La legge per un circo senza animali arriva in Senato. E sono scintille
15/09/2017 di Redazione
Da una parte il senatore Carlo Giovanardi con i circensi, dall’altra Enpa che chiede la fine dell’impiego degli animali nei circhi. Comincia così, in Senato, l’esame del Disegno di legge 2287 bis in materia di riforma delle attività dello spettacolo dal vivo.
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ENTE NAZIONALE CIRCHI: «CIALTRONERIA E SUPERFICIALITA’ LEGISLATIVA»
L’Ente Nazionale Circhi, con il presidente Antonio Buccioni, è per «la più radicale opposizione alla introduzione della norma che contempla la progressiva eliminazione degli animali dagli spettacoli circensi» e spera che «l’aula, con ineludibile ed elementare esercizio di buon senso, rimuova questo pessimo esempio di cialtroneria e superficialità legislativa che rischia di far chiudere o di vedere costretti all’esilio quasi cento complessi circensi italiani per quasi 6mila unità lavorative impiegate, privando un pubblico di estrazione autenticamente popolare di uno spettacolo amatissimo e che non può prescindere dalla presenza ben regolamentata degli animali. Qui davvero o si cambia o si muore».
CARLO GIOVANARDI A FAVORE DEL CIRCO CON ANIMALI
Il senatore Carlo Giovanardi si oppone alla misura. «In questa legge sullo spettacolo si profila un dettaglio, a mio avviso, sicuramente incostituzionale e comunque surreale e senza fondamento nel momento in cui stabilisce che, in tema di attività circensi, si delega il Governo a rivedere le disposizioni in vigore, arrivando alla graduale eliminazione – attenzione: eliminazione, non riduzione – dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse», ha dichiarato. «Eliminare l’uso di ogni tipo di animali nei circhi (compreso cani e cavalli), vuol dire cancellare storia, tradizione, cultura, grandi personaggi». Altro problema, spiega il senatore, sono i «lavoratori perderanno il posto di lavoro a causa di una norma punitiva che non vale per il cinema, il teatro, le manifestazioni ippiche, il Palio di Siena eccetera ma si accanisce soltanto sul circo, destinato, senza animali, inevitabilmente a morire». «Speriamo, – ha concluso – che la prossima settimana i nostri emendamenti vengano accolti, consentendo, nel pieno rispetto del benessere animale, la continuazione di questa straordinaria esperienza di lavoro comune fra uomini e animali».
CIRCO SENZA ANIMALI: IL PARERE DELL’ENPA
«Giovanardi, i ‘circensi 1.0’ e tutti i sostenitori degli spettacoli con animali non hanno ancora compreso che, se il Circo non è in grado di reinventarsi, ponendo fine a ogni forma di sfruttamento animale, appare inevitabilmente destinato a scomparire. Del resto, i dati sono chiari e ci parlano di un modo di fare ‘spettacolo’ ormai in crisi irreversibile», dichiara la presidente nazionale di Ente nazionale protezione animali (Enpa) Carla Rocchi. «D’altro canto in una società caratterizzata da tempi di riposta al cambiamento pressoché immediati, si afferma solo chi è in grado capire, di intercettare e di sfruttare a proprio vantaggio le nuove tendenze», aggiunge. «Per questo – ha proseguito Rocchi – inseguire pratiche tardo ottocentesche, ormai superate e senza più riscontro di pubblico, rappresenta una risposta autolesionista al mutato contesto socio-culturale. Invece di rimpiangere per il ‘bel tempo che fu’, di arroccarsi in una ostinata e illogica difesa di presunte tradizioni, si dovrebbe avere la lungimiranza di assecondare la nuova sensibilità collettività, sempre più ‘animal friendly’. Lo stop all’uso di animali non è una minaccia, è una straordinaria opportunità di crescita, al contempo occupazionale e culturale, bisogno soltanto impararle a coglierla. Chi non fosse convinto può sempre chiedere conferma al Circo Barnum, su cui il sipario è calato una volta per tutte dopo 140 anni di attività».
(Credit Image: © Serg Glovny via ZUMA Wire)