Perché Beppe Grillo è sempre stato contro lo Ius Soli

«Sullo ius soli il M5S si è astenuto alla Camera e come annunciato altrettanto farà, con coerenza, al Senato. Trattasi non di legge, ma di pastrocchio invotabile», ha affermato Beppe Grillo sul suo blog. «E’ vergognoso – ha sottolineato – tenere il Parlamento in stallo per discutere di provvedimenti senza capo né coda, mentre non si fa nulla per dare una mano alle famiglie italiane che si trovano in grande difficoltà economica».

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GRILLO IUS SOLI (E QUELLA PROPOSTA M5S DEL 2013)

In queste settimane, sia alla Camera che al Senato, i 5 stelle si stanno opponendo al ddl proposto dal Pd. Eppure i grillini stessi, nel 2013, depositarono una proposta sullo ius soli a prima firma del deputato Giorgio Sorial, che ha origini egiziane. La legge, molto simile a quella che si sta discutendo in questi giorni, rende più semplice l’acquisizione della cittadinanza italiana per i figli di stranieri residenti in Italia fin dalla tenera età. Come spiegò al tempo Sorial stesso nello loro Ius Soli ci sono alcuni vincoli: «Uno legato alla residenza legale, l’altro al percorso scolastico. Un bambino può acquisire la cittadinanza italiana se nasce nel nostro Paese da genitori stranieri che risiedono legalmente in Italia da tre anni, oppure se frequenta un ciclo di studi completo. Il vincolo del percorso scolastico è un modo per tutelare il diritto dei minori all’istruzione. Diritto spesso negato». Se i 5 stelle, un tempo, erano d’accordo sul provvedimento in sé in realtà il leader del Movimento 5 stelle l’ha sempre pensata in modo differente. Ecco quando Grillo ha tirato in ballo lo Ius Soli, via blog, e sempre con accezione negativa:

23 gennaio 2012

La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso. O meglio, un senso lo ha. Distrarre gli italiani dai problemi reali per trasformarli in tifosi. Da una parte i buonisti della sinistra senza se e senza ma che lasciano agli italiani gli oneri dei loro deliri. Dall’altra i leghisti e i movimenti xenofobi che crescono nei consensi per paura della “liberalizzazione” delle nascite.

10 maggio 2013

In Europa non è presente, se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate, lo ius soli. Dalle dichiarazioni della sinistra che la trionferà (ma sempre a spese degli italiani) non è chiaro quali siano le condizioni che permetterebbero a chi nasce in Italia di diventare ipso facto cittadino italiano. Lo ius soli se si è nati in Italia da genitori stranieri e si risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito. Chi vuole al compimento del 18simo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano. Questa regola può naturalmente essere cambiata, ma solo attraverso un referendum nel quale si spiegano gli effetti di uno ius soli dalla nascita. Una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente. Inoltre, ancor prima del referendum, lo ius soli dovrebbe essere materia di discussione e di concertazione con gli Stati della UE. Chi entra in Italia, infatti, entra in Europa

27 dicembre 2014 – intervento, Il cuore del mondo di Marcello Foa

Lo ius soli è una riforma di grave irresponsabilità sociale per ragioni che chiunque può facilmente intuire: trasformerà l’Italia in un polo di attrazione irresistibile per gli immigrati clandestini, che faranno di tutto per far nascere qui i propri figli. L’immigrazione clandestina rischia di assumere dimensioni colossali e di cambiare fisionomia: oggi molti immigrati una volta sbarcati tentano di trasferirsi verso i Paesi del nord, domani, soprattutto i giovani, avranno un incentivo fenomenale a fermarsi in Italia.
Ma l’Italia di oggi – e purtroppo anche di domani – non riesce più a dar lavoro nemmeno agli italiani, non può reggere un altro flusso migratorio stanziale. Significherebbe incentivare l’odio sociale, l’ingiustizia, il razzismo, la guerra fra i poveri.

(in copertina foto ANSA/ ALESSANDRO DI MEO)

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