La favola della nuova guerra fredda tra Est e Ovest
20/03/2014 di Andrea Mollica
Il confronto tra la Russia e Ue ed Usa determinato dall’annessione della Crimea ha rievocato il ricordo della Guerra Fredda. Le differenze però sono così numerose da rendere fuori luogo questo paragone, sopratutto perché la voglia di contrastare Mosca è davvero bassa all’interno dell’UE, viste le pesanti ripercussioni economiche.
LA CRIMEA E LA GUERRA FREDDA – Der Spiegel dedica un approfondimento all’annessione della Crimea da parte della Russia rimarcando come i paragoni tra questa situazione di tensione tra Est ed Ovest non sia per nulla paragonabile alla Guerra Fredda. Molti osservatori e numerosi media hanno rilanciato questo paragone, che però non regge alla prova di una semplice verifica secondo il settimanale tedesco. La Guerra Fredda infatti vedeva uno schieramento di due mondi contrapposti, separati da muri e filo spinato, con il fronte occidentale composto da paesi democratici con un’economia basata sul libero mercato, contrapposti ad un blocco orientale formato da dittature che agivano con un’economia completamente statalizzata, o quasi. La divisione del mondo era figlia della seconda guerra mondiale, e le due grandi potenze che avevano battuto la Germania nazista e il Giappone imperialista avevano intrecciato numerose alleanze per consolidare il loro primato geopolitico. Tra Usa e Urss c’era un conflitto in ogni campo, dall’ideologia all’economia fino alle relazioni internazionali, che non trova alcun riscontro nel confronto attuale tra Washington e Mosca.
DIFFERENZE CON LA GUERRA FREDDA – Il conflitto tra Est ed Ovest durante la Guerra Fredda spinse il mondo in diversi momenti sull’orlo di una terza guerra mondiale combattute a colpi di bombe atomiche. Così fu quando la DDR costruì il muro che divise Berlino, come per la crisi di Cuba. Gli Usa e i suoi partner europei però preferirono non far detonare un conflitto dalle conseguenze catastrofiche né per la metropoli tedesca, e neppure per l’isola caraibica. Le società dell’epoca erano inoltre molto più attrezzate per la guerra, a differenza di oggi, e ciò vale tanto per l’Occidente quanto per la Russia di Putin. Gli eserciti sono molto diversi rispetto al periodo in cui si concluse la Guerra Fredda. Nel 1988 le spese militari dei paesi Nato erano pari al 4,5% del Pil, mentre ora sono scese a 2,9%. All’epoca i quindici stati dell’Alleanza nordatlantica potevano contare su 6 milioni di soldati, oggi i 28 paesi Nato invece ne dispongono di 3,4. La leva militare è stata resa volontaria in molti stati, tra cui l’Italia.
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LA GUERRA FREDDA E L’EUROCRISI – In diversi momenti di tensione tra gli Usa e l’Urss, oltre ai confronti più drammatici già citati, le due maggiori potenze mondiali avevano utilizzato ritorsioni economiche per contrastare alcune iniziative, come il boicottaggio delle Olimpiadi russe dopo l’invasione dell’Afghanistan. Come rimarca Der Spiegel, in questo momento nessuno dei paesi coinvolti nello scontro sull’Ucraina sembra davvero puntare ad un’intensificazione del conflitto. Per Wolfgang Muenchau, sia l’UE che la Russia subirebbero un pesante contraccolpo dal reciproche sanzioni economiche. Il danno maggiore verrebbe subito dalla Russia, che ha un’economia che si basa prevalentemente sulle esportazioni delle proprie risorse energetiche verso i paesi occidentali. Per l’UE però il problema non sarebbe minore, visto che il problema dell’eccessivo debito si riproporrebbe sui mercati internazionali, visto l’indebolimento molto probabile delle economie dell’eurozona. Uno scenario che per il commentatore di Der Spiegel potrebbe essere sfruttato da Putin, visto che avrebbe il potenziale di dividere l’Europa come raramente è accaduto negli ultimi decenni.
PUTIN LEADER DEL MONDO – La crisi in Ucraina e l’impotenza dell’Occidente a contrastare una chiara violazione del diritto internazionale come la sostanziale annessione della Crimea alla Russia – la penisola in realtà ha prima dichiarato la propria indipendenza da Kiev – indicano per Bild Zeitung uno spostamento della leadership globale. Per il tabloid più diffuso d’Europa Vladimir Putin ha dimostrato di essere in questo momento il leader più forte del mondo. Dopo aver vinto la partita della Siria, fermando l’aggressione a Damasco decisa da Obama e appoggiata solo da Hollande dividendo l’Europa, ora il presidente russo è riuscito ancora una volta ad ottenere un successo sullo scenario internazionale. L’annessione della Crimea ha consentito all’inquilino del Cremlino di riconquistare un vasto consenso all’interno dell’opinione pubblica, visto che la presidenza di Putin, per quanto senza rivali, iniziava a scontare l’impopolarità provocata dalle difficoltà dell’economia russa. Il crollo del rublo però è stato al momento oscurato dal trionfo sullo scenario ucraino, che ha confermato per Bild come oramai Putin sia il leader più autorevole ed influente del mondo, sorpassando l’ammaccato Obama.