Le 32 invenzioni che cambieranno il tuo futuro

Categorie: Tecnologia

Magliette come centrali elettriche. Dispositivi antitraffico. Spray antisporco. I trentadue colpi di genio per un mondo migliore.

L’innovazione è una cosa lenta, e strana. Ad esempio, la luce elettrica, dice il New York Times Magazine, è stata un fallimento per lungo tempo. Inventata nei primi anni del 1800 dal chimico inglese Humphry Davy, non fu utilizzata per nulla fino al 1880, quando Thomas Edison inventò la lampadina. E ancora una volta, bisognò aspettare almeno ai primi decenni del 1900 perché il convogliare elettricità dentro ai dispositivi iniziasse ad avere un qualche senso: più o meno, ci spiega il magazine del più importante giornale al mondo, quando vennero inventati i tostapane e i ferri da stiro. Così è naturale che l’innovazione, per sua natura, segua un percorso oscillante: prima dei piccoli abbozzi di idea, anni di ricerca e poi magari non se ne fa più nulla, rimane tutto chiuso in un cassetto. Fino al prossimo appuntamento con il progresso.



 

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IL FUTURO E’ QUI – Bocconi, segnali, segni del futuro che arriva ci sono già in giro per il mondo, dice il Times: piccole invenzioni, ancora progetti da pioniere che sarebbero però da tenere davvero d’occhio. Sono 32. Trentadue colpi di genio da non perdersi per strada. Perché un giorno potrebbero plasmare il nostro futuro, cambiare il nostro modo di vivere, semplificarci la vita in maniera incredibile. Un giorno il nostro mondo sarà diverso, forse anche grazie a queste innovazioni. Una delle più sensazionali è senza dubbio la maglietta che produce elettricità: è noto che ogni regione del nostro corpo ha una diversa temperatura, ci sono sbalzi termici impercettibili ma comunque importanti.Ebbene, è allo studio presso la Wake Forest University un tessuto che riesce ad essere, contemporaneamente, anche una piccola centrale elettrica: “Converte le piccole differenze nella temperatura del vostro vestito – anche solo dal polso all’ascella – in elettricità. E visto che le differenti parti della maglia possono variare anche di 10 gradi, si potrebbero ricaricare i lettori MP3 anche solo rimanendo seduti”, spiega il NYTM. Si pensi solo cosa potrebbe succedere se un’intera sedia fosse composta di questo materiale, che difficilmente dovrebbe arrivare oltre i 2 anni di qui.



CONTRO IL TRAFFICO – E che dire delle lampadine che in realtà sono dei proiettori, in grado di trasformare la nostra cucina nella sala principale del laboratorio di Iron Man? Si pensi ad una credenza in cui ogni sportello diventa una sorta di visore: in uno schermo le notizie, nell’altro l’agenda. Come un desktop globale che si potrebbe installare in qualsiasi stanza per farla diventare una sorta di “interfaccia ad immersione totale”. E sul tavolo della cucina si potrebbe riuscire a proiettare le ricette di cucina che ci servono, complete di istruzioni. Come dice il suo ideatore, Mark Rolston, designer, “il problema dei computer è che hanno schermi troppo piccoli”. Come troppo piccole sono le distanze di sicurezza fra autoveicoli che generano incredibili ingorghi di traffico. Basta pochissimo: qualcuno frena perché non ha modo di rallentare, così quello dietro inchioda, e a seguire, a cascata. Si tratta di comportamenti che i teorici del traffico studiano da tempo per arrivare a pensare ad un dispositivo, chiamato “adaptive cruise control” che riesca a gestire in automatico la distanza di sicurezza fra i veicoli. “Con un quarto dei veicoli equipaggiati con ACC su una autostrada simulata, il tempo del viaggio è sceso del 40%; con un quarto dei veicoli equipaggiati con ACC gli ingorghi sono scesi del 20%”: e per l’installazione dell’AAC sulle automobili, non dovrebbe mancare poi tanto. Due anni al massimo.

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I PARCHI DELLA PAURA – L’innovazione ha bisogno di visionari, come Jiang Qian, che ha pensato che il tempo di attesa aggrappati ai manici sulla metropolitana potesse essere proficuamente capitalizzato. E ha pensato che potesse diventare un videogame, uno “Strap Game” che ti avvisa quando la fermata sta arrivando; l’innovazione ha bisogno di lasciarsi indietro le paure di ogni giorno. E’ per questo che due psicologi norvegesi, Leif Kennair ed Ellen Sandseter hanno iniziato a pensare che “i parchi giochi moderni siano per pavidi. Così, invece di muretti da scalare, ci dovrebbero essere alte parallele. Invece di tubi di plastica per strisciare, ci dovrebbero essere scivoli alti e contorti. E travi. E corde. Il motivo”, spiega NYT, “è che più a lungo teniamo lontani i bambini dai pericoli, più saranno impreparati per i rischi veri da adulti”. E’ per questo che potrebbero arrivare dei parchi divertimento “pericolosi”, in modo da fungere da addestramento per i bambini in un certo senso.

 

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UBRIACATI PURE – C’è davvero il disegno di un mondo diverso, mettendo una vicino all’altra queste sensazionali invenzioni future. I ricercatori dell’Imperial College London hanno un’idea per risolvere i problemi connessi all’ubriachezza: stanno sintetizzando una sorta di principio attivo assimilabile alle benzodiazepine che riescano a procurarci una vera e propria “sbornia” senza però quei negativi effetti sull’umore, sulla rumorosità e sul comportamento. Una sorta di ubriachezza indotta da questo composto, un “additivo insapore” da inserire in qualsiasi bevanda, in grado di scomparire nel nulla grazie ad una pillola. Insomma, qualcosa come “ubriachi a comando”. Non ci sarà alcun bisogno di comandare, invece, il carrello della spesa se entrasse in produzione il prototipo del Chaotic Moon Lab che è una sorta di automa. Si inserisce la lista della spesa e il profilo del cliente e ci guida lui in automatico nel supermercato, in cerca degli oggetti di cui abbiamo bisogno. E ci avverte se compriamo qualcosa che non è congruente con le nostre scelte alimentari: di più. Questo prodigioso aiuto per la nostra spesa, che potrebbe essere sul mercato dopo nemmeno fra due anni, mentre mettiamo gli oggetti nel carrello li scansiona, fa il conto e alla fine saltiamo la fila per pagare. Comodo no?

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L’ESTINTORE INFALLIBILE – Ci sono anche innovazioni già arrivate. Peter Jacskon sta girando “lo Hobbit” a 48 frame-per-second, percentuali di proiezioni mai viste prima: insieme a James Cameron, questi registi puntano ad arrivare addirittura a 60 FPS, in modo da ottenere una “immagine fluida, colori più brillanti”, esperienze cinematografiche mai viste prima d’ora. Ma le idee geniali di cui si parla sono tantissime, e per ogni utilità. Piccoli sensori da inserire nei denti che ci avvisano quando sono sporchi. Spray che, applicati sulle superfici, riescono ad evidenziare lo sporco e le zone ad alta concentrazione batterica, in modo da permetterci di pulire al volo e nel punto giusto. Estintori che spengono il fuoco senza acqua e senza inquinare l’ambiente, perché riescono ad emettere un campo elettrico che disturba il normale funzionamento della combustione, costringendo il fuoco a rientrare – entrambe queste ultime invenzioni ancora allo stato prototipale, e dunque è difficile che vedano la luce prima di 3 anni.

 

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UN ITALIANO – E’ già quasi realtà il sensore accoppiato ad uno schermo di computer che ci dice se siamo malposizionati sulla sedia, se i nostri occhi sono stanchi e se è meglio riposizionarci, fermarci un secondo, alzare la sedia, cambiare luogo di lavoro. C’è anche una ricerca italiana, in parte, fra quelle segnalate dal New York Times: pare che il nostro modo di prendere le cose, ad esempio di alzare il telefono e accostarlo all’orecchio, piuttosto che sedersi sulla sedia, sia caratteristico di ogni persona e in nessun modo imitabile. Proprio sensori in grado di registrare e considerare questi movimenti come “caratteristici” funzionerebbero come inespugnabili antifurto. Si tratta di una ricerca italo-olandese che potrebbe dare risultati di qui a 2 anni. E chi più ne ha più ne metta: caffè che non sanno di caffè – con speciali tostature, tutto è possibile; biancheria che ci aiuta ad allenarci; caschi che ci lavano i capelli con getti d’aria ad alta pressione e sapone concentrato. Interessante una nuova idea per un sistema d’antifurto da bicicletta: basta inserire una sicura nel manubrio, e qualsiasi malintenzionato può solo andare dritto. Per tornare a poterlo girare, deve spaccare la bici.

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TUTTE LE ALTRE – Automobili che chiamano l’ambulanza in caso di bisogno, spiegando ai paramedici cosa è successo; aeroplani in leghe metalliche più pesanti in modo da garantire un ambiente più arieggiato all’interno della carlinga. Di qualcosa si è già sentito: la pistola che, mentre si parla, riesce a produrre in direzione del bersaglio un suono esattamente contrario per frequenza a quello emesso, così da riuscire a “far stare zitta” la persona in questione. Una vera e propria “shutup gun”. Ottovolanti che permettono alle persone di sedersi fuori dalla cabina, “come seduti su ali di aereo”; sensori cerebrali che registrano l’attività mentre si dorme, in modo da diagnosticare in anticipo malattie come l’Alzheimer e la schizofrenia; allo stesso modo, test sanguigni che dimostrano quanto sia propenso un soggetto alla depressione cronica.

ROBOPET – Tecniche di conservazione del cibo sottovuoto che permettano di avere a casa cucina “a tre stelle Michelin”, altro che congelatore; imballaggi alimentari che si mangiano. Tecniche di coltivazione e giardinaggio che attraverso tecnologie Gps riescano a stabilire quali punti di un terreno necessitino di “maggiore attenzione”, invece che innaffiare e curare tutta la terra allo stesso modo in maniera da evitare lo spreco di risorse. Tessuto che sembra il pelo di un’animale, utilissimo per chi non può avere un cucciolo a casa – allergie o altre idiosincrasie – ma non vuole privarsi del piacere di avere qualcosa da coccolare; e a proposito di coccole, pare che spingere i dipendenti ad avere “pause più lunghe” e “comportamenti altruistici”, alla fine della fiera, aumenti la produttività. Insomma, il futuro è già qui.

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