’arte della diplomazia e mitiga la severa critica alla politica economica del nostro Paese con un elogio ad alcune delle riforme simbolo del governo Renzi. Il presidente della Buba invita l’esecutivo a fare riforme strutturali sulla scia del Jobs Act, ed elogia anche la legge elettorale Italicum.

Quello di cui c’è bisogno è che il governo italiano applichi e porti avanti le riforme strutturali che ha già iniziato. Il Jobs Act, così come l’Italicum hanno un approccio corretto

Jens Weidmann mostra però di non condividere la critica del nostro governo alla Commissione, negando che in Italia ci sia mai stata una politica di austerità, una considerazione che estende ad altri Paesi dell’eurozona.

La domanda è semmai: c’è stata davvero una politica di austerity in Italia? Visto l’elevato debito pubblico il consolidamento di bilancio rappresenta un compito prioritario. Una politica di austerity ambiziosa c’è stata soltanto in pochissimi Paesi. La Francia o la Spagna oltrepassano già da anni, (…), i requisiti del patto di stabilità. In Italia il deficit è sceso negli ultimi tempi solo perché il Paese ha dovuto pagare meno interessi sul debito

LE CRITICHE DELLA BUNDESBANK AL QE E AGLI INTERESSI ZERO

Nell’intervista di Jens Weidmann l’argomento principale trattato è la politica monetaria europea. Il presidente della Bundesbank esprime scetticismo su una prosecuzione del Quantitative Easing, visti i bassi risultati conseguiti in termine di aumento dell’inflazione. Anche la politica dei tassi di interesse a zero è giudicata con scetticismo da Weidmann, che rappresenta su questo tema le posizioni maggioritarie dell’establishment tedesco.

Non dobbiamo però ignorare i rischi di una politica monetaria ultraespansiva, che diventano tanto più grandi quanto più dura la fase dei bassi tassi di interesse. I tassi non devono in nessun caso restare così bassi più a lungo di quanto sia necessario per la stabilità dei prezzi.

Rispetto al passato Weidmann non critica in modo netto il presidente della Bce Mario Draghi, rimarcando come il Consiglio direttivo della Bce sia unito per quanto riguarda il QE, almeno fino alla sua possibile scadenza nel marzo del 2017. U

Share this article