L’Abruzzo contro l’energia eolica

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I residenti di Civitaluparella, località in provincia di Chieti, dicono no ad un parco che sovrasterebbe il loro Paese e rovinerebbe un territorio caratterizzato da una fauna ricca ed una flora rigogliosa. E la loro protesta è la stessa di molte altre località in Provincia ed in Regione che si oppongono alla nascita d'impianti che deturperebbero il paesaggio Regionale

L’Abruzzo contro l’energia eolica. O almeno, la popolazione. Non per una questione di metodo, ma proprio di tecnica. Sono sempre di più le località che hanno visto sorgere nel corso degli ultimi anni impianti di vario tipo che hanno interessato zone rilevanti dal punto di vista paesaggistico ed ambientale. Ed ora gli abitanti delle suddette aree dicono basta, con Rifondazione Comunista che chiede l’intervento del governatore, Gianni Chiodi.



IL PARCO EOLICO DI CIVITALUPARELLA – In questi giorni si sta discutendo del prossimo impianto che dovrebbe essere costruito a Civitaluparella, in provincia di Chieti. Secondo quanto espresso dalla procedura di Via, il progetto in questione riguarda la realizzazione di un parco eolico in località Colle del Vento. In totale si parla di 12 aerogeneratori per un totale di 24-27 Mw, mentre la zona destinata all’impianto, di 25 ettari, è agricola. L’altitudine scelta è compresa tra 850 e 970 metri sul livello del mare, a 2,5 chilometri a nord est di Civitaluparella. L’azienda proponente, la Civitaluparella Wind, ha messo in chiaro che l’area destinata all’impianto interessa terreni agricoli in regime sia arativo sia sodivo mentre non minaccia le superfici a vegetazione strutturata.



LE SPECIE VEGETALI SALVAGUARDATE – Ciò significa che le seguenti piante non sono interessate alla realizzazione del parco eolico:

Quercus pubescens, boscaglia di transizione per fenomeni di imboschimento spontaneo con Acer campestre; formazioni arbustive del Prunetalia con Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Rosa canina e la macchia a Spartium junceum e Lonicera etrusca



La collocazione in aree agricole, secondo i promotori del progetto, non determinerà un’alterazione significativa della funzionalità produttiva delle superfici coltivate. La sottostazione sarà localizzata in prossimità della centrale Enel del Comune di Villa Santa Maria secondo un progetto che ne prevede l’ampliamento. Il progetto a grandi linee è questo ma, come vedremo, non piace né alla popolazione né alla politica locale.

I COMITATI CONTRO – Meteoweb riporta la rabbia degli abitanti dell’area del Medio Sangro, territorio interessato da questo specifico progetto, Progetto che coinvolge oltre Civitaluparella, Montelapiano, da dove partirà la linea elettrica lunga 1.700 metri e Villa Santa Maria, anche i comuni di Fallo, Colledimezzo e Quadri. Questo ha portato alla nascita di diversi comitati locali come «La Difesa» a Civitaluparella, «No Centrale» a Villa Santa Maria e «No Eolico Selvaggio Pizzoferrato-Quadri». I comitati sono contro l’innalzamento di otto torri alte 135 metri, ognuna di queste alta più di otto volte e mezzo il campanile della chiesa della località contraria all’impianto, amministrazione comunale a parte. Secondo le opposizioni la scelta d’installare tali pale eoliche è finalizzata al recupero degli incentivi statali, non più riguardanti l’installazione delle pale ma solo l’energia effettivamente prodotta. per distruggere le colline.

GLI ANIMALI PRESENTI NELL’AREA – Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione Comunista, ha presentato un’interpellanza al presidente della Regione, Gianni Chiodi, per chiedere «la sospensione dell’iter autorizzativo e una integrazione di documenti al fine di poter mettere la competente commissione regionale nelle condizioni di valutare l’incidenza dell’intervento». Inoltre, sempre secondo l’accusa, il governo regionale non tiene conto dell’effetto cumulo mentre fornisce i pareri. Ciò significa che l’istituzione appare incurante del fatto che impianti diversi, realizzati a poca distanza l’uno dall’altro, distruggono una zona caratterizzata dalla presenza del nibbio reale, dell’orso, del lupo, della salamandrina dagli occhiali, dai chirotteri, dalle cicogne e dalle aquile reali.

 

LA PROTESTA DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI – Palmerino Fagnilli, sindaco di Pizzoferrato, ha definito le pale eoliche dei frullatori usati per colonizzare i territori svuotati dai servizi. Diana Peschi, ex sindaco di Civitaluparella, ha aggiunto che in quest’area sono presenti anche impianti eolici di altri comuni e che lei all’epoca si pronunciò insieme alla sua amministrazione contro l’eolico perché:

«troppo vicino alle case, per l’impatto ambientale sulle aree Sic, d’interesse europeo, e perché la zona è meta di passeggiate e frequentazioni anche di bambini»

Coloro che si oppongono al progetto si raduneranno a Pescara il prossimo sei marzo in occasione della conferenza dei servizi per fare il punto della situazione mentre si capirà in che modo si potranno tutelare le specie animali presenti nell’area.

IL PARCO RESPINTO AD ORTONA DEI MARSI – E probabilmente quella sarà la sede in cui avrà luogo un’aspra battaglia al fine di ottenere il via libera dopo i no pronunciati lo scorso febbraio dal comitato di Via. Come spiega Il Centro il 12 febbraio è stato rinviato il progetto della Wind Turbines Engineering che doveva essere realizzato a Carrito di Ortona dei Marsi. Il parco eolico prevedeva la presenza di 11 aerogeneratori capaci di generare una potenza complessiva di 19,8 MW. Il progetto in questione venne però osteggiato dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in quanto avrebbe impattato negativamente sul corridoio ecologico dell’orso marsicano. Giuseppe Rossi, commissario del parco nazionale d’Abruzzo, ha definito il parco dannoso per l’orso, i grifoni ed i Chirotteri mentre secondo lui sarebbe opportuno che la Regione

 «si doti finalmente di un piano che preveda le aree dove è possibile costruire impianti fotovoltaici ed eolici, elaborando un documento di indirizzo relativo ai fattori di disturbo e ai potenziali conflitti con le attività umane»

LA STORIA DELL’IMPIANTO DI CIVITALUPARELLA – Invece sembra che questo non sia accaduto per l’impianto di Civitaluparella. Via dal Vento, osservatorio sull’impatto dell’energia eolica in Italia, spiega che la pratica per la nascita del parco eolico nacque nel 2009, mentre nel giugno 2010 la commissione regionale espresse parere favorevole alla realizzazione del progetto, anche in mancanza di osservazioni da parte dell’amministrazione comunale che a sua volta non aveva raggiunto alcuna convenzione con la Civitaluparella Wind. Nel maggio 2012 il progetto, autorizzato dalla commissione di Via, va in conferenza dei servizi mentre l’amministrazione nel 2012, sollevando questioni ambientali, si dichiara contro il progetto.

L’APPUNTO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE – Il cinque novembre 2013 la provincia di Chieti ha pubblicato l’avviso dell’avvio di procedimento preordinato al vincolo di esproprio dei terreni interessati. Ed oggi siamo a questo punto, con la popolazione locale preoccupata dall’evoluzione degli eventi. Peraltro in Abruzzo sono presenti al momento, dati di Legambiente, 21 impianti eolici tra mini ed impianto normale. L’alto numero di richieste degli ultimi anni ha portato nel 2010 il Ministero dell’Ambiente ha inviato all’Abruzzo una nota in cui, parlando di energie rinnovabili, si chiedeva, in considerazione dei progetti previsti e dislocati nel territorio,

«avviare una procedura di VAS, al fine di fornire un quadro esaustivo di tutte le interferenze ambientali sulla base del quale realizzare una programmazione energetica a scala più ampia, allo scopo di garantire uno stato di conservazione soddisfacente del patrimonio ambientale regionale»

Per Vas s’intende la Valutazione Ambientale Strategica, ovvero il processo finalizzato ad inserire l’esame degli aspetti ambientali già nella fase strategica che precede la progettazione e la realizzazione delle opere. Inoltre la Vas prevede sia il miglioramento dell’informazione della gente sia la promozione della partecipazione pubblica nei processi di pianificazione e programmazione. Esattamente ciò che è stato lamentato da Maurizio Acerbo. Perché nel caso di Civitaluparella o in quello di Ortona dei Marsi, sembra sia mancata proprio la comunicabilità con gli attori in gioco. Perché con una comunicazione accurata e concreta è possibile fare grandi cose.

COLLARMELE, QUANDO L’EOLICO FUNZIONA – A questo proposito il Centro ci propone un’intervista a Dario De Luca, Pd, sindaco di Collarmele, località nei pressi del Corridoio dell’Orso. De Luca, sindaco negli anni ’80, fu il padre dell’impianto nato nel 1996, secondo in Regione dopo quello di Palena-Sangro del 1994. La sua gestazione durò 12 anni, dal 1980, anno in cui venne condotta dall’Enea la prima analisi del vento, fino al 1992. Nei primi ’90 Marsica Gas installò la prima monopala Riva Calzoni fino ad arrivare alla nascita di un impianto Enel di 9 megawatt e 33 pale. E la popolazione non fece resistenza anche perché vennero condotti studi accurati con l’impianto che venne percepito come un elemento del Parco che sarebbe nato successivamente.

LA CONTRARIETÀ DEI CINQUE STELLE – Oggi l’impianto consente agli abitanti della località abruzzese di non assistere ad un aumento delle spese della spazzatura fin dal 2000, all’assenza dell’Imu sulla prima casa ed alla presenza dell’aliquota minima dell’Imu obbligatoria per legge sulla seconda. Segno che è possibile con la giusta politica ottenere dei successi. L’affollamento d’impianti in una specifica area viene visto invece come un attentato all’integrità del territorio. A questo proposito Zona Locale riprende la voce degli esponenti del Movimento Cinque Stelle Vastese, area in provincia di Chieti, che spiega come il territorio abbia già dato con la centrale turbogas di Gissi, l’inceneritore di rifiuti speciali a Lentella, il maggiore sito di stoccaggio gas d’Europa a Montalfano e la maggiore concentrazione eolica di tutto l’Abruzzo. Il caso di Collarmele dimostra la bontà di un investimento nell’eolico, se realizzato venendo incontro al favore dei cittadini. In caso contrario si assiste a proteste e barricate.

UNA SITUAZIONE COMPLESSA – Per quanto riguarda Civitaluparella, la questione è esplosa al momento dell’affissione dei bandi per l’esproprio, dopo che il progetto iniziale nel 2012 venne respinto. Le preoccupazioni dei residenti e della popolazione dell’area è che questi impianti su cui corre il rischio di cumulo possano rappresentare un pericolo per gli animali. I volatili potrebbero impattare contro le pale se queste girassero ad una velocità stimata sui 70 chilometri orari mentre gli orsi e gli altri abitanti del bosco potrebbero non adeguarsi ai nuovi ingombranti vicini. Poi ci sono coloro che ritengono come questi investimenti in zone suggestive siano dettati solo dalla volontà d’incamerare gli incentivi che, ricordiamo, ora non riguardano più l’installazione delle pale ma solo l’energia effettivamente prodotta. Gli imprenditori coinvolti nei progetti, dal canto loro, negano le accuse riportando studi che dimostrano la sicurezza delle pale. Che continuano a spuntare per l’opposizione della popolazione.