La vera storia dei Krumiri che non saranno più prodotti (a Casale Monferrato)

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Bauli trasferisce la produzione a Verona chiudendo la fabbrica. Ai dipendenti chiesto il trasferimento nell'altra regione

Lo stabilimento Bistefani di Villanova Monferrato, alle porte di Casale non produrrà più il celebre marchio di biscotti Krumiri. Tre anni dopo l’acquisizione della Bauli è stato annunciato ai sindacati il trasferimento entro l’estate della produzione nella sede centrale di Castel d’Azzano (in provincia di Verona). Ai 115 dipendenti è stato proposto, se non vogliono perdere il posto di lavoro, il trasferimento.



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Dopo l’addio alla caramella Rossana c’è chi sui social non ha ben capito che i biscotti non spariranno dalla produzione bensì verranno sfornati altrove.

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Quello che invece preoccupa è il destino di oltre cento dipendenti. L’amministratore delegato Stefano Zancan ha comunicato l’intenzione della proprietà ai rappresentanti. Sarebbero troppo alti i costi del lavoro. «Un peso insostenibile», ha specificato il manager ricordando i cospicui finanziamenti effettuati dalla Bauli come promesso durante l’acquisizione. L’impegno era quello di mantenere in Piemonte la produzione di Buondì, Girella, Yo Yo e appunto i famosi krumiri, i tipici biscotti artigianali di casale Monferrato.

KRUMIRI: COME NASCONO GLI STORICI BISCOTTI

I sindacati hanno annunciato una vertenza ma i margini di trattativa sembrano minimi. Fondata da Luigi Viale, che era partito dal Biscottificio Santo Stefano, la Bistefani era diventata una azienda leader a livello nazionale nel settore dolciario. Il suo declino è iniziato negli anni 2000, fino alla cessione dei marchi nel 2013 alla Bauli.
Come nacquero i Krumiri? Durante l’Italia post risorgimentale leggenda narra che Domenico Rossi invitò tutti i suoi amici nel suo laboratorio di pasticceria e lì sfornò i primi Krumiri. Nel 1878 – come dimostrano i giornali dell’epoca, i Krumiri – erano già ben apprezzati. Negli anni Venti, Angelo Ariotti rilevò l’attività di Rossi custodendo sia la ricetta originale che il brevetto.
Ercole Portinaro rilevò poi l’azienda nel 1953, e poi con suo figlio Romolo ampliò la produzione. I biscotti divennero un must per gli uomini delle istituzioni: da Montecitorio fino alla Casa Bianca.



(in copertina foto ANSA)