L’eruzione vulcanica che ha cambiato il corso della storia
11/04/2014 di Redazione
La maggior parte delle persone avranno sentito sicuramente parlare della battaglia di Waterloo, ma difficilmente del vulcano Tambora, come riporta Salon. Solo due mesi prima della sconfitta di Napoleone avvenuta nel 1815, la lontana isola indonesiana di Sumbawa fu il teatro della più devastante eruzione vulcanica avvenuta sulla terra in migliaia di anni. Circa 100 mila persone morirono a causa dei flussi piroclastici di lava, uno tsunami colpì le coste nei dintoni e la cenere che coprì i terreni del sud-est asiatico distrusse i raccolti e portò l’oscurità per una settimana.
IL COLERA – Questo straordinario evento geologico avvenne 199 anni fa e finalmente oggi, grazie agli studi scientifici e ad un lavoro di indagine archivistica, possiamo finalmente dire che l’eruzione del vulcano Tambora del 9 aprile 1815 può essere considerata uno dei più grandi disastri ambientali mai capitati all’umanità. Le inondazioni, la siccità , la fame e le malattie per i tre anni successivi all’evento furono una conseguenza dei cambiamenti metereologici dovuti all’eruzione. Inoltre, l’enorme nube di gas rilasciata nell’atmosfera dal vulcano rallentò lo sviluppo del monsone indiano, il più grande sistema metereologico del mondo, per almeno due anni. La siccità causata dall’eruzione devastò i raccolti in tutto il subcontinente indiano, dando vita ad un mortale ceppo di colera. Il batterio del colera ha una struttura genetica sensibile ai cambiamenti dell’ambiente idrico, quindimutò in un nuovo ceppo, si diffuse in tutta l’Asia ed infine nel mondo. Entro la fine del secolo, il bilancio delle vittime del colera in Bengala era di decine di milioni.
L’OPPIO E IL “PANICO DEL 1819” – Gli effetti a catena causati dall’eruzione del vulcano Tambora si fecero sentire in tutto il mondo. Nella Cina sud-occidentale, nella provincia dello Yunnan, l’evento causò un’ondata di freddo che distrusse tutto il raccolto di riso. La situazione era così disperata che le persone furono costrette a mangiare argilla bianca o a vendere i loro figli nei mercati cittadini. In alcuni casi li uccisero per misericordia. In seguito a questa carestia durata tre anni, gli agricoltori della provincia dell Yunnan iniziarono a coltivare oppio al fine di garantire la sopravvivenza delle loro famiglie contro le catastrofi future. Nel giro di pochi decenni l’oppio venne coltivato in tutta la provincia della Yunnan, mentre la tecnologia per la lavorazione della materia prima si trovava in quelle che oggi sono Birmania e Laos. Il 1816 fu “l’anno senza estate”, con tempeste di neve che spazzarono la costa orientale degli Stati Uniti nel mese di giugno. Questo evento portò alla prima grande depressione degli Stati Uniti conosciuta come il “panico del 1819”.
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L’ESPLORAZIONE DELL’ARTICO – Uno degli effetti dell’eruzione fu anche quelLo di portare all’esplorazione dell’Artico. Nel 1817 e ne 1818 l’ammiragliato britannico cominciò a ricevere segnalazioni da parte dei capitani delle baleniere che segnalavano una notevole diminuzione dei ghiacci. Vi fu così la prospettiva di un passaggio aperto a nord- est per arrivare in oriente. Gli inglesi però non potevano sapere che lo scioglimento dei ghiacci era stato causato dall’eruzione di Tambora e che questo tipo di cambiamenti climatici causati persistono per un periodo di tempo non superiore ai tre anni. Oggi è quindi arrivato il momento di dare a Tambora il giusto riconoscimento per tutte le implicazioni dovute alla sua eruzione, visto che senza questo avvenimento probabilmente la storia si sarebbe evoluta in una direzione completamente diversa. Fino ad oggi i collegamenti tra la storia dell’umanità e il disastro vulcanico non sono stati fatti per le scarse conoscenze scientifiche e la ristretta visione antropocentrica dell’uomo, che prima del 21° secolo aveva sempre trascurato l’interdipendenza tra i sistemi umani e quelli naturali: se cambia il clima, cambia tutto.