Ieri sera le Iene hanno mandato in onda un servizio sulle Slot Machines considerate la nuova ossessione degli italiani. L’inviata Nadia Toffa ha analizzato il fenomeno per motivare la dipendenza e venire a capo di chi guadagna da questo giro economico.
LE SLOT MACHINES – “Il giocatore abituale arriva anche a spendere 700 euro a settimana, quello meno accanito anche 200-300 euro” spiega una lavoratrice di una sala slot a Nadia Toffa. L’inviata è finita all’interno di questi posti “fatati” che in realtà corrispondono a luoghi dell’orrore: ideati per ‘spillare’ soldi a chi varca l’ingresso, le sale slot sono aumentate in modo preoccupante nelle grandi e piccole città. L’accoglienza è studiata al dettaglio e per tenere il giocatore attaccato alla macchina da gioco, arrivano cocktail in omaggio, è permesso fumare all’interno di alcune sale e la musica fa da sfondo in modo ipnotico. La luce all’interno è sempre la stessa: giorno o notte che sia fuori, in una sala slot si vive nel riflesso delle luci al neon. Nadia Toffa infila 50 euro nella macchinetta e nota il credito scendere velocemente: in meno di due minuti, il credito è finito. A sentire la testimonianza di alcuni giocatori, si scopre che ci sono persone che ogni volta che giocano, spendono fino a 900 euro e senza mai vincere. “Le persone si giocano i soldi dell’affitto e della pensione: è come una droga. Nel 2009 sono state legalizzate” spiega Toffa e fa un giro a Milano per capire fino a che punto arriva la presenza: in un chilometro e quattro ci sono sette sala giochi. “Il gioco d’azzardo è la terza impresa italiana e ha un giro d’affari di 100 miliardi l’anno. L’Italia è il terzo paese del mondo per volume di gioco e il primo per spesa pro capite: 1.450 euro l’anno”. È per questo che il SERT ha così tante richieste? Qui è possibile rivedere l’intero filmato.
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LA DIPENDENZA – Il Sert, centro per le dipendenze, ha visto aumentare la presenza dei dipendenti da gioco: “In Italia ci sono 15 milioni di giocatori, tre milioni sono a rischio patologia e 800 mila sono malati”. Che cos’è la ludopatia? La dipendenza da gioco fa spendere all’Italia “dai 5 ai 6 milioni l’anno per il recupero dei giocatori patologici” spiega l’inviata delle Iene. Non si smette perché il gioco alle macchinette è “una malattia”, è “una droga” e così via. Chi ci guadagna? Gli introiti dello Stato sono diminuiti perché la tassazione è scesa dal 25% all’8%, quindi a guadagnare maggiormente sono i gestori delle sale anche se c’è da considerare anche il fenomeno delle macchinette on-line: chi gestisce un sito del genere paga solo lo 0,6% di tasse. La domanda è perché lo Stato permette la presenza delle slot machines se ha un guadagno di 8 miliardi ma ne spende dai 5 ai 6 per recuperare i giocatori accaniti? Crescono le associazioni dei “giocatori anonimi” in cui le persone decidono di raccontare le loro storie: sono persone che hanno perso tutto e hanno deciso di fermarsi e fare un passo indietro.
CHI CI GUADAGNA – La dipendenza non è l’unico male delle slot perché Toffa incontra un ex malavitoso della ndragheta che racconta in che cosa sta investendo la criminalità oggi: “Il gioco sta diventando il primo business perché porta introiti più alti della droga e i rischi sono assai inferiori”. Come funziona la gestione? “A volte aprono delle sale, altre volte si inseriscono in sale già esistente. Ad esempio, a Milano si può aprire ma entra in gioco la ‘ndrangheta che ti consiglia che macchinette prendere e ti indirizzano. Il gioco ti dà controllo, ti dà potere. Ci sono persone così perse che anziché fargli pagare il conto magari ti fai dare un aiutino e gli fai tenere in casa dieci chili di cocaina o gli fai fai fare qualche viaggio per trasportare droga, armi”. E così persone insospettabili con la dipendenza da gioco, si trovano a servire la malavita, spiega Toffa. “Ho visto gente che si è giocata i soldi della lapide, c’è gente che si è giocata la moglie”.
SALE ILLEGALI – Esistono realtà nascoste illegali e all’interno di appartamenti privati ci sono sale abusive: alla presenza di tre macchinette, massimo quattro persone giocano. Il gestore regala il primo giro poi “prende una macchinetta e la porta via. Questa mossa è illegale perché le macchinette sono collegate al Monopolio di Stato” spiega Toffa. Il gestore ammette che quella è una sala gioco clandestina e caccia via il complice delle Iene perché “potrebbe essere un carabiniere o un finanziere” ma è preparato ad “eventuali sequestri” e sa come raggirarli ma non lo spiega. In conclusione, Toffa spiega che i politici dicono che “Il gioco serve a risanare le casse dello Stato ma a conti fatti non è così” proprio come ci ha dimostrato. “Le sale slot creano solo solitudine, dipendenza e sofferenza. Non fanno bene a nessuno” conclude l’inviata.