Le mail che incastrano Novartis e Roche su Avastin e Lucentis
07/03/2014 di Ferma Restando
Repubblica e Corriere pubblicano oggi una serie di email circolate tra i manager di Novartis e Roche e che spiegano che le aziende si sono comportate in modo da massimizzare il profitto dalla vendita di Avastin e Lucentis anche accordandosi tra di loro. Come funzionano Avastin e Lucentis in questa infografica del Corriere:
AVASTIN, LUCENTIS E LA STORIA DI NOVARTIS E ROCHE – Il Corriere racconta il contenuto di una serie di email scambiate tra i manager della società e conoscenti:
In una mail del 15 novembre 2010 un dirigente di Roche parla a un altro di un conoscente «che ha una sua parente che dovrebbe sottoporsi al trattamento con Avastin/Lucentis e chiedeva chi dei nostri medici poteva fornirgli delle informazioni. So che per quello che non siamo autorizzati a fornire info ma qui stiamo parlando di un consiglio ad un collega». Molte le bugie raccontate all’esterno per impaurire gli oculisti su presunti effetti pericolosi del più economico. Il 3 maggio l’amministratore delegato di Novartis scrive all’ad Roche una strana mail. Auspica ampia copertura mediatica «anche in Italia » di una dichiarazione fatta dal ceo Roche, che dal punto di vista economico appare suicida: «Lucentis è il miglior farmaco per la cura della vista non Avastin ». E ancora: «Se mia moglie avesse un problema agli occhi la curerei con quello».
Repubblica racconta invece in primo luogo delle dichiarazioni di un manager di Roche, che apparivano suicide all’epoca ma oggi assumono un altro significato:
«Se mia moglie avesse un problema agli occhi, le consiglierei Lucentis». Bello, come spot. Efficace, facile da ricordare. Ideato e diffuso in conferenza stampa dal chief executive office, il numero uno mondiale di Roche, cioè da chi il Lucentis lo dovrebbe vedere come il diavolo, in quanto prodotto concorrente del proprio Avastin. Philippe Barrois, l’ad di Novartis, il 3 maggio del 2012 segnala questa dichiarazione a Di Cicco: «Caro, hai visto cosa ha detto? Spero che questa notizia avrà ampia copertura mediatica anche in Italia ». E subito Di cicco si attiva, mandando una mail ai suoi alti dirigenti, mettendo in copia anche Barrois: «Per favore, a che punto siamo con le attività di “differenziazione” dei due prodotti? La modifica della scheda tecnica?». La chiamano così, questo che per l’Antitrust è un accordo non scritto, un cartello per spartirsi quote di mercato: “Differenzazione”.
E infine racconta delle campagne concordate tra le due case farmaceutiche:
Novartis, intanto, non si sa bene a che titolo, continua a «spingere messaggi sui rischi per la sicurezza di Avastin». Come? Organizzando convegni, finanziando pubblicazioni di «revisione degli studi comparativi». Senza che i concorrenti abbiano niente da dire. Del resto, basta leggere la mail del 14 settembre 2012 per capire che aria tira. «Novartis — scrive il direttore medico di Roche Italia alla dirigenza, dopo un confronto con la controparte — ci chiede una comunicazione proattiva che sottolinei aspetti etici e rischi professionali degli oftalmologi che utilizzano il farmaco off label. Io condivido in linea di principio la richiesta». E agli atti c’è anche una lettera del 15 novembre 2010 che circolava tra i dirigenti della Roche Italia, in cui un l’uso di Avastin e Lucentis per la cura delle malattie della vista viene messo sullo stesso piano: «Un collega che si deve sottoporre al trattamento avastin/lucentis chiedeva chi dei nostri medici poteva fornirgli informazioni».