Neil Cohen, avvocato, incastrato dalle foto nel suo computer: da deputato aveva appoggiato provvedimenti in difesa dei minori sul web
LE CONSEGUENZE – Cohen, avvocato, ha ora davanti cinque anni di carcere e la più che probabile radiazione dall’albo. In compenso sarà iscritto ad un altro albo – un po’ meno ambito – quello dei sex offenders; si era dimesso dal suo incarico nel 2008, all’emergere dello scandalo: dopo la scarcerazione sarà tenuto sotto sorveglianza a vita, non ricoprirà più incarichi pubblici e dovrà pagare almeno 1800 dollari. Sarà limitato anche il suo utilizzo dei social network. E tanta clemenza è dovuta alla caduta di vari capi d’accusa grazie alla collaborazione dell’imputato, che rischiava fino a 30 anni di galera.
PREDICARE BENE – Un caso particolarmente eclatante, anche perché Cohen, nella sua lunga carriera politica nell’Assemblea, ha supportato varie iniziative legislative: tra queste la creazione di un numero verde attivo 24 ore su 24 per denunciare crimini informatici come quelli legati alla pedopornografia. Il diretto interessato non ha voluto rilasciare dichiarazioni; per il procuratore generale Paula Dow, “Mr. Cohen, utilizzando e distribuendo materiale pedopornografico, si è legato ad un industria ripugnante che sfrutta i bambini. Chiunque entra volontariamente nella rete criminale dei fornitori e degli utilizzatori di pornografia infantile diventa parte del tragico abuso ai danni di vittime innocenti”.