Gli scienziati si avviano a grandi passi verso i dispositivi di occultamento, visivi e sonori
NON SENTO – Stenger è però a capo di un progetto di ricerca che vuole arrivare all’insonorizzazione completa, presso il Karlsruhe Institute of Technology in Germania. Per l’esperimento è stato costruita una piastra “relativamente piccola, sottile millimetri, piastra di polimeri di diversa consistenza”. Anelli di materiale dentro la piastra “risuonano a differenti frequenze, in un range di 100 hertz”. Che accade: “Vista da sopra, si capisce come le vibrazioni sonore sono guidate verso un area centrale circolare nella piastra, incapaci di entrare o lasciare quella regione”. Insomma, le onde sono bloccate: “Contrariamente ad altre misure di protezione sonore”, dice il dottor Wegener, parte del team di ricerca “le onde sonore non sono né assorbite né riflesse. E’ come se non ci fosse nulla, lì”. Insomma, le onde sonore rimangono intrappolate in una struttura complessa che impedisce al suono di scappare e di arrivare al destinatario, che non sente nulla. “Potrebbe essere utilizzato alla fine per schermare le persone in un area definita da rumori di sottofondo, o allo stesso modo per evitare che impiccioni che non sono nell’area sentano le conversazioni private delle persone”.
NON VEDO – Il dispositivo utilizza la stessa intuizione che ha portato gli scienziati ad inventare il dispositivo che riesce a schermare dal sonar gli oggetti subacquei: le onde sonore non riescono ad uscire dall’area dell’oggetto che le intrappola. Passi avanti sensibili anche dal punto di vista dell’occultamento visivo: grazie ad una copertura speciale, computerizzata e ad alta tecnologia, applicabile ad esempio sulle jeep militari, “i Photo Veil raccolgono immagini da telecamere su droni, satelliti e altri dispositivi per creare un duplicato praticamente identico del panorama circostante. Queste immagini”, poi, “sono proiettate su” questo tipo di pellicola, a creare un effetto mimetizzazione perfetto. C’è poi il progetto di un tessuto a nanomolecole che, influenzati da un certo tipo di campo magnetico, si allineano in maniera da creare una riflessione della luce a polarità invertita, ovvero negativa, come se “niente fosse lì”.