La vita nelle fogne di Las Vegas
11/07/2011 di Dario Ferri
Non solo casinò, negozi ed alberghi. Nella capitale del divertimento c’è chi popola i tunnel sotterranei
C’è una Las Vegas nascosta, sotterranea e maleodorante che respira insieme a quella lussuosa e stravagante che brilla sugli schermi di mezzo mondo. Nella città del Nevada da decenni diventata emblema del divertimento, dello shopping e del gioco d’azzardo c’è chi vive nella povertà, nel malessere, nella sporcizia. Nei 300 chilometri di fogna sotterranea si nascondono senzatetto lontani anni luce dallo splendore di casinò, negozi e mastodontiche insegne luminose.
VITA NEL TUNNEL – I tustisti non li vedono? “Non importa”, risponde uno dei barboni, di nome Michael, che vive raccogliendo spiccioli lasciati nelle slot machine. “Stano qui non ci preoccupa nessuno, i poliziotti ci lasciano in pace”, dice Mickey, questo il soprannome datogli dagli amici, reduce da un matrimonio che sembrava felice, la nascita di sei figli, il divorzo, la perdita del lavoro, le difficoltà economiche. Ora dorme su un materasso montato su contenitori di plastica, mentre una sedia pieghevole ed un comodino raccattati per strada completano la sua camera da letto. Alla parete c’è affissa un’immagine di Kennedy: “Uno dei simboli della vita americana”, commenta Michael. L’unica luce che gli tiene compagnia nella sua dimora sotterranea è qualle proveniente da una piccola torcia. “E’ giunto il tempo di smettere di vedere quello che il mondo mi ha fatto”, c’è scritto a mano sul letto scarabocchiato.
PASTI, LAVANDERIA, BIBLIOTECA – Anche Jooy ed Eddie vivono in un tunnel, da sette anni. La prima dopo essere stata travolta dalla perdita del marito, alcolizzato, il secondo dopo essere stato sfinito da una montagna di debiti, e poi dal carcere e, ancora, dalla mancanza di un impiego. Insieme provano ora a dare dignità a quell’inquietante luogo buio, e alla loro esistenza. Fare la lavanderia e rinfrescare la biancheria è una prassi anche nell’ocurità sotterranea. Come i turisti rimangono abbagliati dalle luci del Mandalay Bay e del Caesars Palace così vengono attratti dal misterioso tunnel, racconta la coppia. “Abbiamo anche un cane”, scherzano mostrando un peluche Jooy ed Eddie, sospesi a metà tra la caricatura di mezza America e del fallimento del sogno americano. Pasti, riposo, biblioteca, visite, passeggiate. L’altra Las Vegas imita la quotidianità normale degli “altri”.