«Ti condanno all’amputazione di una mano e metto la foto su Twitter»
01/03/2014 di Redazione

Il braccio di un uomo condannato all’amputazione della mano viene trattenuto fermo su un tavolo da un un corpulento combattente islamico, mentre un altro miliziano è pronto con la spada ad inferire uno o più colpi al polso. È una delle immagini shock diffusa sul web (da un profilo Twitter ora oscurato per la violazione delle regole del sito) dallo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, gruppo terroristico siriano nato nel 2003 come cellula di al Qaeda e che si pone come obiettivo quello di imporre la Sharìa nei territori di influenza e, in particolare, di riunire Siria e Iraq in un unico Stato.
LE FOTO DELL’AMPUTAZIONE – Le foto sono state scattate nella città rurale di Maskanah, nella provincia settentrionale di Aleppo, e diffuse su Internet in una sorta di libeblogging dell’esecuzione. Una prima immagine mostra un uomo dal volto coperto che brandisce una spada in attesa di ordini, mentre un altro uomo in tunica bianca rivolto verso la camera legge un comunicato e una didascalia avverte che la persona condannata all’amputazione ha chiesto di avere la mano tagliata «allo scopo di purificare i suoi peccati». In una seconda foto si nota, invece, una spada in procinto di colpire la mano mentre un combattente corpulento trattiene la vittima. Infine, un terzo scatto postato su Twitter ha mostrato l’organo staccato dal braccio dopo i violenti colpi d’arma da taglio.
“Ed intanto in Siria vige ancora la legge del taglione. @reyadiraq: @reyadiraq pic.twitter.com/0N47hCVJet”
— Vincenzo (@precy80) 28 Febbraio 2014
IL TAM TAM SUL WEB – Le immagini nel giro di poche ore hanno ottenuto ampia visibilità sul web con migliaia di retweet e commenti e sono tuttora visibili, anche dopo la sospensione dell’account @reyadiraq, attraverso altri profili del sito si microblogging. Va precisanto che lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, detto anche Stato Islamico dell’Iraq e Grande Siria, e conosciuto con la sigla Isis, è un gruppo armato che non fa parte dell’esercito dei ribelli, l’Esercito Siriano Libero, che dal 2011 si oppone alle truppe governative che difendono il regime del presidente Bashar al Assad, in una guerra civile che ha causato oltre 100mila morti.
(Fonte immagini: Twitter / Washington Post)