Le discariche svizzere che spaventano la Lombardia

Categorie: Italia

Gli abitanti di Gaggiolo, frazione del comune di Cantello in provincia di Varese, sono in guerra con la Svizzera a causa dell'ampliamento di un impianto di deposito di rifiuti inerti nato a pochi metri dalla linea di confine con l'Italia che ha coperto il sole e minaccia la loro salute a causa dell'inquinamento acustico e ambientale

Cosa pensereste se davanti a casa vostra un giorno vi trovaste un muro di 52 metri d’altezza per 145.000 metri quadri di materiali inerti piazzati in una discarica di fronte alle abitazioni private ma intoccabile perché sorge in un altro Stato? È la situazione vissuta ormai da anni dagli abitanti di Gaggiolo, frazione di Cantello, località in provincia di Varese che devono fare i conti con la discarica di inerti svizzera di Stabio, piazzata in prossimità del confine di Stato.



(Photocredit Infoinsubria)

LA DISCARICA DI STABIO – La situazione di grave allerta e di esasperazione dei cittadini è conosciuta ormai da diversi anni. Nel 2005 Varese News spiegava che la montagna di rifiuti in questione, presente tra i cippi 117 e 118, era ormai visibile dopo che all’epoca aveva raggiunto i 30 metri d’altezza. Il comune nel 2005 confermò che ogni giorno venivano scaricate tonnellate di materiale teoricamente inerte ma al cui interno era rinvenibile amianto, vetri, plastiche, il tutto coperto con della terra. Gli svizzeri già allora non hanno manifestato il minimo interesse a chiudere la discarica in questione con i cittadini di Cantello che già da allora temono che temporali e piogge possano creare uno smottamento della terra in questione, memori di grandi colate di fango finite in Italia.

LA LOTTA CONTINUA – All’epoca i gestori scavarono una trincea larga cinque metri e profonda due a cinquanta centimetri di distanza dal confine che hanno poi riempito con rottami di cemento armato per facilitare il drenaggio. Un provvedimento inutile secondo gli abitanti della zona che all’epoca denunciarono come col vento finissero nelle loro case anche le polveri provenienti da una montagna comparsa nel 2000 e che ha coperto il sole alle abitazioni che fino a quattordici anni fa si affacciavano su una valle mentre oggi sono in ombra. Tre anni dopo sempre Varese News ci spiega che la discarica in questione iniziava ad essere osteggiata anche dagli svizzeri con la formazione di un apposito comitato che avrebbe combattuto contro la discarica di Stabio promettendo anche una class action per chiedere risarcimenti a favore delle famiglie della frazione di Gaggiolo.



(Photocredit Tio.ch)

LA POLITICA LOMBARDA UNITA – Sei anni dopo però le cose non sono migliorate. Anzi, per alcuni aspetti, nell’ottica degli abitanti di Gaggiolo, sono addirittura peggiorate. La Regione Lombardia, come riferito da Rete Svizzera Italiana, ha chiesto alla Svizzera di agire nell’interesse degli abitanti della frazione di Gaggiolo, nella figura della Commissione Ambiente e Protezione Civile e della Commissione «Rapporti tra Lombardia, Confederazione Elvetica e Province Autonome», attraverso due risoluzioni votate all’unanimità, con l’appoggio quindi dei partiti presenti, ovvero Pd, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Movimento Cinque Stelle. I cittadini hanno dichiarato che saranno pronti a bloccare le strade d’accesso al Ticino se cresceranno altre montagne artificiali, mentre la Lombardia si pone come mediatore. Palazzo Lombardia ha stilato una risoluzione su tre punti che prevede un incontro con il Consiglio di Stato ticinese, la richiesta di misure di mitigazione per gli impianti ambientali di origine transfrontaliera nell’area lombarda interessata e si cercherà una maggiore condivisione delle procedure di realizzazione di impianti rilevanti sotto il profilo ambientale.

IL NUOVO IMPIANTO DI RICICLO – La Lombardia auspica un incontro o comunque una discussione. In attesa di una risposta da Lugano, Ininsubria propone uno spaccato della situazione attuale nella frazione di Gaggiolo. Come anticipato in precedenza, il cumulo di rifiuti ha raggiunto quota 54 metri d’altezza, con le autorità ticinesi che stanno pensando di realizzare un’area per il riciclaggio ed il deposito provvisorio di materiali inerti per una superficie di 14.000 metri quadri e la presenza di un frantoio e di un vaglio per sminuzzare i residui della discarica. Strumenti che verranno posizionati anche loro in prossimità del confine italiano. Inoltre nell’area, dal lato svizzero, non ci sono abitazioni, mentre in Italia capannoni e case residenziali sono a pochi metri, letteralmente, dal confine.



(Photocredit Laprovinciadivarese.it)

MATERIALI CONTENENTI AMIANTO? – Ed i cittadini temono che oltre al bitume, al gesso, al calcestruzzo, alla montagna, ai camion, alle infiltrazioni d’acqua, agli inerti ed alle polveri si possa aggiungere il rumore continuo delle macchine macina-rifiuti, con altre polveri. La questione poi assume contorni spinosi perché i cittadini dal lato italiano non sanno cosa ci sia dentro gli inerti. Il timore è che nella discarica ci possano essere residui di amianto. Del resto, come conferma il Canton Ticino nel suo sito istituzionale, la legge locale prevede che lo smaltimento del materiale con amianto fortemente agglomerato avviene di regola con il deposito in discarica per inerti. Questo non accade in caso di materiali fortemente danneggiati come frantumi fini o residui di manipolazioni scorrette tipo levigatura o lavaggio a pressione che potrebbero contenere amianto in matrice friabile. Nel Canton Ticino ce ne sono otto ed una di queste è proprio quella di Stabio. Tuttavia, nella scheda di discarica non si prevede la presenza di rifiuti contenenti in maniera specifica amianto anche se è presente materiale di demolizione non separato. 

LE SESSANTA MORTI SOSPETTE – E su questo tema l’Aidaa, Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, come pubblicato da Ticino On Line lo scorso 26 gennaio, ha accusato la discarica di Stabio di aver causato la morte di 60 persone a causa dell’amianto. Inoltre l’associazione ha presentato un esposto alla magistratura di Varese a seguito della segnalazione di nove morti sospette a causa di un tumore contratto, secondo l’associazione, «negli anni in cui era attiva e non sotto controllo la discarica di inerti di Stabio che sorge a pochi metri dalle case di Gaggiolo» aggiungendo che le morti nei paesi vicini e nella frazione sarebbero state circa una sessantina, con la magistratura chiamata a fare luce sulla vicenda.

(Photocredit Laprovinciadivarese.it)

IL PROGETTO DEL GIUGNO 2013 – E le aziende con grandi quantitativi di amianto fortemente agglomerato da smaltire sono invitati a rivolgersi ad una discarica autorizzata per materiali inerti. Luca Marsico, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della Commissione Ambiente, insieme al collega Francesca Brianza (Lega Nord), presidente della Commissione per i rapporti con la Svizzera, conferma che la Regione si è mossa con tempestività per dare una risposta ai cittadini. Solo che il progetto del frantoio e del vaglio se ne parlava già il quattro giugno 2013. Il Corriere del Ticino all’epoca raccolse le voci del comune di Cantello preoccupato dall’installazione del frantoio lungo la linea di frontiera di Gaggiolo. Gunnar Vincenzi, sindaco della località varesina, si definì preoccupato per la comunicazione ottenuta in questo senso da Stabio, con la popolazione locale che iniziò a temere davvero per la propria salute e per i rumori.

800.000 METRI CUBI DI DISPONIBILITÀ – Il 5 dicembre 2013, continua Bluewin, il sindaco di Cantello, ricevuto in Regione dalle autorità, espresse un parere negativo alla terza fase di completamento della discarica d’inerti di Stabio, con Rete Svizzera Italiana che conclude riferendo che il 22 febbraio la il Consiglio di Stato ha adottato il provvedimento di potenziamento del sito con uno stanziamento di 4,1 milioni di Franchi Svizzeri. Via libera quindi alla realizzazione della terza fase della discarica in località «Cà del Boscat» per un volume ulteriore di materiale pari a 800.000 metri cubi oltre alla realizzazione dell’impianto di riciclo anticipato lo scorso giugno con il credito necessario per gli espropri ed il lavori che sarebbe stato recuperato dalle tariffe di deposito.

(Photocredit Ticinonews.ch)

LA RABBIA DEI RESIDENTI – Il Governo Cantonale ha spiegato così il provvedimento:

«Considerando la necessità e l’urgenza di assicurare la continuità dello smaltimento dei rifiuti nel Mendrisiotto nonché l’interesse pubblico di rilevanza regionale, l’autorità cantonale ha optato per l’elaborazione di uno strumento pianificatori di livello cantonale»

Con un impianto vista Italia. La reazione dei cittadini di Cantello e Gaggiolo è stata rabbiosa. Come ci spiega Infoinsubria i residenti distanti anche cinque metri dalla discarica, dopo aver assistito alle limature della montagna ed alla collocazione di qualche alberello da parte dei ticinesi, alla notizia di una nuova discarica da 800.000 metri quadri da realizzare con urgenza per venire incontro alle necessità della regione con la nascita di un impianto per il riciclo sul confine hanno deciso di dire basta e si dichiarano pronti ad occupare il valico trans-frontaliero di Gaggiolo immaginando un’azione contro il Canton Ticino per chiedere un’indennizzo mentre si chiederà di spostare il frantoio che verrà realizzato a 200 metri dal confine.

TREMA ANCHE BIZZARONE – Ma in Regione si parla di tempestività. Ma c’è di più. La Svizzera sta pensando di realizzare una nuova discarica al confine con l’Italia. In questo caso a temere è il comune comasco di Bizzarone. La Provincia ci parla degli impianti che dovrebbero sorgere a Genestrerio, al di là del confine svizzero. Il progetto dei siti «Genestrerio Prella1» e «Genestrerio-Novazzano Chioso»  con il sindaco della località comasca Guido Bertocchi che ha dichiarato: «Nessuno ci ha interpellati e siamo venuti a conoscenza della questione dai cittadini che si sono rivolti al Comune una volta messi al corrente dal Wwf svizzero che ha redatto e distribuito un volantino per esprimere le sue preoccupazioni. Abbiamo provveduto a contattare la Provincia che ha ribadito di non saperne nulla come la Regione: tutti hanno assicurato il loro impegno sulla questione».

La mappa delle discariche nel Canton Ticino (www.ti.ch)

REGIONE LOMBARDIA RASSEGNATA – La Regione Lombardia ha chiesto alle autorità svizzere di stralciare il progetto dell’impianto di Genestrerio dal piano rifiuti chiedendo un incontro con le autorità ticinesi le quali, per dirla in modo franco, non ci sentono. Lo conferma Claudio Zali, direttore del dipartimento del territorio del Canton Ticino ripreso da Ticino News il quale è stato a dir poco chiaro: «Verranno prese tutte le precauzioni per evitare impatti ambientali, ma non faremo nessun passo indietro». Il capogruppo Pd in Regione Alessandro Alfieri sostiene però che la Svizzera non retrocederà ed aggiunge: «Se da parte ticinese si è deciso di andare avanti, è anche a causa della mancata determinazione della Giunta Maroni a contrastare il progetto», E l’assessore all’Ambiente, Claudia Maria Terzi, ripresa da Varese News, è ancora più lapidaria: «Credo che non sarà semplice far retrocedere le autorità elvetiche sull’ampliamento della discarica di Stabio, con annessa area di trattamento, al confine con il Comune lombardo di Cantello, ma confido di avere ampi margini di manovra su quella di Bizzarone». Più che altro perché dev’essere ancora realizzata. E chissà se avessero fatto questo ragionamento a fine anni ’90 cosa sarebbe successo. (Photocredit Varese News / Tio.ch / Ticinonews.ch / Laprovinciadivarese)