Il governo australiano non conferma, ma soprattutto non smentisce, e Abbott parla di approccio «incredibilmente creativo» al blocco dell’immigrazione illegale dall’Asia via mare.
L’Australia ha un approccio durissimo verso l’immigrazione dei profughi che arrivano dall’Asia via mare e tende a prendere queste persone e a confinarle su remote isolette, possibilmente affittate dai micro-paesi vicini per fare in modo che la loro presenza non ricada sotto la giurisdizione australiana.
L’ultimo colpo di genio dell’esecutivo Abbott è stato denunciato dalle autorità indonesiane, che hanno fermato un’imbarcazione carica di migranti di ritorno dall’Australia, scoprendo che gli scafisti erano stati fermati dalla marina australiana e pagati per tornare indietro.
I migranti che provenivano da Bangladesh, Myanmar e Sri Lanka che volevano raggiungere la Nuova Zelanda sono così finiti a Rote Island, in Indonesia e lì son rimasti da maggio. Secondo la loro ricostruzione oltre agli scafisti gli ufficiali australiani hanno pagato anche i migranti, 5.000 dollari australiani a testa per tornare verso l’Indonesia. L’ida degli australiani non pare poi così creativa, a pagare son capaci tutti e pagamementi del genere rischiano semmai d’incentivare il traffico più che di scoraggiarlo, oltre a non offrire nessuna garanzia che una volta intascata la mancia, scafisti e migranti non riprendano la loro strada come se nulla fosse dopo una pausa ristoratrice a spese di Canberra.