Bartolomeo Pepe e la verità sulla «sfiducia» del MoVimento 5 Stelle di Napoli
10/03/2014 di Stefania Carboni
«Il movimento cinque stelle Napoli in seguito ad una assemblea cittadina, trasmessa in diretta streaming ha deciso di sfiduciare il senatore Bartolomeo Pepe per comportamenti eticamente difformi rispetto al M5S». La comunicazione arriva all’improvviso, all’indomani della assemblea cittadina del MoVimento in cui erano presenti i parlamentari Roberto Fico e Vilma Monronese. “Atteggiamento del MU Napoli nei riguardi del Sen. Bartolomeo Pepe” spicca tra gli odg della riunione, incontro in cui, con il senatore assente si è optato per una presa di distanza verso l’eletto a Roma.
(Fonte Fb Bartolomeo Pepe)
SOLDI E VECCHIE ACCCUSE – Uno dei punti accusa è la eliminazione del senatore dal meet up di Napoli. Ma i malumori sotto il Vesuvio iniziano da Febbraio. In rete si chiedono chiarimenti da parte degli attivisti sulle restituzioni dell’indennità del senatore Pepe. Inizia tutto il 3 febbraio con tanto di screen in merito:
come evidenziato ieri in riunione cittadina, da una verifica dei rendiconti parlamentari risulta una incongruenza sulle restituzioni del senatore Bartolomeo Pepe.
In particolare la restituzione dell’indennità, obbligatoriamente prevista da codice di comportamento dei parlamentari, risulta non avvenuta interamente:
Come si evince dai numeri del rendiconto postato sul sito ufficiale le restituzioni previste erano:
MARZO-APRILE EURO 3.098,00
MAGGIO EURO 2.175,00
GIUGNO EURO 2.175,00 , PER UN TOTALE DI 7.448
A FRONTE DI QUESTE RESTITUZIONI E’ STATO EFFETTUATO UN BONIFICO DI 5.199
chiediamo spiegazioni su questa incongruenza e se ci sono eventuali violazioni del codice di comportamento dei parlamentari.
Inizia un tread lungo oltre 30 pagine con posizioni differenti degli attivisti. «Mi aggrego anch’io: da attivista che ha cuore il M5S come esempio di trasparenza assoluta, ho assolutamente bisogno di sapere e “sentire” che tutti i nostri cittadini eletti rispettino fino in fondo sia il codice etico di comportamento che il non-statuto», chiede Alessandro. «Mi sembra un processo con una corte di parte a giudicare – incalza un altro – anzi qualcuno si è subito aggregato in stile caccia all’uomo contro un senatore per motivi di antipatia personale senza nemmeno capire qualcosa di conti». «Per quel che mi riguarda il cittadino Bartolomeo Pepe non è tenuto a sottoporsi, scrivendo su questo MU, al tribunale dell’inquisizione guidato dai suoi nemici, alla caccia all’uomo del MU Napoli, le spiegazioni le può dare in altro luogo e mi bastano quelle che ha dato il suo collaboratore Lanzetta in questa discussione sul gruppo Facebook Campania». In rete il collaboratore ha risposto così:
Semplice. Il bonifico si riferisce a 4 mesi. E i mesi si accavallano. Cercate di essere minimamente attenti oltre che disonesti intellettualmente.Non posso rispondere ad ogni ora per motivi di lavoro. Sono sulla Sila in una base militare dismessa dove stiamo catalogando alcuni fusti abbandonati. Tutto a spese vostre. Ovviamente. Ripeto per i più imbranati. Il bonifico ha una data di riferimento controllate i mesi. E ovviamente siate movimentisti anche nel controllo del lavoro. Capisco sia difficile non avendo una preparazione specialistica però potete farvi aiutare. Venendo in sede. Come fanno i movimentisti veri.
Nulla da fare, si continua a discutere, tanto da arrivare ad una sottoiscrizione. Ed ad una mail che arriva dritta dritta al capogruppo a Madama Santangelo: «Ho inviato al capogruppo del Senato Vincenzo Maurizio Santangelo una mail nella quale segnalo questa discussione per sollecitare una risposta», replica un attivista.
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PEPE SOTTO TORCHIO – Su Facebook e in rete gira un file in pdf che smentisce punto per punto l’impianto di accusa. Esiste perfino un gruppo su Facebook in difesa dell’eletto. Nome? “Il Pepe sotto al torchio” che raccoglie tutte le perplessità della base. Uno dei post più quotati spiega una strana liason tra accusa ed eletti a Roma:
Ed eccolo qui il file pdf, presubilmente siglato dal senatore Pepe e dai suoi collaboratori.
Spiega poi il documento: «All’accusa (reiterata in assemblea) ha fatto seguito una campagna di maldicenza e diffamazione mossa e sponsorizzata da alcuni amici delle senatrici Nugnes Moronese (soli ma sodali) del meetup di Napoli forse interessati alle elezioni europee e alle votazioni per la commissione l’eco-mafie in chiave anti Pepe e soprattutto anti Lanzetta – Mejias, candidati dai nostri attivisti, (nonostante le loro smentite) per le prossime elezioni a questa accusa si accompagnavano ingiurie conseguenti il fatto che…».
• Scilipoti abbia voluto firmare molti degli emendamenti di Pepe, (di cui una piccola parte sono stati poi accolti … 20 su oltre 800 proposti)
• il ministro dell’agricoltura abbia dichiarato apprezzamento riguardo la nostra
proposta di legge “per i terreni inquinati” osteggiata, inspiegabilmente, proprio
dalle nostre due punte di diamante della commissione ambiente,
• e ovviamente che si spenda troppo, nonostante i risulti ottenuti e soprattutto tralasciando le molte azioni operate da una squadra ampia che vive dello stipendio e usa collettivamente le risorse a disposizione per la causa in
maniera etica ed efficiente (e dichiarata a piè di lista) non lesinando su collaborazioni e perizie esterne, indispensabili ad un risultato che non sia, unicamente, la gare delle restituzioni. Tralasciando le molte azioni, dicevamo, che non sono gli800emendamenti o i 6 disegni di legge (due presentati due online su lex e due in fase di discussione in rete sul nostro E-drive tralasciando le molte azioni, dicevamo, da quelle in supporto di attivisti intimiditi dalla camorra (abbiamo appena denunciato sindaco e carabinieri di bacoli a seguito di un ispezione)
a quelle che ci hanno visto denunciare lo STIR di Giugliano, la cui amministrazione è in odore di camorra, per il diniego ad un ispezione che avrebbe provato molti imbrogli, a quelle,ancora, che hanno portato alla denuncia contro l’inceneritore di acerra in cui abbiamo saputo scoprire rifiuti speciali avviati alla termodistruzione, (cosa non facile che ha richiesto perizia e perizie e viaggi infrasettimanali andata/ritorno dei miei assistenti in posti
che non garantiscono la loro sicurezza)ndr
«Il fatto – conclude il pdf – che noi si sia sotto accusa sugli accantonamenti, (a fronte dei 3000 euro che abbiamo messo da parte noi) proprio mentre altri accantonavano ingenti cifre per collaboratori che pur non essendo conviventi vivono insieme al senatore, ci fa pensare alla strumentalità dell’accusa e la cattiveria con cui è portata, non scusa la minchioneria, e in qualche modo, dimostra come gli accusatori, senatrici comprese, si disinteressino del danno cagionato al movimento intero con queste azioni denigrative chiederemo siano punite ex lege per il fatto che non tutelano un principio o un valore come l’onestà ma sono costruite ad arte contro un eletto, (corretto) del movimento5stelle».
LA GRATICOLA CON L’ASSENTE – Pepe contro le colleghe, mentre cerca di difendersi dal fuoco “amico”. La discussione prosegue, con una distanza sempre maggiore tra il senatore e il gruppo di attivisti, fino a domenica scorsa. All’assemblea cittadina a Napoli rispunta di nuovo l’argomento. «Facciamo un documento lo controfirmiamo tutti quanti. Tutti quelli che si comportano in modo disonesto e strumentale escono fuori dal MoVimento», incalza un attivista durante la riunione cittadina. In chat chi segue la seduta via streaming commenta: «Pepe. Parlano a nome di chi? Si sono autoproclamati nostri rappresentanti a nostra insaputa?». «I nostri rappresentanti – spiega un attivista in assemblea – devono attenersi alla linea dei nostri certificati sui meet up con il consulto on line. Legittimo avere delle opinioni personali ma non è giusto che oggi Pepe domani qualcun’altro possa rilasciare dichiarazioni che possono danneggiare il MoVimento in modo grave. Se il senatore Pepe si comporta in questo modo io propongo una votazione on line sulla sua espulsione». «Quando io ho visto Bartolomeo nella mia lista – spiega una candidata alle nazionali – io mi sono tolta». Definisce l’attivista “essere” e poi incalza: «Il mio nome non può esser affiancato ad un signore del genere. Prima Bartolomeo ci voleva in coalizione con l’Idv…Uno che gioca sotto», la discussione va avanti il tutto, ovvio, senza la presenza fisica e virtuale del senatore in questione.
L’intera seduta streaming è disponibile qui:
La storia, dopo settimane di “guerra” sotterranea, diventa di dominio pubblico, con un comunicato non pubblicato sul blog ufficiale del Mu Napoli ma su Cittadini in MoVimento. Anche perché, dato l’esito della riunione, tra gli attivisti c’è maretta e si chiedono spiegazioni per una scelta che dovrebbe esser presa a livello regionale e non da “40 attivisti”.
guarda la gallery:
Nel mentre però il MoVimento 5 Stelle Napoli condivide il post con il comunicato su Facebook.
SENATORE PEPE E SFIDUCIA – Le ore passano e la comunicazione ufficiale non arriva. Chiarisce tutto Fico alle agenzie: «Dopo la presa di distanza, Pepe si è ora cancellato dal gruppo napoletano». Sul “resoconto punto 2 dell’OdG, essendo una discussione di estremo interesse oltre che delicatissima, verrà emesso un formale comunicato dal canale accredidato del MU Napoli”, si spiega nel resoconto del verbale d’assemblea. «Assemblea Cittadina fatta di Domenica alle 15.00 con poco più di 40 persone che si arrogano il diritto di discutere, decidere e perdere le distanze dal senatore Bartolomeo Pepe e con questo di fatto la possibilità di espulsione di un Senatore della Repubblica Italiana dal M5S… Discussione che non era presente nell’ODG fino a qualche ora prima, ODG preparato in fretta e furia e terminato nelle sue parti alle 13.10 dello stesso giorno… Il senatore era pronto a partecipare alla riunione il giorno prima perchè oggi impegnato a Cosenza per un convegno sull’Emergenza Salute e Ambiente. Roberto Fico poteva esserci Sabato pomeriggio perché la riunione con il sindaco De Magistris non c’è più stata. Ma tutto questo è normale?», chiede in rete un attivista campano. Domande che non trovano risposta in un pasticcio che rischia di lacerare il MoVimento, davanti, forse, alla prossima espulsione.
—EDIT —-
Pepe risponde alla sfiducia di Napoli. Un vero e proprio blitz organizzato di domenica pomeriggio, in un quartiere di Napoli “difficilmente raggiungibile” e “per di più in un giorno in cui non potevo garantire la mia presenza in riunione”. Il senatore Bartolomeo Pepe, sfiduciato dal meet up di Napoli e ora a rischio espulsione, dice la sua sulla sfiducia partita sotto il Vesuvio. E punta il dito contro il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico. «Io sono del meetup di Acerra e Casalnuovo – dice all’Adnkronos Pepe – non appartengo al meetup di Napoli. Eppure, hanno indetto una riunione alle 15, nonostante non potessi partecipare perché ero impegnato a Cosenza, ad un incontro sull’emergenza ambientale. Hanno cambiato forzatamente l’odg dell’assemblea, sia Fico che la senatrice Vilma Moronese, affinché il meetup di Napoli prendesse le distanze da me. Hanno deciso una sfiducia che non era all’odg, una trentina di persone su 5.000 iscritti. Tutta gente del Vomero per giunta, la zona dove abita Fico. Trenta persone che sfiduciano un senatore della Repubblica. Eppure più volte ho chiarito sulle rendicontazioni – aggiunge – rispondendo alle richieste che arrivavano dalla base. Mi dissocio da questo attacco e modo di procedere. Oltretutto vogliono liberarsi della punta di diamante dell’ambientalismo in Campania proprio nel momento in cui si discute di ecomafia: le forze che hanno creato l’emergenza a Napoli e dintorni sentitamente ringraziano. Non mi spiego come si voglia delegittimare una persona che si è distinta per queste tematiche sul territorio».