L’azienda farmaceutica che ti dava medicine marce

Categorie: Cronaca, Italia

Autorizzazioni sospese, personale non qualificato, date di scadenza taroccate: la triste storia della Ecobi farmaceutici



E’ stata sigillata a Ronco Scrivia, in provincia di Genova, un’azienda farmaceutica, la Ecobi Farmaceutici, rea di aver continuato a produrre e commercializzare medicinali dopo essere stata sospesa nel 2010 a causa dell’insufficienza di idoneo personale tecnico e della mancanza di condizioni di sicurezza.

CINQUE DENUNCE – Quindi, i carabinieri del Nas, affiancati all’Arma di Ronco Scrivia hanno accertato che l’azienda in questione, la Ecobi Farmaceutici, avrebbe continuato a produrre e commercializzare medicinali dopo che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ne aveva sospeso e revocato la produzione nel 2010. Medicine scadute, con numeri di lotto già usati in precedenza o confezioni non controllate per mancanza di personale, il tutto per un valore complessivo stimato in 5 milioni di euro. Cinque le persone denunciate (tra legali rappresentanti e personale dipendente della ditta) per produzione e commercializzazione di medicinali guasti e imperfetti.



NESSUN DIRETTORE TECNICO – L’AIFA, informata dal NAS di Genova, ha disposto, in campo nazionale ed estero, il ritiro immediato dei medicinali prodotti e commercializzati dalla Ecobi. Tra i farmaci imperfetti ci sono sciroppi, pomate e medicinali usati nel cocktail per la cura dell’Aids. Questi venivano prodotti in assenza dei requisiti minimi di sicurezza. Come ricordato, l’AIFA sospese nel 2010 la Ecobi proprio a causa delle carenze strutturali e igienico-sanitarie garantite dall’azienda. In aggiunta a questo, venne notata la mancanza di personale qualificato. Per dirne una, lo stabilimento era privo di un direttore tecnico fin dalla fine dello scorso anno. Il direttore tecnico ricordiamo che è l’unico soggetto in grado di autorizzare la produzione di medicinali. Per questo motivo, per aggirare l’assenza di tale figura professionale, sono state usate fustelle con codici a barre non più validi.



UN MOMENTO DI CRISI – Il sequestro condotto dai Nas nell’indagine, condotta dal PM di Genova Federico Manotti sembra quindi scrivere la parola fine nella storia della Ecobi, nata nel 1933 e oggi vittima, parole del titolare Giuseppe Lungaro, di una serie di difficoltà finanziarie aggravate da un debito nei confronti di Equitalia che stava portando l’azienda sul lastrico. Secondo Impresa Italia, la Ecobi apparteneva alla classe di fatturato compresa tra 5 e 13 milioni di euro l’anno e poteva contare su un numero di dipendenti prossimo alla cinquantina. Ciò ovviamente non può giustificare la rietichettatura di farmaci scaduti, come confermato dalle forze dell’ordine, né tantomeno la presenza di un magazzino abusivo. I carabinieri hanno anche sequestrato i prodotti utili alla fabbricazione dei medicinali, per un valore pari a cinque milioni di euro, e due tonnellate di principi attivi. Intanto l’azienda ha “cancellato” il proprio sito internet, il quale è rimasto on line sicuramente fino al 21 gennaio 2011, come attestato dalla Internet Wayback Machine.

I FARMACI DA RITIRARE – L’Assofarm, ovvero l’ente che rappresenta a livello istituzionale e sindacale le Aziende Speciali, i Consorzi, e i Servizi Farmaceutici e le Società che gestiscono le farmacie pubbliche, il cui giro d’affari è stimato intorno ai 1.700 milioni di euro, ha pubblicato lo scorso 23 febbraio un comunicato dell’AIEA nel quale si chiedeva il ritiro immediato di una serie di farmaci, ovvero il Nimesulene supposte 200 grammi e l’Emopon 12 flaconcini 5 ml dei Laboratori Guidotti, il Minovital soluzione cutanea al 2%, flacone da 60 ml della ditta Lab Terapeutico, il Dermirit crema 0.5% tubo 20 grammi della ditta Morgan Italia di San Lazzaro di Savena (Bologna) e della ditta Morgan di Vicenza. Nella comunicazione venivano invitate le ditte, le quali ricordiamo non avevano prodotto il medicinale, fabbricato invece dalla Ecobi, a ritirare i prodotti dal mercato entro 48 ore dal ricevimento dell’avviso, con tanto di verifica dei Carabinieri. Per tale comunicazione era ammesso il ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica.

ALTRI PRODOTTI – Il Farmacista, in una comunicazione del 27 febbraio, aggiornò la lista di medicinali da ritirare, inserendo anche: DOMUTUSSINA sciroppo 15mg/5 ml (150ml), AIC 025517018, ditta PROGEFARM S.r.l; – FLOGOFENAC RETARD 21 capsule 100 mg, AIC 025536020 e FLOGOFENAC GEL 1% g 50, AIC 025536044; SANIFOLIN 10 compresse 15 mg, AIC 027683010, ditta FAR.G.IM; – SODIO CLORURO 0,9% flacone 100 ml, lotto n. F2A141, scadenza 01/2015, ditta SALF SpA. Ricordiamo sempre che le ditte dovranno ritirare medicinali non prodotti da loro, bensì dalla Ecobi.

LA LEGGE – I Nas avevano comunicato all’AIEA la situazione della Ecobi già il 20 febbraio 2012, come testimoniato dall’incartamento ufficiale. L’autorizzazione alla produzione di medicinali da parte dello Stato alla Societa’ Farmaceutici Ecobi S.a.s. venne sospesa il 10 novembre 2010 con il provvedimento dell’Aiea aM-168/2010. Nonostante la sospensione questa ha continuato nella sua attività in assenza dell’autorizzazione alla produzione e all’importazione, sia per il mercato nazionale sia per quello internazionale. I farmaci di Ecobi venivano distribuiti in Vietnam, Thailandia, Yemen, Libano, Kosovo, Albania e Corea, anche se non viene specificato di quale si tratti. Ecobi nel suo atteggiamento ha violato quattro articoli del decreto legislativo 219/2006, “Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonche’ della direttiva 2003/94/CE”. Più specificatamente, sono stati violati gli articoli 50 e 55, relativi rispettivamente alla produzione e all’importazione e agli obblighi derivanti dagli articoli 51 e 52, relativi alla produzione, al confezionamento e commercializzazione dei prodotti

LA VERSIONE INGLESE – Pharmaceutical Industry invece ci dà una presentazione in lingua inglese della Ecobi. Una presentazione utile per capire come l’azienda si poneva di fronte al mercato straniero:

Ecobi Farmaceutici is an Italian pharmaceutical company with head office in Ronco Scrivia (Genoa).

The Company was founded in 1933 and over these fifty years it has continuously expanded its role both on the domestic market and in several countries world-wide. Ecobi Farmaceutici has a staff of 50 employees (including 7 technicians) in addition to serval fulltime consultants. Proprietary medicines manufactured by Ecobi Farmaceutici cover a wide range of therapeutical classes, such as: analgesic, antiphlogistic/antirheumatic, antimycotic, antiviral, cardiovascular, cerebrovasodilator
dermatologic, mucolytic.

L’azienda fu fondata nel 1933 e negli ultimi anni ha espanso il suo ruolo sia nel mercato italiano sia nel mercato internazionale. Ecobi Farmaceutici conta su 50 impiegati, tra cui sette tecnici, e diversi consulenti. Le medicine prodotte da Ecobi coprono varie classi terapeutiche come analgesici, antireumatici, antiflogistici, antimicotici, antivirali, cardiovascolari, dermatologici, mucolitici. Una vasta gamma di prodotti, che però almeno secondo le indagini, non venivano né prodotti né conservati nel modo giusto.

ETICA & PERICOLI – La Ecobi venne sospesa nel 2010, ma riuscì con vari stratagemmi a continuare la sua produzione, la vendita e l’esportazione di farmaci “scadenti”. Ora tutto sembra finito, ma resta il fatto che per oltre un anno venissero distribuiti medicinali provenienti da quest’azienda, la quale ha continuato con le pratiche che l’hanno portata alla sospensione ovvero la mancanza di personale tecnico e la “truffa” delle confezioni segnate con numeri di lotto e scadenze utilizzati prima della revoca. Come si può scoprire esplorando il sito, conservato dall’Internet Wayback Machine, la filosofia aziendale in termini di sicurezza era la seguente:

L’azienda é certificata in base alle norme di Good Manufacturing Practises (G.M.P.). Il suo Sistema di controllo di Qualità per le preparazioni farmaceutiche é implementato ad ogno livello di produzione ed é stato recentemente oggetto di audit internazionali. La filosofia dell’Ecobi Farmaceutici riguardo alla produzione di farmaci ci sintetizza nell’affermare che risultati competitivi a livello mondiale possono essere raggiunti solo attraverso personale qualificato e moderne attrezzature.

Parole presenti sul sito tre mesi dopo la prima sospensione dell’AIFA. Ora siamo al sequesto, ed è importante è che si sia messo un freno a questa pratica, almeno per la tutela della salute pubblica. Prossimamente bisognerà capire se è giusto, per cercare di rimanere sul mercato e risolvere le proprie question economiche, vendere prodotti pericolosi al pubblico in barba alla legge.