Lazio-Roma, i tifosi raccontano: «È stato un agguato. Ci hanno pugnalato all’improvviso»

«È stato un agguato in piena regola». «Una vera imboscata contro due tifosi inermi». È così che gli amici di Massimo Ceci, 38 anni, e Daniele Sellitri, 31, i due tifosi romanisti accoltellati prima del derby Lazio-Roma, descrivono l’aggressione subita.

 

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A riportare la testimonianza dei ragazzi, avvicinati davanti al pronto soccorso dell’ospedale Gemelli, è il quotidiano romano Il Messaggero in un articolo a firma Camilla Mozzetti e Paola Vuolo:

«È stato un agguato in piena regola – accusano gli amici anche sui blog – una vera imboscata contro due tifosi inermi. I nostri amici non erano armati, invece gli altri avevano i coltelli e già questo la dice lunga su come sono andate le cose». La polizia sta cercando di ricostruire con precisione la dinamica dell’aggressione. In un primo momento si era parlato di una rissa, ma questo non risulterebbe dalla versione delle vittime. «Con noi c’erano anche altri tifosi – avrebbero detto alla polizia – ma all’inizio non c’era nessuna tensione, quasi scherzavamo con i laziali. Poi ci sono venuti addosso e ci hanno ferito a coltellate».

Insomma, nessuna cattiva intenzione. Né prima né dopo:

Gli amici non lasciano la sala del pronto soccorso nemmeno dopo che i medici li hanno rassicurati che Massimo e Daniele non hanno nulla di particolarmente preoccupante. Probabilmente Daniele non verrà nemmeno operato, per ora gli hanno messo un drenaggio. I due non sanno niente delle voci che girano allo stadio, non sanno di vendette «nel dopo partita», dicono solo: «Sono tutte chiacchiere – non sappiamo quello che accade all’Olimpico, ma di sicuro nessuno vuole vendicare nulla. Non quelli del nostro gruppo. Noi vogliamo solo tornare a casa tranquilli. E visto quello che dicono i medici possiamo farlo ora».

L’aggressione ai supporter sarebbe avvenuta verso le 16 poco prima di Ponte Milvio. Le indagini sull’accaduto saranno realizzate anche grazie alle registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona. Dalle immagini si potrebbe infatti risalire ai responsabili.

(Foto: Ansa / Angelo Carconi)

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