La guerra per il Brahmaputra

Le costruende dighe cinesi in Tibet potrebbero alterare il corso del grande Brahmaputra, sul quale anche l’India progetta di costruirne altre. Così prima tutti e due i paesi costruiranno e poi si vedrà di chi saranno le responsabilità se succedono dei guai.

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UN FIUME PER DUE – La grafica preparata da BBC spiega bene il problema che riguarda il Brahmaputra. il lungo fiume che al termine del suo cammino si fonde con il Gange e dà origine all’immenso delta che nutre il Golfo del Bengala. Seconso Peter Bosshard dell’International Rivers Network il problema è più che altro dalla sponda indiana, sia perchè gli indiani non cercano accordi con i cinesi sulla gestione dei corsi d’acqua che hanno in comune, sia perché a sua volta il governo di Dehli ha intenzioni preoccupanti per il Brahmaputra, che presto tra Cina e India potrebbe ritrovarsi tagliato da sei o più dighe.

IL FRATELLO DEL GANGE – Nel suo bacino in India vivono almeno 100 milioni di persone ed è chiaro che la loro vita come il loro ambiente, da sempre regolati dal corso dei fiumi e dei monsoni, accuseranno profonde trasformazioni e problemi destinati a cumularsi, anche se le autorità cinesi come quelle indiane assicurano che rigorosi studi preventivi eviteranno di costruire dei mostri, resta da chiedersi come mai arriverà il Brahmaputra alla confluenza de Gange una volta che è stato imbrigliato così.

INTANTO COSTRUISCONO – Le nuove dighe tibetane dei cinesi comunque hanno ricevuto l’ok di Dehli, anche perché insistono su un tratto del fiume in alta quota, quello prima della Great Bend (la grande curva) dopo la quale sterza bruscamente a Sud e non incidono che relativamente sulla portata della somma dei suoi affluenti che scaricano sul versante indiano.

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