La storia di Mahi morta nel pozzo

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Vermicino è in India

Mahi è morta. Dopo essere crollata in un pozzo profondo 25 metri mentre giocava con i suoi amici, tutta la comunità si è radunata intorno al luogo dell’incidente per tentare di salvarla. Non ci sono riusciti: come a Vermicino, vicino Roma, dove il piccolo Alfredino Rampi nel 1981 non riuscì ad essere salvato nonostante lo sforzo sia di uomini che di mezzi che si provò a dispiegare.



 

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UN’ALTRA TRAGEDIA – Siamo a Gurgaon, in India. Ottanta ore di operazione di salvataggio finite nel niente: Mahi era  probabilmente morta ben prima che i soccorsi iniziassero ad adoperarsi per salvarla.



“L’asfissia può ucciderti molto velocemente”, dicono gli operatori dei soccorsi, “e l’ossigeno ha iniziato ad essere pompato nel buco cinque ore dopo la sua caduta”. Con ogni probabilità, la bimba era morta già da un po’. “Il medico legale”, scrive il Times of India, “afferma che la piccola è morta soffocata entro sei ore dalla caduta nel pozzo”. Per tentare di salvare Mahi è stata utilizzata la tecnica che fu tentata per la tragedia di Vermicino: scavato un tunnel verticale di pari profondità, fatti scendere degli esperti, tentata la soluzione del tunnel orizzontale. Il corpo della piccola è stato raggiunto, ma lei era già deceduta.

NESSUNA SPERANZA – “Il corpo mostrava segni di decomposizione quando è stato recuperato. Non c’erano segni di ferite, il che implica che la piccola è piano piano scivolata. Il pozzo era stretto, nemmeno 20 centimetri di diametro”: e l’ha fatalmente intrappolata. Scrive il TOI che pozzi del genere sono spesso scavati dai contrabbandieri di acqua, che la estraggono e vendono illegalmente: “Nella loro ansia di profitto spesso scavano pozzi e li abbandonano a metà” peraltro pericolosamente scoperchiati.

“Non ci hanno fornito l’aiuto al momento giusto. Né la polizia, né il governo. E’ a causa del loro lassismo che ho perso la mia bambina”, dice la madre, e il padre rincara: “Non ci hanno detto nulla della sua condizione per tutti questi giorni. Gli ho chiesto fino a domenica di lei, ma sono stato lasciato all’oscuro”. Pare che grazie alle riprese della telecamera inviata nel pozzo fosse chiaro già da un po’ che la piccola non si muoveva: ma i genitori non sono stati informati. Il governo, afferma, ha intenzione di “compensare adeguatamente” la famiglia per la sua perdita.

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I PRECEDENTI – Oltre al caso di Vermicino, il Corriere della Sera ci racconta altri due casi noti.

L’8 aprile 1949 a San Marino (California), Kathy Fiscus, una bambina di poco meno di 4 anni cadde in un pozzo. Anche quella volta ci fu un grande dispiegamento di uomini ma la bambina non fu salvata. (…) Il 14 ottobre 1987, a Midland, nel Texas, Jessica McClure di appena diciotto mesi finì in un pozzo artesiano. Fu estratta viva il 16 ottobre

Di un ulteriore piccola Vermicino dal Centro Asia avevamo parlato anche su queste pagine.

Un migliaio di persone hanno preso parte ieri al funerale di Yegor Khmil nella cittadina in cui giovedì scorso il bimbo di due anni era caduto in una buca aperta per lavori al sistema di drenaggio delle acque. A nulla sono serviti i disperati sforzi della mamma, che lo stava accudendo quando è scomparso nella fossa, per salvarlo. Il corpicino è stato trovato solo tre giorni dopo in una cisterna. Alcuni giorni prima della tragedia, in occasione di una conferenza stampa il sindaco Nurkan Sultanov aveva liquidato la domanda di un giornalista sulle ragioni della mancanza di protezione delle fosse aperte per lavori in corso: il primo cittadino aveva accusato gli stessi residenti di rubare le componenti di metallo usate come barriera e precisato che si era stufato di continuare a sostituire tali materiali.

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