La strana riduzione dello stipendio dei consiglieri lombardi

Categorie: Italia

La nuova Giunta sta studiando un taglio della retribuzione degli eletti in linea con quanto previsto dalla legge 213 voluta dal Governo Monti, tuttavia verrà contestualmente aumentata l'indennità, prevista a forfait e quindi libera dall'obbligo di giustificativi. Unici contrari il MoVimento Cinque Stelle

La Lombardia si trova alle prese con la questione delle indennità dei membri dell’assemblea regionale. Mentre a Roma i “cittadini” a Cinque Stelle discutono e si scontrano relativamente all’opportunità di trattenere o “restituire” quanto ottenuto per la loro attività parlamentare, a Milano si studia un modo per ridurre lo “stipendioaumentando però l’indennità.



LE CIFRE – Come spiega il Sole 24 Ore, il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo ha dato il via alla formazione di tavoli di lavoro che hanno portato ad una proposta collegiale -con l’esclusione del MoVimento Cinque Stelle, per riformare i costi della politica in Lombardia. Secondo la proposta che verrà discussa nel prossimo giugno, lo stipendio scende da 8.531 euro lordi a 6.600, sempre lordi, mentre l’indennità di carica è lievitata da 2.341 euro a 4.500 -netti ed esentasse- ai quali poi vanno aggiunti 2700 lordi per chi può godere di un’indennità di funzione. L’Fp Cgil spiega che in caso di consigliere residente fuori milano, l’indennità può arrivare anche a 6000 euro. Quindi possiamo parlare di un “ritocchino” al rialzo della quota rimborsi. Che poi in realtà non possono essere definiti così visto che non sono giustificati né da fatture né da scontrini. Si tratta di un forfait e tanto basta.



LA LEGGE VOLUTA DAL GOVERNO MONTI – La riforma dello stipendio si rende necessaria a seguito di quanto previsto dalla Legge 213/2012, conversione del Decreto Legge 174 del 10 ottobre 2012, voluta dal governo Monti in risposta allo scandalo Fiorito. Secondo la norma attualmente in vigore per ridurre i costi della politica nelle regioni per definire l’indennità di funzione e di carica di consiglieri ed assessori, bisogna evitare che si ecceda l’importo riconosciuto dalla regione più virtuosa, individuata dalla Conferenza Stato-Regioni entro il 30 ottobre 2012. A seguito di opportune analisi si è deciso che la regione più virtuosa per le retribuzioni dei presidenti di Giunta sia l’Umbria, l’Emilia Romagna per i consiglieri e l’Abruzzo per i finanziamenti ai gruppi.



LE DECISIONI DELLA CONFERENZA STATO – REGIONI – Insomma, non si possono superare queste leggi. Non solo, la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito che il massimo per i Presidenti delle Regioni e dei Consigli regionali è di 13.800 euro lordi mensili, 11.100 lordi per i consiglieri regionali, 5.000 lordi ogni Consigliere regionale a titolo di contributo per il finanziamento dei gruppi consiliari. Inoltre secondo la legge viene introdotto il divieto di cumulo d’indennità o emolumenti così come le indennità di funzione o di presenza in commissioni o organi collegiali “derivanti dalle cariche di presidente della Regione, di presidente del consiglio regionale, di assessore o di consigliere regionale”.

I GRILLINI DICONO “NO” – Chi si trova in questa situazione deve scegliere una sola indennità. Niente cumulo, quindi. E la Commissione Garavaglia, dal nome dell’assessore al Bilancio, Massimo Garavaglia, deputata per raggiungere un accordo, è riuscita a mantenere il livello della retribuzione sui 9000 euro al mese per i consiglieri, discostandosi dalle intenzioni della legge voluta dal Governo Monti. Questa è la denuncia del MoVimento Cinque Stelle che ha diffuso la prima busta paga dei consiglieri regionali. Varese News riporta i dati del documento ricevuto dai nove consiglieri “grillini”. Nello specifico parliamo del cedolino di Stefano Buffagni il quale per un mese e mezzo di attività, dal 17 marzo al 30 aprile, ha ricevuto 16.384 euro, indennità di funzione esclusa.

IL VERSAMENTO A BANCA ETICA – I candidati avevano promesso che avrebbero trattenuto solo 5000 euro lordi destinando il resto ad un fondo di sostegno per le piccole imprese della Lombardia. Per questo i nove restituiranno circa 100.000 euro in un mese. Questi soldi però rimarranno depositati in conti correnti di Banca Etica, in attesa di un’indicazione da parte dei funzionari della Regione su come “restituire” i soldi. Il Cittadino ci ricorda poi che gli stessi “grillini” lo scorso 8 maggio hanno “abbandonato” il tavolo voluto dall’assessore Garavaglia. La decisione venne comunicata dal consigliere regionale Gianmarco Corbetta il quale aveva denunciato come “dopo quattro incontri” fosse di fatto “palese l’assenza di volontà di tutte le forze politiche di ridurre adeguatamente i costi della politica e in particolare di operare un netto taglio ai sontuosi “stipendi” dei consiglieri”.

COME FUNZIONA OGGI – Corbetta ha ricordato che la proposta di 6.600 euro lordi più 4.500 netti di rimborso spese a forfait più un’eventuale indennità di funzione pari a 2.700 euro era stata studiata per raggiungere i massimali previsti dal governo Monti. Per Corbetta si tratta di un “bonus” travestito da rimborso spese con l’aggravante che stavolta non si devono neanche presentare gli scontrini mentre per i Cinque Stelle il rimborso massimo, dietro giustificativo, dev’essere di tre mila euro. Al momento lo stipendio dei consiglieri regionali lombardi è definito dalla legge 21 del 13 dicembre 2011. Come si spiega in questo prospetto riassuntivo l’indennità mensile è pari a 3.110,04 euro netti mentre la diaria è di 2.341,82 euro, sempre mensili.

ADDIO INDENNITA’ – Per ogni giornata di assenza dal Consiglio o dalle Commissioni vengono trattenuti 195,15 euro mentre il rimborso spese di trasporto da Milano varia da un minimo di 295,06 ad un massimo di 2.360,45. Il rimborso forfettario per le missioni in territorio regionale è di 3.525,12 euro. Abolita invece l’indennità di fine legislatura a partire dalla decima, ovvero quella attuale. Cancellato anche il vitalizio al compimento del 60esimo anno di età. Quindi i consiglieri devono rinunciare a 2.132 euro e 99 centesimi ed alle ritenute fiscali di 3.288,93 euro. Da notare come queste ultime due voci venissero dalla trattenuta del 25 per cento dell’indennità di funzione, pari a 2.132 euro e 99 cents mensili.LA RISPOSTA AI CITTADINI ROMANI – Con le nuove norme, come ricorda il Sole 24 ore, lo stipendio non può superare gli 11.000 euro lordi ed i 13.800 in caso d’indennità di funzione. E visto che al lordo ora si guadagnano circa 9 mila euro netti al mese, è evidente come la Regione cerchi di mantenere lo status-quo “aggirando” la legge sfruttando le pieghe della stessa. Da notare poi come i “grillini” lombardi siano più “risoluti” dei loro colleghi romani alle prese con la questione della gestione della diaria e dei rimborsi. In tutto questo c’è ovviamente chi dice no. Parliamo della sezione Avis di Legnano la quale ricorda che la proposta è sostenuta da Pd, Pdl e Lega mentre i Cinque Stelle dicono no.

LE DOMANDE DELL’AVIS – L’Avis, nel suo blog “zeronegativo”, si chiede poi perché per i Cinque Stelle bastano 5 mila euro lordi mentre gli altri necessitano del doppio. “Cosa rende la Lombardia una regione a doppia tariffa?”, ci si chiede a Legnano. L’associazione continua con tono polemico: “Quante altre aziende dovranno chiudere per colpa dei crediti contratti con la pubblica amministrazione […] per far capire una volta per tutte che la rendicontazione delle spese è un dovere e che solo quelle sostenute per attività politica vanno rimborsate? E la smettano di raccontarcela: cene da centinaia di euro non sono attività politica, sono un lusso sbattuto in faccia a chi non ce la fa più, ed è sempre meno disposto a sopportare. Anche qui, stiamo alle parole, come si fa a chiamarli “rimborsi” se non sappiamo a quali spese si riferiscono?”.

LA RISPOSTE DEI SINDACATI – A riprova del fatto che le discussioni di Palazzo Lombardia sembrano sempre più scollegate dalla Regione reale. La Fp Cgil rincara la dose ricordando che in regione vige il blocco dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego. Ciò significa che dal 2010 al 2013 è tutto fermo e probabilmente la situazione verrà prolungata. Perciò un lavoratore assunto in categoria C e diplomato guadagna un netto inferiore ai 1150 euro al mese con una riduzione dei buoni pasto a 7 euro cadauno. Inoltre la Regione ha obbligato al pensionamento dei lavoratori con 29, 31, 33 e 34 anni di servizio, parliamo di 56 persone.

SI VUOLE EVITARE L’INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA – Il sindacato paventa la possibilità di un aumento delle somme percepite in precedenza a causa della riduzione dell’indennità, soggetta ad una tassazione, con un incremento dei rimborsi senza giustificativi, rimborsi non tassati. Per Mavi Gardella, segretaria del Fp Cgil Lombardia: “In un colpo solo si risolverebbero i vincoli posti dal decreto Monti e si eviterebbero eventuali future indagini della Magistratura su come vengono utilizzati i rimborsi spese per esercizio di mandato”. Quindi c’è il rischio che in futuro grazie al rimborso forfettario non vi sia più il pericolo di un intervento della Corte dei Conti.

LA DECISIONE DELLA CORTE DEI CONTI – Parliamo della restituzione decisa dalla Corte di poco più di un milione di euro indebitamente pagati da Regione Lombardia ai suoi consiglieri nel corso della IX legislatura.  Si tratta di soldi spesi tra ristoranti, viaggi, alberghi ed apparecchiature informatiche. Gli analisti dell’ente hanno analizzato scontrini e ricevute dei singoli consiglieri stabilendo chi aveva speso cosa. In testa ecco la Lega Nord con 597.525 euro non dovuti. A seguire il Pdl (297.721 euro), l’Udc (48.886 euro), il Pd (46.256 euro), l’Idv (12.365 euro), Sel (10.308 euro) e Pensionati (827 euro). Secondo la legge ora oltre alla restituzione dei soldi vi è lo stop all’erogazione dei rimborsi nell’anno in corso. Parliamo di 220.212 euro che avrebbero coperto le spese dei gruppi nel trimestre aprile-giugno.

LE VOCI DELLA REGIONE – IntornoTirano propone le voci di alcuni dei consiglieri. Per il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Romeo, “la vicenda dei rimborsi è una pagina che riguarda il passato e che si è chiusa definitivamente”, mentre il vicepresidente della Lega Nord Fabrizio Cecchetti ha espresso “l’assoluta volontà di fare chiarezza”. Sara Valmaggi, Pd, ha parlato di “un problema complessivo d’interpretazione della normativa nazionale” mentre Raffaele Cattaneo, quello che si definiva “rovinato” per 8 mila euro al mese, parla di “aspetti problematici relativi all’interpretazione della delibera della Corte”. Silvana Carcano, portavoce e capogruppo del M5S, ha invitato i partiti a restituire i soldi sottolineando che ora il loro compito sarà di “vigilare “perché le forze politiche coinvolte non si autoassolvano con deroghe o tecnicismi nell’ambito del diritto o sanatorie”.

COSA SUCCEDERA’? – Repubblica ha riportato un’altra dichiarazione di Cattaneo, secondo il quale prima di rendere effettivo l’atto è necessario “fare degli approfondimenti, non sappiamo chi deve rendere esecutivo l’atto, né se si possa far ricorso”. Staremo a vedere. Intanto a quanto pare la nuova norma sugli stipendi dei consiglieri verrà discussa il prossimo giugno ma al momento solo i Cinque Stelle sembrano opporsi ad una restituzione di un qualcosa tolto per legge, con l’aggravante della mancanza di rendicontazione, come sottolineato dai critici. E certo la strana concomitanza con la decisione della Corte dei Conti rende l’argomento ancora più delicato. (Photocredit Lapresse)