Le meravigliose consulenze di Polverinopoli

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La Regione Lazio negli ultimi anni sta diventando un luogo in cui con la scusa delle consulenze esterne il meccanismo clientelare ha preso piede in una maniera difficilmente estirpabile. Anche dal Tar. E oggi ci sono otto consulenti per ogni eletto. Un bel record, no?

Chi trova un amico trova un tesoro, così come chi trova un Governatore trova una consulenza. L’avventura alla guida della Regione Lazio da parte di Renata Polverini è riassumibile in questa frase, visto il numero enorme di consulenze esterne affidate a personaggi riconducibili all’ex Segretario dell’Ugl.



UN ASSUNTO E MEZZO AL GIORNO – L’ultimo allarme è stato lanciato da Il Mondo il quale ci racconta come nei due anni di presidenza della Polverini siano state assunte 500 persone, o per meglio dire, collaboratori esterni. In sostanza parliamo di un contratto e mezzo al giorno dall’inizio del mandato del Governatore. Mal che vada il consulente in questione si porta a casa al mese 1,120 euro ma si può arrivare serenamente a oltre settemila euro al mese. E come se non bastasse, se il “prescelto” proviene da un altro ente o da un’altra struttura pubblica, cioè un cosiddetto “comandato“, il vecchio stipendio si cumula con quanto versato per il secondo incarico. Tutto questo è possibile grazie al “rapporto fiduciario”, ovvero alla possibilità di “inserire” nelle commissioni, nei gruppi consiliari e nelle segreterie particolari personale esterno. Il tutto in unente che può contare su 4 mila assunti tra giunta e consiglio. Bel modo di usare la cosa pubblica.



DALL’ATAC ALLA REGIONE, TUTTO IN FAMIGLIA – Non mancano gli esempi: Gabriele Lancianese è un consigliere Pdl della Provincia di Roma. Eppure il suo nome è presente anche nella lista dei consulenti di Luca Malcotti, Assessore alle infrastrutture e ai trasporti in Regione. Poi c’è Isabella Rauti, moglie di Gianni Alemanno. La donna è consigliere regionale per il Pdl e il suo capostruttura è nient’altri che Sergio Marchi, già Assessore ai trasporti di Roma, rimosso da Alemanno dopo lo scandalo Parentopoli all’Atac. E giustamente per chiudere il cerchio è diventato il capostruttura della moglie di chi l’ha mandato via. Non fa una piega.

UN ELETTO, OTTO CONSULENTI – Notevole anche la lista dei consulenti affiliati ai 15 gruppi consiliari, con il numero dei consulenti che supera quello dei consiglieri. Pdl: 17 consiglieri e 21 esterni a contratti, tra cui Arianna Meloni, sorella di Giorgia. E ancora: sapevate che se un partito elegge anche un solo consigliere ha diritto a creare il gruppo consiliare distribuendo le consulenze all’esterno? E’ il caso dei Verdi, con Angelo Bonelli, unico eletto che può contare nel suo portafoglio otto contrattisti -tanto mica li paga lui-.



15 MILA EURO PER DIRE CHE IL LAVORO STRESSA – Paperblog ha colto la palla al balzo e si è divertito a verificare nello specifico quanti soldi sono stati sperperari in consulenze esterne affidate a soggetti legati ai partiti del consiglio regionale. Grazie al blog di Spidertruman si è scoperto che nel Consiglio Regionale c’è un geometra, Antonio Buttarazzi di Monte San Giovanni Campano, provincia di Frosinone, che veniva pagato 15 mila euro nel 2011 per, udite udite, “fornire un supporto per l’elaborazione del documento per quanto concerne la valutazione dei rischi da stress del lavoro correlato”. 15 mila euro per scrivere che il lavoro stressa. Mica male. Per studiare lo stress ha ricevuto una consulenza da 15 mila euro.

UN MILIONE E SEICENTOMILA EURO L’ANNO – Le consulenze del Consiglio Regionale costano ogni anno 400 mila euro. Una bella cifra, poco da dire. Ma la sorpresa cresce a dismisura se si considera che quella della Giunta Regionale costano 1.600.000 euro. Per dirne una: la Polverini ha dato due incarichi a un solo avvocato per un totale di 145 mila euro. Di questi soldi 60 mila rispondono a una consulenza legale per la centrale unica degli acquisti mentre gli altri 85 mila vanno al suo ruolo di componente del collegio di esperti per l’indirizzo e il programma. E dire che la legge parla chiaro: prima di assegnare una consulenza esterna, la quale va ovviamente pagata, è necessario prima attingere dal personale interno”. Evidentemente in Regione Lazio non ci sono professionisti adeguati che meritano un incarico.

LE ULTIME 42 – Quando si parla di soldi e politica poi si rischia di entrare in un campo minato. Come fare per non farsi beccare e per andare avanti senza colpo ferire? Semplice: a ciascuno il suo. Come raccontato da I segreti della casta e dal Fatto Quotidiano la parola d’ordine delle ultime 42 nomine è “trasversalità”. Queste sono state affidate a vari soggetti tra cui compaesani, vecchi collaboratori, aspiranti politici senza cadreghino. Le nomine sono costate al Consiglio regionale 987 mila euro e i dati sono stati pubblicati sul Bollettino ufficiale. Oltre a questi soldi bisogna aggiungere 500 mila euro per le consulenze esterne assegnate dalla Giunta. Il tutto in soli sei mesi.

CIOCIARO E’ BELLO – Mario Abbruzzese, Pdl, Presidente del consiglio regionale, ha portato in dote l’avvocato Marco Lavalle, l’ingegnere Arturo Losi, l’avvocato Rita Evangelista e Ofelia Palombo, già sua addetta stampa quando Abbruzzese era presidente del Cosilam. Tutta una grande famiglia proveniente da Cassino. Oltre a Niki Dragonetti, preso da Abbruzzese al Consiglio provinciale di Frosinone. Parlavamo di trasversalità? Eccoci, Enrico Fontana, già consigliere regionale per Sinistra e Libertà, giornalista. La sua consulenza è scaduta a inizio giugno ma può essere rinnovata per un altro anno. Cosa non avvenuta per l’ex ministro Franco Bassanini che però, fino al marzo scorso, si è occupato di “ricerca sul tema delle politiche delle regioni contro il digital divide”, 20 mila euro per dodici mesi.

CE N’E ANCHE PER L’IDV – Alessandra Tibaldi, già assessore regionale al lavoro nella giunta Marrazzo, in quota Italia dei Valori, si è acchiappata un contratto di un anno a 33 mila euro. Il rinnovo è arrivato anche per lei, ma solo di otto mesi. Tranquilli, la cifra è rimasta la stessa. Sempre nell’Idv: Claudio Bucci, ha affidato un incarico per i problemi relativi all’eGovernment a Caterina Leone, segretaria nella precedente legislatura della commissione ambiente, presieduta da Claudio Bucci. Entra dalla porta e da dove esce?

IL MAGHEGGIO DI GROTTAFERRATA – Ecco un altro caso: Bruno Astorre, vicepresidente del consiglio regionale, Pd, il quale ha nominato come consulente il 37enneMarco Bosso, candidato a sindaco a Grottaferrata nel 2010. Persa la poltrona di primo cittadino, si è trovato in mano una consulenza da 33 mila euro per occuparsi delle problematiche relative all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Però. Però Roberto Buonasorte, La Destra, sulle colonne del Messaggero lanciò un’accusa neanche troppo velata: “non è che quei 33 mila euro sono un risarcimento dopo che nel ballottaggio a Grottaferrata il Bosso, forte di un 27 per cento al primo turno con la sua lista civica favorendo il Pd nella conquista della poltrona?”.

IL FAVORE A SALVATORE RONGHI – Quanti nomi, quante amicizie, quanti favori. Areacentrodemocratico riprende un pezzo di Repubblica di fine 2011 che ci racconta come in Regione Lazio la trasparenza non si applica mai per gli amici della Polverini, la quale per loro ha sempe un posticino, casualmente riservato al suo fu sindacato, l’Ugl. Nel giugno 2010 la Polverini ha voluto come suo braccio destro Salvatore Ronghi, ex dirigente dell’Ugl a cui ha concesso un contratto da 189 mila euro lordi l’anno.

IL PRESENTINO A GABRIELLA PELUSO – Ronghi, chiaccherato per le sue amicizie di estrema destra, è diventato famoso per essere il capo di Federica Gagliardi, la “dama bianca” che in passato, se ricordate, si fece vedere al fianco di Silvio Berlusconi in alcune visite di stato. Per fare un piacere a questo soggetto la Polverini ha creato una “struttura di Verifica dell’Attuazione delle Politiche Regionali e del Programma di Governo”, che verrà gestito fino al 2015 da Gabriella Peluso. Chi è? La compagna di Salvatore Ronghi, a 122 mila euro l’anno, a fianco al suo uomo. La donna, giornalista professionista, prima di questo incarico ha ricoperto il ruolo di capoufficio stampa della Regione Campania riuscendo a confondere in un comunicato l’allora amministratore di Cai Rocco Sabelli con Claudio Sabelli Fioretti.

QUANDO L’UGL E LA POLVERINI DICEVANO NO – E dire che la stessa Ugl nel lontano 2006, quando il Segretario Nazionale era Paola Saraceni, se la prendeva con le consulenze esterne che “costituiscono uno sperpero di denaro pubblico con effetti negativi sui bilanci e sull’efficienza della pubblica amministrazione” in quanto le risorse umane vengono mortificate da questo comportamento. Allora l’Ugl Ministeri era pronta a spingere per l’attuazione “dei meccanismi di repressioni efficaci rispetto a tali illiceità, attraverso giudizi per responsabilità amministrativi, ma soprattutto dotare il nostro Paese di strumenti che potendo stimolare comportamenti virtuosi da parte degli amministratori pubblici prevengano queste condotte fortemente penalizzanti per l’economia pubblica”. Qualche anno dopo un altro segretario dell’Ugl attaccò la “malapolitica” del Consiglio Regionale Campano la quale “tenta di calpestare i dipendenti regionali attraverso il ricorso selvaggio e immotivato a consulenze esterne” oltre alle “assunzioni incostituzionali ed illegittime”. Chi era questo segretario? Renata Polverini.

LA SENTENZA DEL TAR – E poi succede che qualcuno ti becca con le mani nella marmellata e ti tocca subire la strigliata di turno. Specchioquotidiano ci racconta la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio il quale nel settembre 2010 azzerò le consulenze esterne della Giunta Polverini. Secondo i giudici amministrativi di questo tribunale è mancata la trasparenza, la partecipazione e la pubblicità alle nomine. Per il Tar gli incarichi sarebbero stati assegnati facendo venire meno “una adeguata comparazione tra interesse pubblico all’assegnazione dell’incarico dirigenziale e l’aspetto economico, visti i tempi di crisi che investono la spesa e le particolari esigenze di risparmio di cui tanto si parla”.

TUTTO ALL’OSCURO – Insomma: non si capisce perché, non si sa chi e soprattutto come sia stato scelto il soggetto che a spese dello Stato avrebbe prodotto una “consulenza” probabilmente inutile. Ecco la motivazione della sentenza: “La Regione non ha preventivamente reso pubbliche le posizioni dirigenziali vacanti ne i requisiti di professionalità necessari per ricoprirli. I dirigenti interni sono stati tenuti all’ oscuro rispetto alle procedure avviate dall’amministrazione, poi sfociate nell’assunzione delle deliberazioni di ricerca di professionalità all’esterno. Non sono state dunque rispettate le più elementari regole di pubblicità e partecipazione”.

I TROMBATI – Come ripeteva sempre Valter Valdi in “Domani si balla” di Maurizio Nichetti, “capito com’é?”. Nessuno sapeva niente. Di punto in bianco eccoti la nomina, senza che ne fossero stati informati gli interni. Per colpa di quei cattivoni del Tar persero l’incarico Alessandro Voglino, direttore del dipartimento cultura, sport e turismo; Marco Marafini direttore generale del bilancio e Michele Lauriola direttore dell’agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali. Il Tar si è mosso dietro un ricorso presentato dalla Direr, l’associazione che cura gli interessi dei dirigenti regionali.

MA DI CHI E’ LA COLPA? – Avrà ragione Il Mondo. La colpa non è tutta della Polverini, considerando l’esistenza di un meccanismo che concede alla politica di procurarsi le risorse e le professionalità fuori dagli enti locali. Vero, ma come si può rimanere indifferenti quando un ente come la Regione Lazio con 3400 dipendenti e 700 impiegati del Consiglio Regionale è “costretto” a chiedere aiuto a parenti, amici, contigui di questo o quel soggetto politico? Come si può dimenticare quando da segretario dell’Ugl attaccava il malcostume salvo lanciarsi poi in una fine tattica di occupazione caselline da rendere vetusto anche il Manuale Cencelli? Magari non è colpa sua, ma diciamo che non sembra abbia fatto molto per domare la bestia.

Edit: dal Partito Democratico riceviamo e pubblichiamo:

In riferimento all’articolo comparso sul vostro sito in data 02/07/2012 dal titolo “le meravigliose consulenze di polverinopoli” (https://www.giornalettismo.com/archives/394175/le-meravigliose-consulenze-di-polverinopoli/) si invita la sig.ria Vs a rettificare quanto affermato su Alberto Cirinnà. Il sig. Cirinnà, infatti, è un dipendente pubblico in posizione di comando, così come previsto dall’art 56 della Testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato, Decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3. Non è un consulente esterno e non costituisce, pertanto, un costo ulteriore per le amministrazioni statali o regionale, ne tantomeno uno spreco di denaro pubblico. Si prega di provvedere tempestivamente alla rettifica, qualora questa non venga effettuata si dovrà provvedere ad adire per vie legali il riconoscimento del diritto leso.
Distinti saluti
Tiziano Casciotti