La Gabbia e il complotto-Napolitano con Matteo Salvini

LA GABBIA, LO SCONTRO D’AGOSTINO – BARNARD – COMI – Dopo l’analisi di Paolo Barnard Roberto D’Agostino chiede cos’ha fatto il governo Berlusconi per evitare quanto ricostruito da Barnard con quest’ultimo che spiega che nonostante non sia berlusconiano, al G20 di Seoul il Cavaliere propose di scorporare dal limite del 3 per cento del deficit-Pil i lavori per le infrastrutture necessarie per il Paese e che Berlusconi, non ubbidendo alla troika, aveva salvato il Paese. Infine c’è Lara Comi che invita D’Agostino a candidarsi perché l’Italia ha bisogno di persone come lui.


LA GABBIA, IL NORD-EST NERVOSO – Si va nel Triveneto tra campanili occupati e proteste degli operai che lamentano la mancanza della politica che mangia da quarant’anni alle spalle dei lavoratori con gli imprenditori che dicono come il problema è dato dal fatto che in Polonia il lavoro costa sei euro l’ora mentre in Italia costa 24 e che il problema è solo questo perché l’operaio andrebbe anche nel fuoco per il suo datore di lavoro. Un altro imprenditore parla dell’elemosina dei 500 milioni di dollari ottenuti dall’Italia, da una persona che ha un patrimonio personale di 700 miliardi di dollari. E mentre un prete della provincia di Pordenone spera che la politica rimanga chiusa nel Parlamento a pane ed acqua per capire quali sono le difficoltà della gente, si passa a Paolo Barnard presentato da una clip dello stesso giornalista che nel 2011 aveva parlato del golpe di Napolitano e Draghi con la nomina di Monti, anticipando quello che ha detto Friedman. E Barnard dice che il golpe finanziario non si produce in cinque minuti e che quell’invito a Matrix arrivò dopo una lettera scritta da lui nell’ottobre 2011 intitolata «Presidente Berlusconi, per il bene dell’Italia, NON SI DIMETTA» in cui si diceva che Berlusconi non scelga di salvare la nazione spiegando che esiste un golpe finanziario in atto definito con queste parole:

l’Italia verrà consegnata dal golpe finanziario in atto contro di noi, e da elettori sconsiderati e ignoranti, nelle mani del Partito Democratico, per noi sarà la fine

con i cerimonieri nei panni di Napolitano e Monti. Berlusconi ricevette i primi pizzini nel 2004 spiegando che dopo una serie di messaggi Berlusconi dovette essere costretto alle dimissioni a causa di una politica mirata da parte della Bce che ha scelto per due volte di non acquistare più i titoli di stato italiani innalzando al massimo lo spread, con Berlusconi che fu costretto ad abbandonare il potere nel 2011. Infine Barnard si chiede perché Berlusconi non ha fatto lo statista affrontando la crisi.

 

 

 

 

 

 

 

LA GABBIA, L’IRONIA DI TWITTER SU FORMIGONI – L’ospitata di Roberto Formigoni a La Gabbia è oggetto d’ironia degli utenti su Twitter che si chiedono come mai Paragone lo inviti così tanto spesso, visto anche ciò che dice.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA GABBIA, MA DOVE GUARDA GIARRUSSO? – Il Senatore pentastellato Mario Michele Giarrusso interviene rispondendo a Roberto Formigoni che aveva detto che per quanto riguarda il sostegno di Ncd al governo di centrodestra si vuole Alfano ministro. Il senatore a Cinque Stelle cita il caso Shalabayeva e parla poi della necessità di cambiare la classe politica che ha portato il paese alla rovina. Ma mentre parla anche lui guarda fuori dalla camera ed un paio di volte sembra abbozzare un sorriso, e questo accade nell’intervento andato in onda intorno alle 22.20. Ma chi guarda?

la-gabbia (1)La parola passa al pubblico che vuole la sovranità monetaria e la ristrutturazione del debito pubblico e che non vuole vedere il nuovo consiglio d’amministrazione non votato dagli italiani. Altri attaccano il Pd per il loro congresso alle spalle dell’Italia chiedendo subito il voto. Viene proposta la storia di Donato Dolino, ex sindaco di Pandino in quanto dimesso dal suo ruolo insieme al gruppo di maggioranza per due motivazioni, la prima un atto di responsabilità per i cittadini e lo smantellamento delle economie locali. Roberto D’Agostino parla di crisi globale, di problema industriale, di questioni economiche ben più gravi del sindaco che ruba un piatto. E dopo il fallimento delle due scommesse di Napolitano perse, Monti e Letta, ora c’è il prodotto televisivo, quello che è accattivante e raggiunge la gente. E tra poco alle Europee non ci si poteva andare con Letta ma serviva un qualcuno di diverso. E Renzi è l’occasione.

 

 

 

 

 

LA GABBIA, I FALLIMENTI DEL GOVERNO LETTA – Viene proposto un servizio con i fallimenti del governo Letta, per la crescita della disoccupazione e della pressione fiscale a dispetto di quanto detto al momento del giuramento mentre i ministri Zanonato, Cancellieri e De Girolamo hanno avuto problemi seri che hanno portato, nell’ultimo caso, alle dimissioni dell’ultima. Si passa poi al montacarichi con il benzinaio Giuseppe Effendi che parla di un calvario legato ad un contratto che da otto anni. L’ospite sembra però legga il gobbo. Si passa poi a Formigoni che dice che Renzi non deve scegliere in base al curriculum ma che abbia persone che sposano la politica del sindaco di Firenze perché deve fidarsi di persone che credono in lui fino in fondo. Matteo Salvini dice che se domani mattina si svegliasse presidente del Consiglio il ministro dell’Economia dovrebbe ribaltare qualche tavolo a Bruxelles e ci manda un disoccupato ed un esodato (che ovviamente -aggiungiamo noi- saprà tutto di economia) perché se va all’Economia uno che è apprezzato a Berlino e Bruxelles siamo, conclude Salvini, fottuti. Si torna al Nazareno con Guerini che dice che non ci sarà né un duello né una guerra. Fiano intanto continua a dire che la preoccupazione è quella dell’Italia e che la questione del fatto che l’Italia non s’interessa della legge elettorale per lui è una «cazzata» perché oggi non è possibile dare una maggioranza certa e non si riesce a lavorare, per questo. Lara Comi, chiamata in causa sulla questione di uno scambio tra Boldrini e Franceschini, la prima ministro e la seconda Presidente della Camera, parla di uno scambio di poltrone mentre oggi come ministro dell’Economia serve qualcuno che sappia quanto costa la benzina ed un chilo di mele.

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LA GABBIA, CONFUSIONE NEL PD – Vengono intervistati i maggiori esponenti del Partito Democratico che non rispondo alle domande su Renzi che aveva parlato di elezioni mentre una gola profonda spiega che gli uomini di Cuperlo vogliono il sindaco di Firenze per vederlo bruciato, circostanza confermata da Pippo Civati che parla di un tasso di democristianità molto alto. Denis Verdini dice che non accadrà alcun governo. Un senatore di Scelta Civica dice che gli stivali della giornalista de La Gabbia sono brutti mentre Cicchitto dice che se andranno al governo ci vorrà una rappresentanza congrua di Ncd allontanando le voci di malelingue idiote. Si passa poi alla domanda su Prodi presidente della Repubblica con Scalfarotto che si chiede da dove vengono certe voci. Lara Comi si avvale della facoltà di non rispondere con Daniela Santanchè che parla di dispiacere di Renzi bollato come bugiardo perché ha detto che non sarebbe mai stato eletto senza il consenso del popolo. Si va poi da Renzi che incontra Letta con la Smart senza dare risposte, così come la Bruschi. Si finisce con Letta che invia alla chiarezza anche a chi vuole prendere il suo posto. Si passa ad Emanuele Fiano che apre al patto di coalizione. E si finisce con D’Alema che non parla ed elude la giornalista con la sua classe innata. Tobias Piller, tornati in studio, dice che il nuovo ministro dell’Economia deve trovare 400 miliardi dai finanziatori esteri. Inoltre dev’essere innovativo ed avere una leadership forte. D’Agostino non da conferme sull’economia ma dice che il nome deve piacere anche al Corriere della Sera e che a belle epoque è finita perché oggi i paesi del terzo mondo ora prendono la loro rivincita mentre italiani, inglesi e francesi dovranno fare un passo indietro gestendo il declino con gente che sa come muoversi nel campo internazionale perché non si può più pensare all’Italia della lira. Ormai c’è l’Euro e si possono fare esorcismi di ogni tipo e non si può pensare di tornare come prima perché saremmo fuori da tutto.

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LA GABBIA, IL TOTOGOVERNO – Matteo Salvini attacca l’attuale situazione politica italiana ed indirettamente Emanuele Fiano dicendo che è fuori dal mondo pensare che il Pd abbia in mano i destini del Paese mentre la Lega ha già presentato cinque referendum, di cui due per abolire la riforma Fornero e la legalizzazione della prostituzione, ed è pronto a combattere contro l’Euro. Non manca l’attacco a Grasso con Paragone che dice che i suoi articoli sono buoni a foderare la gabbia degli uccellini. Bini Smaghi, Tito Boeri che potrebbe dividersi tra economia e lavoro con la concorrenza di Epifani o la Madia. Per le riforme pronta la Boschi mentre all’agricoltura c’è Oscar Farinetti. Michele Emiliano è pronto alle infrastrutture, con Alfano vicepremier. Roberto D’Agostino dice che il nome assegnato è Lucrezia Reichlin all’economia mentre Farinetti ministro è folklore, così come Baricco alla cultura. Servono politici, conclude D’Agostino, perché i tecnici sono dei dilettanti allo sbaraglio. Interviene in studio anche il senatore Mario Michele Giarrusso del Movimento Cinque Stelle che parla di un preavviso di sfratto dai poteri forti a Napolitano e Letta e questo nasce male perché non c’è coerenza nella classe politica, con Renzi che smentisce ci che ha detto nei giorni scorsi e non si risolve il problema degli italiani con la vecchia politica.

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LA GABBIA, IL RUOLO DI NAPOLITANO – Tobias Piller, giornalista della Frankfurter Allgemeine Zeitung, spiega che il Presidente della Repubblica si aspetta di più dagli ultimi governi anche se lui è stato tirato dentro storie secondo il giornalista fasulle. Roberto Formigoni dice che ritiene possibile che secondo il Presidente la continuità d’azione del governo possa arrivare dall’attuale maggioranza mentre oggi ci si arrende ai fatti, ovvero all’avanzare tumultuoso dal punto di vista mediatico di Renzi e l’attacco proditorio del Corriere della Sera con l’azione di un uomo mano americana da 40 anni, valutando l’addio. Roberto D’Agostino aggiunge che secondo lui l’uscita del Corriere della Sera rappresenta l’invito ai due di togliere il disturbo e visto che non hanno capito il messaggio, è arrivata la doppietta con il Financial Times, con i poteri forti che hanno capito come così non si va avanti. Ed ora l’ultima chance è Renzi e dopo il varo se ne andrà lasciando il Quirinale per essere sostituito da Prodi, visto l’asse con Bazzoli ed il Corriere della Sera. E con quest’asse si riparte. E dopo aver perso la sovranità con l’Euro, ora c’è il gioco delle primarie mentre il potere odierno non è più il Parlamento ma a Bruxelles. Ed il grande sconfitto, dopo Letta e Napolitano, è Berlusconi che non torna più, con l’appoggio del Corriere della Sera che vale come giornale-partito. Lara Comi risponde a quanto detto da D’Agostino dicendo che il problema non è cosa farà Berlusconi, Renzi o Prodi chiedendosi cosa farà l’Italia, con D’Agostino che si chiede a cosa serva questa domanda visto che la maggioranza è la stessa di Letta. E per quanto riguarda Prodi, secondo la Comi è già bruciato mentre oggi è tutto un gioco del Pd che non interessa niente. D’Agostino parla degli interessi di Berlusconi curati da sé stesso Comi si arrabbia e vuole chiarimenti sul ruolo della Germania nell’acquisto di titoli con il giornalista padre di Dagospia che la liquida con un «ancora non l’hai capito? Se, vabbè».

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LA GABBIA, IL PD VUOLE RENZI A PALAZZO CHIGI – Viene intervistato dalla sede del Pd Emanuele Fiano che spiega che la direzione nazionale esprima un consenso in quella direzione espressa in studio (non dice che Renzi diventerà candidato presidente del Consiglio) ma che prima dipenderà dalla discussione in streaming per capire l’azione per gli italiani. Alla domanda sull’atteggiamento di Letta, Fiano sperava che ci fosse un chiarimento prima della direzione ma c’è ancora qualche ora e che riterrebbe pazzesco un confronto tra partito e premier in Parlamento. Si passa poi ad un servizio relativo all’incontro di questa mattina tra Renzi e Letta seguite da due interviste a Tommaso Cerno di Repubblica che dice che il segretario Pd già dettava la linea a Letta mentre per Antonio Padellaro, direttore de Il Fatto Quotidiano, Napolitano stia valutando le dimissioni. E questa sarebbe una notizia.

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LA GABBIA, LA PRESENTAZIONE – Questa sera a La Gabbia, il programma di approfondimento politico condotto da Gianluigi Paragone in onda su La7 a partire dalle 21.10 si parlerà della nascita del governo Monti e dell’azione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma l’apertura è tutta riservata alla crisi di governo ed al muro contro muro interno al Partito Democratico con ricadute sul Paese. Viene proposto uno scampolo d’intervista con Renzi che dice che domani si vedrà svicolando ad ogni altra domanda. Niente Smart stavolta. Presentando gli ospiti, confermata la presenza di Lara Comi ma la sorpresa è Formigoni e Roberto D’Agostino con Salvini applaudito dal pubblico. Si apre con D’Agostino dopo aver avuto conferma dai bookmaker inglesi delle elezioni al 2015. Per D’Agostino i ministri del governo stanno facendo gli scatoloni mentre lui verrà sfiduciato dal Pd con Berlusconi che verrà sconfitto da Renzi che prenderà Palazzo Chigi con i voti del governo Letta che ha voluto essere sfiduciato alla luce del sole mentre si non andrà a votare perché nessuno vuole perdere il lauto stipendio da parlamentare (applausi in studio) mentre un altro sconfitto è Napolitano. Per Piller Renzi vince con Salvini che dice che perdono gli italiani (altri applausi in sala) perché chi va non potrà non rispettare i diktat dell’Europa. Per la Comi perdono tutti e due ma nello specifico vince anche se Renzi ha detto bugie. Formigoni si aspetta spettacolo, una sfida vera alla direzione che si conclude con la vittoria di Renzi.

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LA GABBIA, GLI OSPITI – Si partirà dai dettagli rivelati da Alan Friedman nel suo libro mentre si parlerà anche di crisi, di difficoltà e di azione del governo. Ovviamente troverà spazio anche il discorso di Enrico Letta la presentazione del programma Impegno Italia. Tra gli ospiti in studio prevista la presenza di Lara Comi, Matteo Salvini, Tobias Piller e Diego Fusaro e Paolo Barnard.

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