Le Iene e il servizio choc che ti spiega quando puoi uccidere un ladro senza andare in galera

Categorie: Italia

Il servizio di Giulio Golia "Quando uccidere non è un reato" scende nel dettaglio. Anche troppo nel dettaglio. Era davvero necessario?

Nella puntata de Le Iene andata in onda ieri sera, Giulio Golia ha toccato il tema della legittima difesa: una questione quantomai attuale dopo il recente caso di Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio D’Adda che qualche giorno fa ha sparato a un ladro che si era introdotto in casa sua, uccidendolo. Per questo, Sicignano è accusato di omicidio volontario: il fatto ha suscitato parecchie polemiche sopratutto a causa della presa di posizione di alcuni esponenti politici che hanno sostenuto l’azione dell’uomo. Le Iene tuttavia hanno cercato di trattare la faccenda dal punto di vista del diritto, finendo però per fare un servizio che è quasi un manuale su “come sparare a una persona senza finire poi in galera”.



Photocredit: Mediaset/Le Iene

 

LEGITTIMA DIFESA: IL SERVIZIO DE LE IENE –

Golia ha affrontato la questione partendo da due diversi casi di cronaca di qualche tempo fa: il primo è quello di un benzinaio vicentino che, essendosi accorto che nella gioielleria accanto al suo distributore si erano introdotti dei ladri, ha reagito. I ladri hanno risposto sparando e a quel punto il benzinaio ha fatto fuoco con il suo fucile. Nello scontro a fuoco che ne è seguito uno dei rapinatori, colpito da un proiettile del benzinaio, è morto. Diverso il discorso di un altro uomo che, avendo colto sul fatto due ladri che si erano introdotti nel suo magazzino, ha sparato 14 colpi d’arma da fuoco, anche se i due erano disarmati. Nel primo caso, a carico del pensionato non è stato formulato alcun reato, essendogli stata riconosciuta la legittima difesa, rispondendo al fuoco. Il secondo, il signor Mattielli, è stato condannato a cinque anni di reclusione per tentato omicidio e al risarcimento dei due ladri.



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Photocredit: Mediaset/Le Iene

«QUANDO È LEGITTIMA DIFESA?» –

Ed è a questo punto che il servizio de Le Iene entra nel dettaglio, spiegando per filo e per segno cosa si deve fare – o non fare – perché venga riconosciuta la legittima difesa. Golia va interpellare un avvocato, che spiega:

La legittima difesa è ammessa quando sussistono contemporaneamente tre requisiti: il primo è che la reazione sia assolutamente necessaria, il secondo è che il pericolo deve essere presente e, ultimo, che vi sia proporzione tra offesa e difesa.

Arriva addirittura l’esempio concreto per voce dell’avvocato Tognolo:

Se io vengo minacciato con un’arma giocattolo, che io riconosco come tale ma voglio comunque infliggere una punizione, rispondo del reato di omicidio volontario. Se io non riconosco l’arma giocattolo – perché non ha il tappo rosso o è troppo buio – non sarò punibile. Se invece ero nella condizione di riconoscere un’arma giocattolo come tale, risponderò del reato di omicidio non volontario, che prevede pene meno severe rispetto al reato di omicidio volontario.

Il servizio di Golia prosegue dando la parola ai diretti interessati: il gioielliere vicentino che è stato vittima di diverse rapine di cui una in casa sua, durante la quale i rapinatori gli hanno tenuto una pistola alla tempia davanti alla moglie e alla sua bambina, che sostiene la necessità di difendersi davanti all’intruso, e che le condizioni imposte dalla legge sulla legittima difesa sono, appunto, soltanto cavilli non applicabili alla realtà. Viene poi intervistato anche Mattielli, l’uomo condannato per tentato omicidio, il quale ripete di aver scaricato addosso ai ladri un caricatore intero per difendersi perché esasperato dai continui furti.

Guarda le foto:

«QUANDO POSSO SPARARE?» –

Ma il “piccolo manuale per rientrare nella legittima difesa” non finisce qui. Golia va a interpellare il professor Gatta, docente all’Università di Milano, che spiega:

La giustizia è pubblica, così come la sicurezza dei cittadini deve essere assicurata dallo stato. Io posso difendermi solo quando lo stato non può intervenire tempestivamente: se una persona viene aggredita in casa non ha tempo per attendere le forze dell’ordine, ma la reazione dovrà essere valutata nei limiti della legittima difesa. […] Sparare a un ladro che scappa con la refurtiva non è legittima difesa, perché la vita del rapinatore è un bene più importante rispetto al patrimonio. Non si tutela più questa vita quando io devo difendere la mia, di vita.

Scatta ancora l’esempio di Golia, applicato al caso pratico:

Se ti accorgi che il ladro è al piano di sotto non puoi sparare, puoi fare rumore per farlo scappare. Il pericolo deve essere imminente: se mi sale di sopra, armato gli posso sparare.

Sarà abbastanza chiaro o magari serve fare un altro esempio ancora?

(Photocredit copertina: Mediaset/Le Iene)