Le Femen italiane a seno nudo contro Putin
19/03/2014 di Valentina Spotti
«Fuck You Putin». Non c’è bisogno di troppe traduzioni per il messaggio che tre Femen italiane hanno dedicato al presidente russo Vladimir Putin. Le tre ragazze, che si chiamano Martina, Martina e Stefania sono immortalate su uno sfondo nero e le scritte dipinte sul seno nudo.
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«DOPO QUELLA FOTO CI SIAMO SENTITE PIÙ FORTI» – Sul sito di Femen Italia le tre ragazze spiegano i motivi che le hanno portate a questa presa di posizione, schiereandosi idealmente al fianco delle Pussy Riot e decise a combattere, attraverso l’attivismo, non solo le «singole persone assetate di potere» ma anche la «marea di stereotipi» che imprigiona le donne, anche le donne italiane che «si ritengono libere»:
Per riuscire a spiegare bene il motivo per cui abbiamo scattato questa foto, vorremmo partire dalla sensazione che abbiamo provato il giorno dopo averla scattata. Ci siamo sentite più forti, più orgogliose, più intoccabili da qualsiasi sguardo bigotto e maschilista (e con questo aggettivo non intendiamo solo uno sguardo fatto da un uomo). L’attivismo ti rende viva, ti fa sentire che PUOI fare qualcosa, cambiare qualcosa. Crediamo negli ideali Femen e riteniamo che sia necessario farli conoscere alle donne italiane che, per quanto si ritengano libere, sono invece imprigionate in una marea di stereotipi e in un ruolo che le condiziona in ogni loro scelta. […] Siamo inoltre dell’idea che chiunque, di qualsiasi genere e nazionalità, dovrebbe combattere quelle singole persone assetate di potere (in questo caso Putin), che con le proprie dittature e manipolazioni alimentano l’ignoranza delle masse, devastando l’armonia e l’evoluzione dell’umanità, distruggendo di conseguenza la terra e i suoi abitanti. La protesta Femen, come quella delle Pussy Riot, è per noi molto significativa, in quanto mette in atto performance non violente, ma di forte impatto per questa società dove la donna e qualsiasi essere, umano, animale o vegetale è giudicato più debole e inferiore ed è quindi sfruttabile.
(Photocredit: Twitter/@FEMEN_Movement)