È un’Italia giovane e terribile: l’U-20 raggiunge una storica semifinale ai mondiali

E adesso chi li ferma più? L‘Italia U-20, allenata da Alberigo Evani, è in semifinale nel mondiale di categoria. Ed è la prima volta nella storia della nostra nazionale. In un quarto di finale tutto cuore e cervello, gli azzurrini hanno battuto la nazionale dello Zambia, riuscendo ad avere ragione della squadra africana solo ai tempi supplementari. Il risultato finale è stato un 3-2 sofferto, con l’Italia in dieci uomini già a partire dal primo tempo, due volte in svantaggio, due volte al pareggio, arrivata alla rete decisiva con il guizzo tipico dell’ultimo barlume di energia.

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LA CRONACA DELLA VITTORIA DELL’ITALIA U-20

Sono Orsolini, Dimarco e Vido gli eroi della giornata. Hanno annullato le reti di Daka e di Sakala e hanno cancellato anche l’incredibile errore della VAR, la moviola in campo. L’episodio incriminato avviene al termine del primo tempo, quando l’azzurro Pezzella viene espulso per un fallo di mano, che ha provocato la caduta del giocatore dello Zambia Chilufya in area di rigore. Inizialmente, gli arbitri avevano assegnato la massima punizione in favore degli avversari, ma la tecnologia ha chiarito come l’episodio fosse avvenuto fuori area (e come la caduta di Chilufya fosse stata plateale ed esagerata): in ogni caso, è stato confermato il rosso a Pezzella, mentre è stata assegnata punizione dal limite per lo Zambia. Un pasticcio, insomma, che ha rischiato di compromettere la prestazione dell’Italia. 

Ma alla fine del match, dopo 120 minuti di gioco, sono stati gli azzurri a festeggiare, per un risultato ottenuto davvero con le unghie e con i denti. La prima rete del momentaneo 1-1 (lo Zambia aveva segnato dopo soli 4 minuti) è arrivata a inizio ripresa, mentre il secondo gol dell’Italia è arrivata quasi a tempo scaduto quando lo Zambia – passato nuovamente in vantaggio all’84° – pensava di aver messo già in cassaforte il passaggio del turno. Infine, la terza perla, al quinto minuto del secondo tempo supplementare: l’Italia può continuare a sognare.

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